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Concordato in appello: limiti al ricorso per cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un accordo sulla pena tramite concordato in appello, ha impugnato la sentenza lamentando l’entità della sanzione. La Suprema Corte ribadisce che il concordato in appello implica la rinuncia ai motivi di ricorso relativi ai punti oggetto dell’accordo, salvo casi eccezionali come l’illegalità della pena.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

Il concordato in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, consentendo alle parti di accordarsi sulla rideterminazione della pena. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 5919/2024) chiarisce in modo netto i limiti all’impugnazione successiva a tale accordo, sottolineando come la scelta del concordato implichi una rinuncia a contestare i punti oggetto dell’intesa.

I Fatti di Causa

Nel caso in esame, la Corte di Appello di Roma, in accoglimento parziale dell’impugnazione dell’imputato, aveva riqualificato i fatti contestati in un’ipotesi di minore gravità (ex art. 73, comma 5, D.P.R. 309/1990) e, su accordo delle parti, aveva rideterminato la pena. Nonostante l’accordo raggiunto, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, lamentando con un unico motivo un vizio di motivazione proprio riguardo all’entità della pena inflitta, ovvero uno dei punti centrali del concordato stesso.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato: l’accordo sulla pena in appello comporta l’accettazione della stessa e, di conseguenza, la rinuncia a presentare motivi di ricorso che la riguardino. Proporre un ricorso basato su un motivo implicitamente rinunciato rende l’impugnazione priva dei presupposti di legge per poter essere esaminata nel merito.

Le Motivazioni: I Limiti dell’Impugnazione dopo il Concordato in Appello

La sentenza ribadisce che l’ammissibilità del ricorso in cassazione avverso una sentenza emessa a seguito di concordato in appello è circoscritta a ipotesi tassative. Un imputato può validamente ricorrere solo se deduce:

1. Vizi nella formazione della volontà di accedere al concordato.
2. Mancanza del consenso del pubblico ministero.
3. Contenuto difforme della pronuncia del giudice rispetto all’accordo pattuito.
4. Illegalità della sanzione inflitta (ad esempio, una pena di specie o misura diversa da quella prevista dalla legge o superiore ai limiti massimi).

Nel caso specifico, l’imputato non ha sollevato nessuna di queste questioni. La sua doglianza riguardava la mera entità della pena, un aspetto che, essendo stato oggetto di accordo, non poteva più essere messo in discussione. Come affermato dalla Corte, le lamentele relative a motivi rinunciati o a vizi nella determinazione della pena che non si traducono in una vera e propria illegalità della sanzione sono inammissibili.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La pronuncia in esame ha importanti implicazioni pratiche per la difesa. La scelta di percorrere la strada del concordato in appello deve essere attentamente ponderata. Se da un lato offre il vantaggio di una definizione più rapida del processo e di una pena certa e potenzialmente più mite, dall’altro comporta una significativa limitazione del diritto di impugnazione. L’imputato e il suo difensore devono essere pienamente consapevoli che, accettando l’accordo, si preclude la possibilità di contestare in Cassazione la congruità della pena concordata. La porta del giudizio di legittimità rimane aperta solo per vizi genetici dell’accordo o per palesi illegalità della pena, ma non per un ripensamento sulla sua entità.

Dopo un concordato in appello è sempre possibile ricorrere in Cassazione?
No, non è sempre possibile. Il ricorso è ammissibile solo per motivi specifici, come vizi nella formazione della volontà di accedere al concordato, dissenso del pubblico ministero, contenuto difforme della pronuncia del giudice rispetto all’accordo o manifesta illegalità della sanzione applicata.

Contestare l’entità della pena concordata è un motivo valido per il ricorso in Cassazione?
No, secondo la sentenza, contestare l’entità della pena che è stata oggetto di accordo non è un motivo valido. L’adesione al concordato implica una rinuncia a tale motivo di doglianza, che viene considerato ‘rinunciato’.

Cosa succede se il ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando il ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita equitativamente dalla Corte, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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