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Concessioni demaniali: abusi edilizi e reati

Una società turistica ha impugnato un sequestro preventivo del proprio stabilimento balneare a causa di opere non autorizzate. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale in materia di concessioni demaniali: le ‘variazioni sostanziali’ non autorizzate rispetto alla concessione originale non costituiscono il semplice reato istantaneo di ‘innovazioni’, ma integrano il più grave reato permanente di ‘occupazione arbitraria’ (art. 1161 cod. nav.). Questo perché tali modifiche radicali richiedono una nuova autorizzazione (‘concessione suppletiva’), in assenza della quale l’occupazione è illegale e continua nel tempo, impedendo così l’estinzione del reato per prescrizione.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concessioni Demaniali: Quando l’Abuso Edilizio Diventa Reato Permanente

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 13576/2025) offre un chiarimento cruciale per tutti gli operatori del settore turistico-balneare, definendo il sottile confine tra reato istantaneo e reato permanente in caso di abusi edilizi su concessioni demaniali. La pronuncia stabilisce che le modifiche ‘sostanziali’ non autorizzate non sono semplici ‘innovazioni’, ma si trasformano nel più grave reato di occupazione arbitraria, con importanti conseguenze sulla prescrizione.

I Fatti del Caso: Un Sequestro sul Litorale

Il caso riguarda il gestore di uno stabilimento balneare, titolare di una società turistica, che ha impugnato un’ordinanza di sequestro preventivo dell’intera area. Il provvedimento era stato emesso a seguito dell’accertamento di numerose opere realizzate senza titolo, tra cui una pedana poligonale di oltre 1.100 mq, una struttura bar, una tensostruttura in pvc e altri manufatti che avevano di fatto ‘destagionalizzato’ l’attività, snaturando la concessione originaria.
Il ricorrente sosteneva che tali opere, realizzate anni addietro, configurassero al massimo il reato di ‘innovazioni non autorizzate’, di natura istantanea e quindi ormai prescritto. Il Tribunale del riesame, tuttavia, aveva confermato il sequestro, ritenendo che la condotta integrasse un’arbitraria occupazione del suolo pubblico, un reato di natura permanente.

La Decisione della Cassazione sulle concessioni demaniali

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando l’impianto accusatorio e fornendo una ricostruzione giuridica di grande rilevanza. I giudici hanno chiarito che, nell’ambito delle concessioni demaniali, occorre distinguere tra due tipi di variazioni abusive:

1. Variazioni non sostanziali: Modifiche minori che non alterano il complesso della concessione. Se realizzate senza autorizzazione (una semplice ‘variante’), configurano il reato di ‘innovazioni arbitrarie’. Questo reato ha natura istantanea: si consuma con la fine dei lavori e la prescrizione inizia a decorrere da quel momento.
2. Variazioni sostanziali: Modifiche radicali che riguardano l’estensione dell’area, le opere concesse o le modalità di esercizio. Queste trasformazioni richiedono un nuovo e autonomo provvedimento, definito ‘concessione suppletiva’. Realizzarle senza questo titolo equivale a un’attività sine titulo, che integra il reato permanente di ‘occupazione arbitraria’ di suolo demaniale.

Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che le opere realizzate fossero talmente impattanti da rientrare pienamente nella seconda categoria, qualificando la condotta come un’occupazione illegittima e continuativa.

Le Motivazioni: Occupazione Arbitraria vs. Innovazioni non Autorizzate

Il cuore della motivazione risiede nella precisa distinzione tra le fattispecie di reato previste dall’articolo 1161 del Codice della Navigazione. La Corte spiega che il discrimine non è la mera realizzazione di un’opera, ma la sua incidenza sulla struttura della concessione.

La Natura del Reato: Istantaneo o Permanente?

La differenza è fondamentale. Un reato istantaneo si esaurisce nel momento in cui la condotta viene posta in essere. Un reato permanente, invece, perdura nel tempo finché non cessa la condotta antigiuridica. Nel caso dell’occupazione arbitraria, il reato continua a sussistere ogni giorno in cui l’area resta illegittimamente occupata. Di conseguenza, il termine di prescrizione inizia a decorrere solo dal momento in cui cessa l’occupazione (ad esempio, con la rimozione delle opere o il rilascio di una concessione sanante).

Il Ruolo della ‘Concessione Suppletiva’

La Corte sottolinea che per modifiche di tale portata non è sufficiente una semplice autorizzazione in sanatoria. È necessario un nuovo atto concessorio che prenda atto della mutata realtà. In assenza di questo, l’intera porzione di area interessata dalle modifiche sostanziali è da considerarsi occupata senza titolo, anche se ricade all’interno del perimetro originario della concessione.

La Non Automaticità della Decadenza

Un altro punto chiarito dalla sentenza è che la decadenza della concessione, pur essendo la conseguenza di gravi inadempienze (come le innovazioni sostanziali non autorizzate), non è mai automatica. Essa deve essere dichiarata formalmente dall’Amministrazione competente al termine di un apposito procedimento. Il giudice penale, in sede di valutazione del fumus commissi delicti per il sequestro, non dichiara la decadenza, ma si limita a constatare che l’occupazione avviene senza un titolo idoneo a coprire le opere realizzate.

Le Conclusioni: Implicazioni per i Gestori di Stabilimenti Balneari

La sentenza rappresenta un monito importante per tutti i titolari di concessioni demaniali. Qualsiasi intervento che modifichi in modo significativo la struttura o le modalità di esercizio dello stabilimento deve essere preventivamente autorizzato con un titolo adeguato. Agire in difformità non espone solo a sanzioni amministrative, ma al rischio di commettere il grave reato permanente di occupazione arbitraria. Questo reato, non essendo soggetto a una facile prescrizione, può portare a conseguenze severe come il sequestro preventivo dell’intera struttura e una condanna penale, anche a distanza di molti anni dalla realizzazione delle opere.

Realizzare opere non previste nella concessione demaniale è sempre un reato permanente?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che bisogna distinguere. Se le opere costituiscono ‘variazioni non sostanziali’, si commette il reato di ‘innovazioni arbitrarie’, che è istantaneo e si prescrive prima. Se invece le opere sono ‘variazioni sostanziali’ (che modificano l’estensione, le opere o le modalità d’uso concesse), si configura il più grave e permanente reato di ‘occupazione arbitraria’, perché tali modifiche richiederebbero una nuova ‘concessione suppletiva’.

La decadenza di una concessione demaniale per abusi è automatica?
No, la sentenza ribadisce che la decadenza della concessione non è mai ‘implicita’ o ‘automatica’. Deve essere dichiarata formalmente dalla Pubblica Amministrazione al termine di uno specifico procedimento, come previsto dall’art. 47 del Codice della Navigazione. Il giudice penale non può dichiarare autonomamente la decadenza.

Qual è la differenza tra ‘innovazione arbitraria’ e ‘occupazione arbitraria’ secondo la sentenza?
L”innovazione arbitraria’ è la realizzazione di opere non autorizzate che non alterano in modo sostanziale la concessione; è un reato istantaneo. L”occupazione arbitraria’ si verifica quando si occupa un’area demaniale senza titolo, oppure quando le innovazioni non autorizzate sono talmente ‘sostanziali’ da richiedere una nuova concessione. In questo secondo caso, l’innovazione si trasforma in occupazione, un reato permanente che dura finché l’opera abusiva non viene rimossa o sanata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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