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Concordato in appello: limiti al ricorso per cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro una sentenza basata su un concordato in appello. L’imputata contestava la mancanza di motivazione sulla responsabilità e sulle attenuanti, ma la Corte ha ribadito che, salvo vizi specifici sull’accordo, i motivi di appello rinunciati non possono essere riproposti in sede di legittimità.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’istituto del concordato in appello, introdotto per deflazionare il carico giudiziario, rappresenta una scelta strategica per l’imputato che, rinunciando a parte dei motivi di appello, può ottenere una ridefinizione della pena. Tuttavia, questa scelta preclude quasi totalmente la possibilità di un successivo ricorso in Cassazione. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce i limiti invalicabili di tale impugnazione, confermando un orientamento consolidato.

I Fatti del Caso

Una persona veniva condannata per un reato legato agli stupefacenti, qualificato come di lieve entità. In secondo grado, davanti alla Corte d’Appello, la difesa e l’accusa raggiungevano un accordo ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale. L’accordo prevedeva la riqualificazione del fatto e la determinazione di una pena concordata, a fronte della rinuncia dell’imputata ai motivi di appello relativi alla sua responsabilità penale.

Nonostante l’accordo, l’imputata decideva di presentare ricorso per cassazione, lamentando due vizi principali della sentenza d’appello.

I Motivi del Ricorso e i Limiti del Concordato in Appello

Il ricorso si fondava su due argomenti principali:

1. Mancanza di motivazione: si sosteneva che il giudice d’appello, pur recependo l’accordo, non avesse adeguatamente motivato la sussistenza della responsabilità penale dell’imputata.
2. Mancata applicazione delle attenuanti generiche: si contestava l’assenza di giustificazione per la non concessione delle attenuanti generiche nella loro massima estensione.

Secondo la ricorrente, l’adesione al concordato non esonera il giudice dal suo dovere di motivare ogni aspetto della decisione, inclusa la valutazione della colpevolezza.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure la necessità di formalità di rito, applicando l’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale. La decisione si basa su un principio ormai consolidato nella giurisprudenza di legittimità.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito che, in caso di concordato in appello, le possibilità di un successivo ricorso per cassazione sono estremamente limitate. L’accordo stesso si fonda su una rinuncia ai motivi d’appello, che non possono essere ‘resuscitati’ in sede di legittimità. Questo significa che questioni relative alla responsabilità, alla valutazione delle prove o alla determinazione della pena (se non illegale) escono dal perimetro delle doglianze ammissibili.

Il ricorso in Cassazione avverso una sentenza di questo tipo è consentito solo in casi eccezionali e tassativi, quali:

* Vizi relativi alla formazione della volontà dell’imputato di aderire all’accordo.
* Mancanza del consenso del pubblico ministero.
* Contenuto della sentenza difforme da quanto pattuito tra le parti.
* Applicazione di una pena illegale.

I motivi sollevati dalla ricorrente, riguardanti la presunta carenza di motivazione sulla responsabilità e sulle attenuanti, non rientrano in nessuna di queste categorie. Di conseguenza, il ricorso è stato giudicato inammissibile.

Conclusioni

Questa pronuncia conferma che la scelta del concordato in appello è una decisione quasi tombale, che chiude la possibilità di contestare nel merito la decisione del giudice. L’imputato e il suo difensore devono ponderare attentamente i benefici di un accordo sulla pena contro la perdita della facoltà di impugnare la sentenza per motivi diversi da quelli, molto specifici, ammessi dalla legge. La sentenza sottolinea l’importanza di una piena consapevolezza delle conseguenze processuali di tale istituto, che se da un lato offre un’opportunità di definizione più rapida e certa della sanzione, dall’altro cristallizza la decisione, rendendola difficilmente attaccabile in sede di legittimità.

È possibile ricorrere in Cassazione contro una sentenza emessa a seguito di concordato in appello?
Sì, ma solo per motivi molto specifici e limitati. Non è possibile riproporre questioni che sono state oggetto di rinuncia in funzione dell’accordo, come quelle sulla responsabilità penale o sulla valutazione delle prove.

Quali sono i motivi validi per impugnare in Cassazione una sentenza frutto di concordato in appello?
I motivi ammessi includono vizi nella formazione della volontà dell’imputato di accedere all’accordo, il mancato consenso del pubblico ministero, una decisione del giudice non conforme all’accordo raggiunto o l’applicazione di una pena illegale.

Se accetto un concordato rinunciando a contestare la mia responsabilità, posso poi lamentare in Cassazione che il giudice non l’ha motivata a sufficienza?
No. Secondo la Corte, la rinuncia ai motivi di appello sulla responsabilità, funzionale all’accordo sulla pena, impedisce di sollevare la stessa questione in sede di legittimità, poiché si tratta di un punto coperto dall’accordo stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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