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Comportamento abituale: no a tenuità e attenuanti

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, confermando che il comportamento abituale dell’imputato, desunto dal suo curriculum criminale, osta al riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e alla concessione delle attenuanti generiche. La decisione si fonda sulla radicata propensione a delinquere dell’individuo.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Comportamento Abituale: Quando i Precedenti Escludono Sconti di Pena

L’ordinamento giuridico penale prevede meccanismi per adeguare la sanzione alla specifica situazione personale e fattuale. Tra questi, spiccano la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e le attenuanti generiche. Tuttavia, la loro applicazione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il comportamento abituale di un imputato, desumibile da un curriculum criminale significativo, costituisce un ostacolo insormontabile per ottenere tali benefici. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Ricorso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione lamentando due violazioni di legge:
1. Il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131-bis del codice penale.
2. La mancata concessione delle attenuanti generiche, disciplinate dall’articolo 62-bis del codice penale.

La difesa sosteneva che, nonostante i precedenti, il fatto specifico fosse di lieve entità e che si dovesse tenere conto di circostanze positive per mitigare la pena. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della sentenza impugnata.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. I motivi presentati, secondo i giudici, non erano idonei a essere discussi in sede di legittimità, in quanto si limitavano a riproporre questioni già correttamente valutate e respinte dalla Corte d’Appello con motivazioni logiche e giuridicamente fondate.

La decisione della Cassazione si è concentrata sulla correttezza del ragionamento dei giudici di merito nel negare entrambi i benefici richiesti, proprio alla luce della personalità dell’imputato emersa dai suoi trascorsi giudiziari.

Le Motivazioni

L’ordinanza ha chiarito in modo dettagliato le ragioni del rigetto, fornendo importanti spunti interpretativi sull’applicazione degli istituti in questione.

Il Comportamento Abituale come Ostacolo alla Tenuità del Fatto

Il punto centrale della decisione riguarda il diniego dell’art. 131-bis c.p. La Corte territoriale aveva motivato il rigetto evidenziando il ricco curriculum criminale dell’imputato. Questo era gravato non solo da precedenti penali specifici e recenti, ma anche da reati più gravi come rapina e detenzione abusiva di armi.

Secondo la Cassazione, tale quadro è espressione di una “propensione a delinquere radicata e di vasto tipo”. Questa condizione integra il presupposto ostativo del comportamento abituale. La legge, infatti, esclude la non punibilità per particolare tenuità del fatto quando l’autore ha commesso reati della stessa indole, anche se accertati in altri procedimenti. Questo principio serve a evitare che la norma diventi un’ingiustificata forma di impunità per chi delinque serialmente, anche se per fatti di modesta entità.

Il Diniego delle Attenuanti e il Ruolo del Comportamento Processuale

Anche per quanto riguarda il secondo motivo, relativo alle attenuanti generiche, la Corte ha ritenuto la decisione dei giudici di merito immune da vizi. La motivazione del diniego era fondata sull’assenza di elementi positivi valutabili, tenuto conto della gravità oggettiva del reato e, ancora una volta, della personalità dell’imputato.

La Cassazione ha ricordato il suo orientamento consolidato: per negare le attenuanti generiche, il giudice non è tenuto ad analizzare ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma è sufficiente che faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi. Nel caso di specie, i reiterati precedenti penali e il comportamento processuale negativo sono stati considerati elementi sufficienti a giustificare la decisione, superando ogni altra possibile valutazione. Inoltre, a seguito delle modifiche legislative del 2008, la sola incensuratezza non è più un elemento idoneo, da solo, a giustificare la concessione delle attenuanti; a maggior ragione, un curriculum criminale negativo può essere l’unico e sufficiente motivo per negarle.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di rigore nella valutazione della personalità dell’imputato ai fini della concessione di benefici penali. La decisione insegna che il comportamento abituale, inteso come tendenza a commettere reati della stessa indole, è un fattore determinante che preclude l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Allo stesso modo, un curriculum criminale negativo e una personalità incline al delitto possono legittimamente fondare il diniego delle attenuanti generiche, senza che il giudice sia obbligato a cercare ulteriori elementi a favore dell’imputato. Questa pronuncia riafferma la necessità di un’analisi complessiva della condotta di vita del reo, evitando automatismi e garantendo che i benefici di legge siano riservati solo a chi ne è meritevole.

Perché è stata negata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
È stata negata a causa del comportamento abituale dell’imputato, dimostrato dal suo curriculum criminale gravato da plurimi precedenti penali specifici, anche recenti, che indicavano una radicata propensione a delinquere.

Quando il comportamento abituale impedisce l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale?
Il comportamento abituale impedisce l’applicazione dell’art. 131-bis quando l’autore del reato ha commesso in precedenza altri reati della stessa indole, i quali, nel loro insieme, dimostrano una tendenza a delinquere e non un episodio isolato.

È sufficiente il curriculum criminale per negare le attenuanti generiche?
Sì, secondo la Corte, è sufficiente. In caso di diniego delle attenuanti generiche, il giudice può motivare la sua decisione basandosi esclusivamente sui precedenti specifici e reiterati dell’imputato e sul suo comportamento processuale negativo, in assenza di elementi positivi da valutare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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