LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Concordato in appello: i limiti del ricorso

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19627/2024, ha definito i limiti di impugnazione di una sentenza emessa a seguito di concordato in appello (art. 599-bis c.p.p.). Tre imputati avevano fatto ricorso lamentando vizi di motivazione e procedurali. La Corte ha rigettato due ricorsi e dichiarato inammissibile il terzo, chiarendo che il concordato in appello limita fortemente i motivi di impugnazione. Errori materiali nella motivazione, come il ‘copia-incolla’ da altri atti, non sono sufficienti a invalidare la sentenza se gli elementi essenziali della decisione sono presenti. Inoltre, l’accordo tra le parti preclude la possibilità di sollevare in Cassazione questioni a cui si era rinunciato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concordato in Appello: i Limiti al Ricorso in Cassazione

Introduzione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 19627 del 2024, offre importanti chiarimenti sui limiti e le condizioni per impugnare una sentenza emessa a seguito di concordato in appello, l’istituto previsto dall’articolo 599-bis del codice di procedura penale. Questo strumento processuale, noto anche come “patteggiamento in appello”, consente alle parti di accordarsi sulla rideterminazione della pena, rinunciando ai motivi di impugnazione. La pronuncia in esame analizza tre distinti ricorsi, evidenziando come la scelta di questo rito alternativo precluda gran parte delle contestazioni successive davanti alla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il caso nasce dal ricorso di tre imputati, condannati in primo grado per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. In secondo grado, davanti alla Corte d’Appello, le parti avevano raggiunto un accordo, un concordato in appello, per la rideterminazione della pena a cinque anni di reclusione per ciascuno. La Corte d’Appello, recependo l’accordo, aveva riformato la sentenza di primo grado limitatamente alla pena, confermando nel resto, inclusa l’applicazione della misura di sicurezza della libertà vigilata per uno degli imputati.

L’Impugnazione in Cassazione

Nonostante l’accordo, i tre imputati hanno presentato ricorsi separati in Cassazione, sollevando diverse questioni:
1. Il primo ricorrente lamentava una “manifesta illogicità della motivazione”, sostenendo che la sentenza d’appello fosse il risultato di un’errata operazione di “copia-incolla” da altri procedimenti, contenendo riferimenti a fatti e soggetti estranei al processo.
2. Il secondo ricorrente contestava sia la violazione delle norme sulla formazione del concordato in appello, asserendo che il consenso del Procuratore Generale era stato prestato solo sull’ipotesi di accordo che escludeva la misura di sicurezza, sia la contraddittorietà della motivazione che confermava tale misura.
3. Il terzo ricorrente, infine, deduceva la violazione dell’obbligo del giudice di verificare la sussistenza di cause di proscioglimento prima di ratificare l’accordo, in violazione del principio del favor rei.

Il concordato in appello e la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato dettagliatamente i motivi di ricorso, fornendo una guida chiara sulla portata del controllo di legittimità sulle sentenze emesse ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p.

Sulla motivazione “copia-incolla”

La Corte ha riconosciuto la presenza di “incongruenze” e riferimenti a fatti estranei nella sentenza impugnata, riconducibili a un errore materiale di redazione. Tuttavia, ha stabilito che tali errori non sono sufficienti a viziare la sentenza. In caso di accordo tra le parti, l’obbligo di motivazione del giudice è attenuato. È sufficiente una succinta descrizione del fatto (desumibile dal capo d’imputazione), la conferma della correttezza della qualificazione giuridica, la verifica dell’assenza di cause di proscioglimento evidenti (art. 129 c.p.p.) e la valutazione della congruità della pena concordata. Le imprecisioni non inficiavano questi elementi essenziali.

