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Concordato in appello: limiti del ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati avverso una sentenza di concordato in appello. La Corte ha ribadito che, in questi casi, il ricorso è consentito solo per vizi relativi alla formazione della volontà, al consenso del PM o a una pronuncia difforme dall’accordo. Non è possibile contestare l’entità della pena, a meno che non sia illegale, poiché tale motivo si considera rinunciato con l’accordo stesso.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando è Possibile Impugnare la Sentenza in Cassazione?

Il concordato in appello, noto anche come patteggiamento in appello, è uno strumento processuale che permette di definire il giudizio di secondo grado con un accordo sulla pena. Tuttavia, le porte della Corte di Cassazione non sono sempre aperte per chi decide di impugnare la sentenza che ratifica tale accordo. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce i confini, molto stretti, di questa possibilità, confermando un orientamento consolidato.

I Fatti del Caso: Il Ricorso contro la Pena Concordata

Nel caso in esame, due fratelli avevano proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello di Venezia. Quest’ultima aveva ratificato l’accordo sulla pena raggiunto tra gli imputati e la Procura per i reati di concorso in tentato furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. L’unico motivo del loro ricorso era un presunto vizio di motivazione riguardo all’entità della pena irrogata, ritenuta non congrua.

L’Analisi della Corte e i Limiti del Concordato in Appello

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7752/2024, ha dichiarato i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda su un principio cardine del concordato in appello: l’accordo tra le parti comporta una rinuncia implicita a far valere determinate doglianze. La Suprema Corte ha ricordato che, secondo l’articolo 599-bis del codice di procedura penale e la giurisprudenza costante, il ricorso contro una sentenza di patteggiamento in appello è ammissibile solo in casi eccezionali e ben definiti.

I Motivi di Ricorso Ammissibili

La Corte ha specificato che è possibile ricorrere in Cassazione esclusivamente per contestare:
1. Vizi nella formazione della volontà: Se la decisione dell’imputato di accedere al concordato è stata viziata (ad esempio, per errore o violenza).
2. Difetto di consenso del Pubblico Ministero: Se manca o è invalido il consenso della Procura all’accordo.
3. Contenuto difforme della pronuncia: Se la sentenza del giudice si discosta da quanto pattuito tra le parti.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte è chiara e rigorosa. Le doglianze relative alla quantificazione della pena, alla sua congruità o alla mancata valutazione di cause di proscioglimento (come previsto dall’art. 129 c.p.p.) sono considerate implicitamente rinunciate nel momento in cui si sceglie la via del concordato in appello. Contestare la motivazione sulla pena, come hanno fatto i ricorrenti, equivale a rimettere in discussione il nucleo stesso dell’accordo, una scelta non consentita in sede di legittimità.

L’unica eccezione a questa regola si verifica quando la pena applicata è illegale. L’illegalità si configura non quando la pena è ritenuta sproporzionata, ma quando essa non è prevista dalla legge per quel reato, supera i limiti edittali massimi o minimi, o è di una specie diversa da quella contemplata dalla norma. Nel caso specifico, i ricorrenti non lamentavano un’illegalità della pena, ma solo un vizio nella sua motivazione, un motivo quindi non ammesso.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale per avvocati e imputati: la scelta del concordato in appello è una decisione strategica con conseguenze definitive. Chi opta per questa strada ottiene il beneficio di una definizione più rapida del processo e spesso di una pena ridotta, ma al contempo rinuncia a gran parte dei motivi di impugnazione. È essenziale, quindi, una valutazione ponderata prima di intraprendere questo percorso, poiché le possibilità di un successivo riesame da parte della Corte di Cassazione sono estremamente limitate e circoscritte a vizi procedurali specifici, escludendo, di norma, ogni discussione sul merito della pena concordata.

È sempre possibile ricorrere in Cassazione contro una sentenza che ratifica un concordato in appello?
No, il ricorso è consentito solo per un numero molto limitato di motivi, poiché l’accordo sulla pena implica la rinuncia alla maggior parte delle possibili contestazioni.

Quali sono i motivi ammessi per impugnare un concordato in appello davanti alla Cassazione?
I motivi ammessi riguardano esclusivamente vizi nella formazione della volontà dell’imputato di accedere all’accordo, il difetto di consenso del Pubblico Ministero, o il caso in cui la sentenza del giudice abbia un contenuto diverso da quello concordato tra le parti.

Si può contestare l’entità della pena concordata in appello con un ricorso in Cassazione?
No, non è possibile contestare la congruità o la motivazione sull’entità della pena. L’unica eccezione è se la pena applicata è ‘illegale’, cioè di un tipo non previsto dalla legge per quel reato o al di fuori dei limiti minimi e massimi stabiliti dalla norma incriminatrice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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