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Concessione demaniale scaduta: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società che occupava un’area demaniale marittima dopo la scadenza della propria concessione. Nonostante un provvedimento amministrativo provvisorio avesse sospeso l’ordine di sgombero, la Corte ha confermato la legittimità del sequestro preventivo, sottolineando che l’assenza di una valida concessione demaniale configura il reato di occupazione abusiva, considerato di natura permanente. Il pagamento di un’indennità di occupazione, anziché di un canone, è stato ritenuto una prova ulteriore della mancanza di un titolo valido.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Concessione Demaniale Scaduta: Occupare la Spiaggia è Reato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di gestione dei beni pubblici: l’occupazione di un’area demaniale marittima senza un valido titolo è un reato, anche se un provvedimento provvisorio del giudice amministrativo ha temporaneamente sospeso un ordine di sgombero. Questo caso offre spunti fondamentali per gli operatori del settore balneare sulla gestione di una concessione demaniale e sui rischi legati alla sua scadenza.

I Fatti del Caso

Una società, titolare di una concessione demaniale per la gestione di un’area adibita a spiaggia attrezzata, si vedeva scadere il proprio titolo alla fine del 2020. Nonostante la scadenza, la società continuava ad occupare l’arenile. Le autorità competenti emettevano diversi provvedimenti di sgombero, che la società impugnava davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR).

In un primo momento, il TAR concedeva una sospensione provvisoria dell’ordine di sgombero. Proprio durante il periodo di efficacia di questa sospensione, la Procura disponeva il sequestro preventivo dell’area, contestando il reato di abusiva occupazione di spazio demaniale. Successivamente, il TAR si pronunciava nel merito respingendo il ricorso della società e confermando la legittimità dello sgombero.

La società ricorreva allora al tribunale del riesame contro il sequestro, sostenendo che l’occupazione era legittimata dal provvedimento provvisorio del TAR. Il tribunale del riesame rigettava l’istanza e la questione giungeva così dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso della società inammissibile, confermando in pieno la validità del sequestro preventivo. I giudici hanno stabilito che un provvedimento cautelare e provvisorio, come la sospensiva del TAR, non può in alcun modo sostituire un valido titolo autorizzativo, ovvero una concessione demaniale in corso di validità.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su alcuni pilastri giuridici fondamentali. In primo luogo, ha chiarito che il reato di occupazione abusiva di demanio marittimo è un reato permanente. Ciò significa che la condotta illecita non si esaurisce in un singolo momento, ma perdura per tutto il tempo in cui l’occupazione senza titolo prosegue. La sospensione temporanea dello sgombero non fa venir meno l’illegalità della condotta, ma incide solo sull’esecutività di un atto amministrativo.

In secondo luogo, i giudici hanno dato grande peso a un dettaglio emerso dagli atti: la società, dopo una precedente sentenza del TAR, aveva versato un'”indennità di occupazione” invece di un “canone concessorio”. Per la Corte, questa circostanza è la prova lampante dell’assenza di una valida concessione demaniale, poiché l’indennità è dovuta proprio in caso di occupazione priva di titolo.

Infine, è stata ritenuta irrilevante la distinzione, proposta dalla difesa, tra “stabilimento balneare” e “spiaggia libera attrezzata”. Ai fini del reato, ciò che conta è l’assenza del titolo autorizzativo che legittimi l’occupazione dell’area con manufatti, a prescindere dalla qualificazione del servizio offerto.

Le Conclusioni

Questa sentenza invia un messaggio chiaro agli operatori del settore: non è possibile fare affidamento su provvedimenti giudiziari provvisori per giustificare la permanenza su un’area demaniale dopo la scadenza della concessione. L’unico elemento che legittima l’occupazione è un titolo concessorio valido ed efficace. L’assenza di tale titolo integra una fattispecie di reato permanente, esponendo i gestori al rischio di sequestro e a un procedimento penale, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È sufficiente un provvedimento provvisorio di un giudice amministrativo (TAR) che sospende lo sgombero per legittimare l’occupazione di un’area demaniale?
No, la Corte ha stabilito che un provvedimento provvisorio, poi superato da una decisione di merito, non costituisce un valido titolo autorizzativo e non fa venir meno il carattere permanente del reato di occupazione abusiva, data l’assenza di una concessione demaniale valida.

Il pagamento di un’indennità di occupazione al posto del canone equivale ad avere una concessione demaniale valida?
No, al contrario. La Corte ha sottolineato che il versamento di una “indennità di occupazione” è una circostanza che dimostra l’assenza di un valido titolo concessorio, poiché tale indennità è prevista proprio per le occupazioni prive di titolo.

L’occupazione di un’area demaniale senza titolo è un reato anche se si offre un servizio di “spiaggia attrezzata” accessibile a tutti?
Sì. La Corte ha ritenuto irrilevante la distinzione tra stabilimento balneare e spiaggia attrezzata ai fini della configurazione del reato. L’elemento decisivo è l’assenza di un valido titolo autorizzativo che permetta l’occupazione dell’area demaniale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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