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Competenza territoriale truffa: la guida della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25992/2025, ha chiarito un punto cruciale sulla competenza territoriale truffa. Nel caso di frodi realizzate tramite pagamenti su carte con IBAN, assimilabili a bonifici, il reato si considera consumato non dove la vittima effettua il versamento, ma nel luogo in cui il truffatore consegue l’ingiusto profitto, ovvero presso la filiale bancaria dove è aperto il conto corrente collegato alla carta. La Corte ha quindi annullato le sentenze di merito che avevano individuato la competenza nel luogo del pagamento, rinviando il processo al tribunale del luogo in cui si trovava il conto del beneficiario.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale Truffa: Decide il Luogo dell’Accredito sul Conto Corrente

In un’era dominata dalle transazioni digitali, definire con esattezza dove si consuma un reato come la truffa è fondamentale. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25992 del 2025, offre un chiarimento decisivo sulla competenza territoriale truffa, stabilendo un principio chiaro per i casi di frode realizzati con pagamenti su carte dotate di IBAN. La questione centrale è: il processo si deve tenere dove la vittima paga o dove il truffatore incassa? La risposta della Corte è netta e favorisce la seconda opzione.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per concorso in truffa. L’imputato, attraverso artifizi e raggiri, aveva indotto la persona offesa a effettuare una ricarica di quasi 4.000 euro su una carta prepagata tramite uno sportello bancomat. La vittima aveva eseguito l’operazione presso una filiale bancaria di Ravenna, mentre la carta beneficiaria del pagamento era collegata a un conto corrente acceso presso una banca di Frascati.

L’Eccezione di Incompetenza Territoriale

La difesa dell’imputato aveva fin da subito sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale. Secondo l’avvocato, il giudice competente non era quello di Ravenna, bensì quello di Velletri, nel cui circondario si trova Frascati. L’argomentazione si fondava sulla natura dello strumento di pagamento: non una semplice carta ricaricabile “portabile”, ma una “carta con IBAN” strettamente collegata a uno specifico conto corrente territoriale. Pertanto, il reato non si poteva considerare consumato con la semplice disposizione di pagamento, ma solo nel momento e nel luogo in cui il truffatore aveva ottenuto l’effettiva disponibilità del denaro, ovvero con l’accredito sul suo conto a Frascati.

La Competenza Territoriale Truffa: La Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della difesa, ritenendolo fondato e assorbente rispetto alle altre censure. I giudici hanno stabilito che l’operazione effettuata dalla vittima è assimilabile a un bonifico bancario. In questi casi, la giurisprudenza consolidata afferma che il delitto di truffa si perfeziona non nel luogo in cui la vittima dà l’ordine di pagamento, ma in quello in cui l’agente consegue l’ingiusto profitto. Il profitto, nel caso di un accredito su conto corrente, si realizza quando la somma entra nella disponibilità giuridica del beneficiario, permettendogli di riscuoterla o utilizzarla. Questo momento coincide con l’accreditamento della somma sul conto corrente di destinazione.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che, a differenza delle ricariche su carte non collegate a conti (come alcune carte di pagamento generiche), una carta con IBAN è legata a un conto corrente autonomo e specifico, radicato presso una determinata filiale. L’operazione, sebbene eseguita da uno sportello automatico, fa confluire il denaro su questo conto. La cosiddetta “portabilità” dello strumento (la carta fisica) è irrilevante; ciò che conta è la localizzazione del conto corrente su cui la somma viene effettivamente accreditata. La disponibilità economica per il truffatore sorge solo in quel momento e in quel luogo.
Di conseguenza, il reato si è consumato a Frascati, luogo dove era acceso il conto corrente del beneficiario. La competenza a giudicare spetta quindi al Tribunale di Velletri.

Conclusioni

Questa sentenza consolida un principio di diritto fondamentale per la gestione dei processi per truffe online e digitali. Stabilisce una regola chiara: per la competenza territoriale truffa che si realizza tramite accredito su conto corrente o strumenti assimilabili (come le carte con IBAN), il foro competente è quello del luogo in cui il beneficiario della somma ha il proprio conto. Tale approccio garantisce certezza giuridica e individua il luogo del processo nel punto in cui il reato giunge a effettivo compimento, cioè dove il profitto illecito diventa concreto e disponibile per il reo. La Corte ha quindi annullato la sentenza impugnata e quella di primo grado, disponendo il rinvio per un nuovo giudizio davanti al Tribunale di Velletri.

Nel reato di truffa online con pagamento su carta con IBAN, qual è il tribunale competente a giudicare?
Il tribunale competente è quello del luogo in cui si trova la filiale bancaria presso cui è acceso il conto corrente collegato alla carta del truffatore, perché è lì che egli consegue l’effettivo profitto con l’accredito della somma.

Perché il luogo dove la vittima effettua il pagamento non è rilevante per la competenza territoriale truffa in questo caso?
Non è rilevante perché il semplice ordine di pagamento non coincide con la consumazione del reato. Il reato si perfeziona solo quando il truffatore ottiene la disponibilità materiale e giuridica del denaro, e ciò avviene con l’accredito sul suo conto corrente.

Cosa succede se il luogo in cui il truffatore riceve il denaro non è determinabile?
La sentenza specifica che, laddove non sia possibile determinare con certezza il luogo della riscossione o dell’accredito, si devono applicare le regole suppletive previste dall’articolo 9 del codice di procedura penale, che fanno riferimento, in subordine, al luogo di residenza, dimora o domicilio dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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