Sulla validità dell’accordo e la misura di sicurezza

Analizzando gli atti processuali, la Cassazione ha accertato che la proposta di concordato presentata in udienza prevedeva espressamente un’opzione subordinata: l’accordo restava valido “anche senza esclusione della misura di sicurezza”. La Corte d’Appello aveva quindi legittimamente recepito questa seconda ipotesi, ritenendo raggiunto l’accordo su di essa. La motivazione a sostegno della pericolosità sociale, pur contenendo anch’essa riferimenti erronei, era stata ritenuta intrinsecamente logica e fondata sul ruolo di rilievo ricoperto dall’imputato nel sodalizio criminale, elemento sufficiente a giustificare la misura.

Sull’inammissibilità del ricorso e il dovere di motivazione

Il ricorso del terzo imputato è stato dichiarato manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. La giurisprudenza è costante nel ritenere che, in caso di patteggiamento (principio esteso al concordato in appello), il controllo di legittimità sulla mancata declaratoria di proscioglimento è possibile solo se la causa di non punibilità emerge ictu oculi (a prima vista) dal testo della sentenza, senza necessità di ulteriori indagini. Poiché nel caso di specie non vi era tale evidenza, il motivo di ricorso è stato respinto. L’inammissibilità del motivo originario ha travolto anche i motivi nuovi presentati successivamente.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la scelta del concordato in appello comporta una rinuncia implicita a far valere la maggior parte delle doglianze. Il ricorso in Cassazione avverso una tale sentenza è ammissibile solo per motivi molto specifici, quali vizi nella formazione della volontà delle parti, un contenuto della pronuncia difforme dall’accordo o una pena illegale. Non è possibile, invece, rimettere in discussione questioni (anche rilevabili d’ufficio) a cui l’interessato ha rinunciato in funzione dell’accordo sulla pena. Questo potere dispositivo delle parti limita non solo la cognizione del giudice d’appello ma ha anche effetti preclusivi sull’intero svolgimento processuale successivo, incluso il giudizio di legittimità.

Conclusioni

La sentenza n. 19627/2024 consolida l’orientamento secondo cui il concordato in appello è un atto dispositivo che chiude la gran parte delle questioni processuali. Le parti che vi accedono devono essere consapevoli che i margini per un successivo ricorso in Cassazione sono estremamente ridotti. Errori materiali nella stesura della sentenza non sono di per sé sufficienti per l’annullamento, se la sostanza della decisione rispetta i canoni minimi richiesti per questo rito. La pronuncia sottolinea l’importanza di una formulazione chiara e completa della proposta di accordo, incluse eventuali opzioni subordinate, poiché sarà su quella base che il giudice deciderà e che verrà valutata la legittimità della sentenza.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza basata su un “concordato in appello” per vizi di motivazione come l’uso del “copia-incolla”?
No, non se l’errore è puramente materiale e non inficia gli elementi essenziali della decisione. La Corte ha stabilito che, in caso di accordo, la motivazione può essere succinta. Incongruenze come il “copia-incolla” da altri atti, pur essendo un errore, non determinano l’annullamento della sentenza se la congruità della pena e l’assenza di cause di proscioglimento evidenti sono state correttamente valutate.

Cosa succede se l’accordo tra le parti in appello contiene opzioni subordinate, ad esempio sull’applicazione di una misura di sicurezza?
Se la proposta di accordo prevede un’opzione principale (es. rideterminazione della pena con esclusione della misura di sicurezza) e una subordinata (es. accordo valido anche senza l’esclusione della misura), il giudice può ritenere raggiunto l’accordo sull’opzione subordinata. In tal caso, la sentenza è legittima e non si configura una violazione della volontà delle parti.

In caso di “concordato in appello”, il giudice è tenuto a motivare ampiamente l’assenza di cause di proscioglimento?
No. Il controllo del giudice sulle cause di proscioglimento previste dall’art. 129 c.p.p. è limitato a ciò che emerge in modo evidente dagli atti, senza necessità di approfondite valutazioni. Di conseguenza, il ricorso in Cassazione per omessa motivazione su questo punto è ammissibile solo se la causa di proscioglimento era palese ed evidente dal testo stesso della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati