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Competenza territoriale truffa: assegno circolare

La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini della competenza territoriale truffa, quando non è noto il luogo di incasso di un assegno circolare, la giurisdizione spetta al giudice del luogo in cui è avvenuta la consegna del titolo. Questa consegna, infatti, rappresenta l’ultima parte nota della condotta criminale e il momento in cui la vittima perde la disponibilità della somma, concretizzando il danno. La sentenza annulla la decisione della Corte d’Appello che aveva erroneamente trasferito la competenza.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza territoriale truffa: la Cassazione decide sul luogo del reato con assegno circolare

Determinare la corretta competenza territoriale truffa è un passo fondamentale per la validità di un intero processo penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 15248/2025) interviene su un punto cruciale: dove si considera commesso il reato di truffa quando la vittima paga con un assegno circolare? La risposta non è scontata e dipende dalla distinzione tra il momento del danno e quello del profitto.

I fatti di causa

Il caso origina da un procedimento per truffa in cui la vittima, in cambio di una polizza assicurativa poi rivelatasi inesistente, consegnava un assegno circolare all’imputato. Il Tribunale di Bologna, luogo dove era avvenuta la consegna del titolo, aveva condannato l’imputato in primo grado.

Successivamente, la Corte di Appello di Bologna, accogliendo un’eccezione della difesa, annullava la sentenza di primo grado. Sosteneva infatti che la competenza non fosse di Bologna, ma del Tribunale di Treviso, e trasmetteva gli atti a quest’ultimo. La parte civile, ritenendo errata tale decisione, proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che la competenza del Tribunale di Bologna fosse stata correttamente individuata sin dall’inizio.

La questione sulla competenza territoriale truffa

Il nodo centrale della questione giuridica riguarda l’individuazione del locus commissi delicti, ovvero il luogo di consumazione del reato di truffa (art. 640 c.p.). Questo reato si perfeziona con la coesistenza di due eventi: il danno patrimoniale per la vittima (deminutio patrimonii) e l’ingiusto profitto per l’agente (locupletatio).

La difesa dell’imputato e la Corte d’Appello si basavano su un orientamento giurisprudenziale secondo cui il reato si consuma nel momento e nel luogo in cui il truffatore acquisisce l’effettiva disponibilità economica del bene, ovvero quando incassa l’assegno. La parte civile, invece, sosteneva che la consegna (traditio) dell’assegno circolare a Bologna fosse sufficiente a radicare la competenza in quel foro.

Assegno bancario vs. Assegno circolare: una differenza chiave

La Corte di Cassazione, nel risolvere la controversia, sottolinea la fondamentale differenza tra assegno bancario e assegno circolare.
Assegno bancario: È una promessa di pagamento. Il danno per la vittima e il profitto per il truffatore si concretizzano solo nel momento in cui l’assegno viene posto all’incasso e la somma viene effettivamente addebitata sul conto del traente.
Assegno circolare: È un titolo di credito la cui provvista è garantita dalla banca emittente al momento stesso dell’emissione. Per la vittima, la perdita della disponibilità della somma (il danno) avviene in un momento precedente all’incasso, ovvero quando l’assegno esce dalla sua sfera di controllo e viene consegnato a terzi.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso della parte civile. Pur ribadendo che la truffa è un reato istantaneo e di danno che si perfeziona con la realizzazione del profitto dell’agente, ha chiarito come applicare questo principio al caso specifico.

Nel caso dell’assegno circolare, il danno per la persona offesa si realizza prima del conseguimento del profitto. Il danno si concretizza quando il titolo viene consegnato al truffatore, uscendo dalla sfera patrimoniale della vittima. Il profitto, invece, si realizza quando l’agente incassa o utilizza l’assegno come mezzo di pagamento.

Il punto decisivo, tuttavia, è la regola suppletiva dettata dall’articolo 9 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, se il luogo di consumazione del reato è incerto o sconosciuto, la competenza spetta al giudice del luogo in cui è avvenuta una parte dell’azione o, in subordine, l’ultima parte nota della condotta. Nel caso in esame, era ignoto il luogo in cui l’imputato aveva incassato o scambiato l’assegno. Di conseguenza, l’ultima parte identificabile della condotta criminale era proprio la consegna del titolo, avvenuta a Bologna. È in quel momento e in quel luogo che l’assegno è uscito dalla disponibilità della parte lesa, concretizzando il danno. Pertanto, la Corte d’Appello ha errato nel ritenere competente il Tribunale di Treviso.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, riaffermando la competenza del foro di Bologna. Questa decisione chiarisce un importante principio in materia di competenza territoriale truffa: quando si utilizza un assegno circolare e il luogo di incasso è ignoto, la competenza si radica nel luogo della consegna del titolo. Tale luogo rappresenta l’ultima frazione nota della condotta criminosa, sufficiente a determinare il giudice naturale del processo secondo le regole del codice di procedura penale.

Quando si considera consumato il reato di truffa se il pagamento avviene con un assegno circolare?
Il reato si perfeziona nel momento in cui si realizza sia il danno per la vittima (deminutio patrimonii) sia il profitto per l’agente (locupletatio). Tuttavia, ai fini della competenza territoriale, se il luogo dell’incasso (profitto) è ignoto, si fa riferimento al luogo dell’ultima parte nota della condotta, ovvero la consegna dell’assegno.

Qual è la differenza tra assegno bancario e assegno circolare ai fini della consumazione della truffa?
Con l’assegno bancario, la perdita patrimoniale della vittima e l’arricchimento del truffatore tendenzialmente coincidono con l’incasso. Con l’assegno circolare, la perdita per la vittima (il danno) è anticipata al momento della consegna del titolo, poiché la provvista è già stata bloccata dalla banca, mentre il profitto per il truffatore si realizza solo con l’incasso o l’utilizzo del titolo.

Come si determina la competenza territoriale se non si sa dove l’assegno circolare è stato incassato?
Secondo la sentenza, in applicazione dell’art. 9 del codice di procedura penale, se il luogo di consumazione del reato (l’incasso) non è noto, la competenza è del giudice del territorio in cui si è svolta l’ultima parte identificabile della condotta. Nel caso di specie, questa è stata la consegna dell’assegno all’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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