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Concordato in appello: limiti al ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 36667/2025, chiarisce i limiti del ricorso contro una sentenza emessa a seguito di ‘concordato in appello’. La Corte ha dichiarato inammissibili i ricorsi di diversi imputati per reati associativi di stampo mafioso, i quali avevano rinunciato ai motivi di appello in cambio di una rideterminazione della pena. La decisione sottolinea che tale accordo preclude la possibilità di sollevare in Cassazione questioni coperte dalla rinuncia, anche se relative a nullità o all’accertamento di responsabilità. È stato invece esaminato nel merito e rigettato il ricorso di un imputato che non aveva aderito all’accordo.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: Quando il Ricorso in Cassazione Diventa Inammissibile

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 36667 del 2025, offre un’importante lezione pratica sugli effetti del concordato in appello, un istituto processuale che, se da un lato può portare a una riduzione della pena, dall’altro limita drasticamente le successive possibilità di impugnazione. Questo strumento, disciplinato dall’articolo 599-bis del codice di procedura penale, permette alle parti di accordarsi su quali motivi d’appello accogliere, con conseguente rinuncia agli altri. La Corte ha chiarito come tale scelta strategica precluda quasi ogni via di ricorso al giudice di legittimità.

Il Caso: Reati Mafiosi e la Scelta del Rito in Appello

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’appello di Catania, che aveva riformato una pronuncia di primo grado nei confronti di diversi imputati accusati, a vario titolo, di reati gravi quali associazione di tipo mafioso, estorsione e violenza privata, spesso aggravati dal metodo mafioso. In sede di appello, la maggior parte degli imputati, tramite i propri difensori, aveva raggiunto un accordo con la Procura Generale, aderendo al cosiddetto concordato in appello. In pratica, avevano accettato una rideterminazione della pena, rinunciando a tutti gli altri motivi di gravame. Nonostante ciò, avevano successivamente proposto ricorso per cassazione. Un solo imputato, condannato per partecipazione ad associazione mafiosa ed estorsione, non aveva aderito all’accordo e ha impugnato la sentenza per motivi di merito.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha adottato decisioni diverse a seconda della posizione degli imputati:

1. Ricorsi inammissibili per gli aderenti al concordato: Per tutti gli imputati che avevano scelto il concordato in appello, i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la rinuncia ai motivi di appello, insita nell’accordo sulla pena, ha un effetto preclusivo che si estende al giudizio di cassazione. Non è possibile, quindi, contestare la responsabilità o la motivazione su punti ai quali si è volontariamente rinunciato.
2. Ricorso rigettato per il non aderente: Il ricorso dell’imputato che non aveva partecipato all’accordo è stato esaminato nel merito, ma rigettato. La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d’appello logica, coerente e priva di vizi, confermando la sua partecipazione al sodalizio criminale sulla base di numerose intercettazioni e altri elementi probatori.
3. Questione prescrizione: Anche il motivo sollevato da un imputato riguardo alla presunta prescrizione del reato è stato respinto, in quanto la Corte ha verificato che, a causa delle aggravanti e delle norme sul raddoppio dei termini per i reati di criminalità organizzata, la prescrizione non era affatto maturata.

Le Motivazioni: L’Effetto Preclusivo del Concordato in Appello

Il cuore della sentenza risiede nella spiegazione degli effetti dell’art. 599-bis c.p.p. La Corte di Cassazione ha chiarito che la definizione del processo con il concordato in appello limita non solo la cognizione del giudice di secondo grado, ma produce “effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale, ivi compreso il giudizio di legittimità”.

Accettando l’accordo, l’imputato rinuncia a contestare i punti non inclusi nell’accordo stesso. Di conseguenza, non può poi riproporre in Cassazione doglianze relative a motivi rinunciati, come vizi di motivazione sulla responsabilità, inutilizzabilità di prove o altre presunte nullità. L’accesso alla Cassazione, dopo un concordato, è ammesso solo per motivi eccezionali, come:

* Vizi legati alla formazione della volontà di accedere al concordato.
* Mancato consenso del Procuratore Generale.
* Contenuto della sentenza difforme dall’accordo.
* Illegalità della pena applicata (es. fuori dai limiti edittali).
Prescrizione maturata prima* della sentenza di appello.

Nel caso specifico, i ricorsi degli aderenti al concordato non rientravano in nessuna di queste categorie, risultando pertanto manifestamente infondati e generici.
Per quanto riguarda l’imputato che non ha aderito al concordato, la Corte ha svolto un’analisi approfondita, confermando come le intercettazioni ambientali e telefoniche dimostrassero in modo inequivocabile il suo ruolo attivo e stabile all’interno del clan, la sua sottomissione alle gerarchie e il suo coinvolgimento in attività criminali, respingendo così la tesi difensiva di una mera “presenza passiva”.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia ribadisce con forza un principio fondamentale per la difesa tecnica: la scelta di aderire al concordato in appello deve essere attentamente ponderata. Sebbene possa rappresentare un’opportunità per ottenere una pena più mite, essa comporta la quasi totale abdicazione al diritto di contestare la sentenza di condanna in Cassazione. Gli avvocati e i loro assistiti devono essere pienamente consapevoli che, una volta firmato l’accordo, lo spazio per un ulteriore controllo di legittimità si riduce a poche e specifiche eccezioni. La sentenza agisce come un monito sulla natura quasi definitiva della decisione presa in appello tramite concordato, cristallizzando l’accertamento di responsabilità e la pena concordata.

Se accetto un ‘concordato in appello’, posso comunque fare ricorso in Cassazione?
No, di regola non è possibile. La sentenza chiarisce che l’accordo implica la rinuncia ai motivi di appello, e questa rinuncia preclude la possibilità di riproporre le stesse questioni in Cassazione. Il ricorso è ammesso solo per vizi relativi alla formazione dell’accordo, per illegalità della pena o per prescrizione maturata prima della sentenza d’appello.

Cosa succede se rinuncio a un motivo di appello relativo all’inutilizzabilità delle intercettazioni?
Se si rinuncia a tale motivo nell’ambito di un concordato in appello, non è più possibile sollevare la questione in sede di ricorso per cassazione. La rinuncia copre tutti gli aspetti di merito e processuali non inclusi nell’accordo, rendendo inammissibile ogni successiva doglianza su quel punto.

La partecipazione a un’associazione mafiosa richiede un ruolo apicale?
No. La Corte ha confermato che per integrare il reato di partecipazione non è necessario avere un ruolo di vertice o di organizzatore. È sufficiente un rapporto di stabile e organica compenetrazione con il tessuto organizzativo del sodalizio, rimanendo a disposizione per il perseguimento dei fini criminosi, anche per compiti di ‘bassa manovalanza’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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