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Concordato in appello: limiti al ricorso per Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver siglato un concordato in appello per il reato di ricettazione, ha tentato di impugnare la sentenza di condanna. La Corte ha chiarito che il concordato in appello implica la rinuncia a contestare la responsabilità penale, precludendo un successivo ricorso basato su tali motivi.

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Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando il Ricorso in Cassazione è Precluso

Il concordato in appello, introdotto nel nostro ordinamento per snellire i processi, rappresenta uno strumento con cui imputato e accusa possono accordarsi sulla pena da scontare, rinunciando a parte dei motivi di impugnazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 26469/2024) ha ribadito i confini invalicabili di tale accordo, chiarendo come esso possa chiudere definitivamente le porte a un successivo ricorso per motivi di merito.

Il Caso in Esame: dal Patteggiamento in Appello al Ricorso

Nel caso di specie, un imputato condannato in primo grado per il reato di ricettazione decideva di accedere al concordato in appello. L’accordo prevedeva la rinuncia a tutti i motivi di impugnazione, ad eccezione di quello relativo al riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche. La Corte d’Appello, recependo l’accordo, rideterminava la pena finale in due anni di reclusione.

Nonostante l’accordo, l’imputato presentava ricorso per Cassazione, eccependo l’illegittimità della sentenza e sostenendo che avrebbe dovuto essere prosciolto dal reato contestato. La sua tesi si basava sull’idea che il giudice avrebbe comunque dovuto valutare la sua innocenza, anche in presenza di un accordo sulla pena.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine: l’adesione al concordato in appello comporta una rinuncia implicita ma inequivocabile a contestare la propria responsabilità penale. L’accordo, finalizzato a ottenere una pena più mite, si basa sull’accettazione del giudizio di colpevolezza. Tentare di rimetterlo in discussione in una fase successiva costituisce un’azione contraria alla logica e alla funzione stessa dell’istituto.

Le Motivazioni della Decisione sull’Inammissibilità

La Corte ha spiegato che il concordato in appello produce effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale, compreso il giudizio di legittimità davanti alla Cassazione. Analogamente a quanto avviene con la rinuncia all’impugnazione, l’accordo limita la cognizione del giudice di secondo grado e cristallizza i punti non oggetto dell’accordo stesso.

L’interessato, rinunciando ai motivi di appello relativi alla propria responsabilità in funzione dell’accordo sulla pena, accetta implicitamente il verdetto di colpevolezza. Pertanto, non può successivamente sollevare questioni che avrebbe potuto e dovuto far valere in appello, ma alle quali ha volontariamente rinunciato. Questo vale anche per le questioni che, in assenza di accordo, il giudice avrebbe potuto rilevare d’ufficio, come quelle attinenti a un eventuale proscioglimento ai sensi dell’art. 129 c.p.p.

La Corte ha quindi ribadito un orientamento consolidato, citando una precedente sentenza (Sez. 5, n. 29243/2018), secondo cui l’accordo sulla pena preclude qualsiasi riesame della responsabilità dell’imputato.

Conclusioni: le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre un importante monito per la difesa: la scelta di aderire al concordato in appello è una decisione strategica con conseguenze definitive. Se da un lato può garantire una riduzione della pena, dall’altro chiude la porta a qualsiasi futura contestazione sulla fondatezza dell’accusa. L’imputato deve essere pienamente consapevole che, una volta siglato l’accordo, l’unica questione ancora discutibile è quella specificamente esclusa dalla rinuncia. Ogni altro motivo, incluso il più importante relativo alla propria innocenza, si considera rinunciato. La conseguenza di un ricorso presentato in violazione di questo principio è la sua inammissibilità, con annessa condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile presentare ricorso in Cassazione per motivi di merito dopo aver concluso un concordato in appello?
No. Secondo la Corte, il concordato in appello ha un effetto preclusivo e implica la rinuncia a contestare la responsabilità e la colpevolezza, limitando la possibilità di impugnare la sentenza per tali motivi.

Quali sono le conseguenze se un ricorso viene comunque presentato e dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che nel caso esaminato è stata quantificata in tremila euro.

La rinuncia ai motivi di appello nel concordato riguarda anche le questioni che il giudice potrebbe rilevare d’ufficio, come una causa di proscioglimento?
Sì. La Corte ha stabilito che la rinuncia, fatta in funzione dell’accordo sulla pena, limita la cognizione del giudice anche su questioni che sarebbero altrimenti rilevabili d’ufficio, come quelle previste dall’art. 129 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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