LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza territoriale riciclaggio: decide l’ultimo atto

In un caso di riciclaggio transnazionale, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale per la determinazione della competenza territoriale. La Corte ha chiarito che, quando il reato si realizza attraverso condotte frammentarie e progressive, la competenza spetta al giudice del luogo in cui è stata compiuta l’ultima azione dissimulatoria, e non la prima. Nella fattispecie, l’ultimo atto, ovvero un trasferimento di contanti, si è verificato a Milano, radicando lì la competenza, nonostante altre operazioni fossero avvenute all’estero o in altre giurisdizioni.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale Riciclaggio: la Cassazione Sceglie l’Ultimo Atto

La determinazione della competenza territoriale riciclaggio rappresenta una delle sfide più complesse nel diritto processuale penale, specialmente nei casi che coinvolgono operazioni finanziarie transfrontaliere e condotte frammentate. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo che per i reati di riciclaggio a consumazione progressiva, la competenza si radica nel luogo dove viene compiuto l’ultimo frammento della condotta dissimulatoria.

I Fatti del Caso: un Rinvio dal Tribunale di Milano

Il caso trae origine da un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano. Il giudice, trovandosi di fronte a un complesso procedimento per riciclaggio, ha sollevato una questione di competenza territoriale, chiedendo alla Corte di Cassazione di stabilire se il procedimento dovesse proseguire a Milano o presso il Tribunale di Busto Arsizio. Il dubbio nasceva dalle diverse interpretazioni giurisprudenziali su quale momento della condotta di riciclaggio fosse decisivo per radicare la competenza: la prima azione volta a nascondere i fondi o l’ultima, che poteva includere la riconsegna del denaro.

La Giurisdizione Italiana e la Competenza Territoriale Riciclaggio

Prima di affrontare il tema della competenza territoriale tra tribunali italiani, la Corte ha dovuto confermare la sussistenza della giurisdizione italiana. In linea con un orientamento consolidato, ha ribadito che per i reati commessi in parte all’estero, è sufficiente che anche “solo un frammento” della condotta si sia verificato in Italia. Nel caso specifico, sebbene molte operazioni finanziarie fossero avvenute all’estero, il trasferimento di una parte del denaro in contanti sul suolo italiano è stato ritenuto un frammento di condotta più che sufficiente a radicare la giurisdizione del nostro Paese.

Il Principio di Diritto: Dove si Consuma il Riciclaggio Progressivo?

Il cuore della decisione riguarda la natura del reato di riciclaggio. La Cassazione lo definisce un “delitto a forma libera e potenzialmente a consumazione prolungata”. Questo significa che il reato può essere commesso attraverso una serie di azioni, anche distinte nel tempo e nello spazio, che concorrono all’unico obiettivo di occultare la provenienza illecita dei capitali.

In questo scenario, la Corte ha rigettato l’interpretazione secondo cui la competenza spetterebbe al giudice del luogo del primo atto. Al contrario, ha affermato con forza che in un reato “progressivo”, la consumazione si perfeziona con l’ultimo atto. Di conseguenza, è l’ultimo frammento della condotta illecita a determinare la competenza territoriale riciclaggio. Ogni prelievo o trasferimento successivo, finalizzato a perfezionare l’occultamento, integra e prosegue la condotta criminosa.

Le Motivazioni

La Corte ha analizzato nel dettaglio la catena di eventi. Le operazioni erano iniziate con trasferimenti “estero su estero”, ma si erano concluse con la consegna di denaro contante a Milano. Secondo i giudici, questo trasferimento finale non era un mero post factum (un atto irrilevante compiuto dopo la consumazione del reato), ma costituiva l’ultimo e decisivo anello della catena dissimulatoria. Era parte integrante dell’operazione di riciclaggio, funzionale a completare l’occultamento e a mettere i fondi a disposizione dei beneficiari in una forma “pulita”.

La Corte distingue nettamente questa fase dalla successiva riconsegna del denaro, che sarebbe invece irrilevante. L’atto che conta è l’ultimo trasferimento che serve a nascondere, non quello che serve a distribuire il profitto già riciclato. Pertanto, l’azione avvenuta a Milano è stata identificata come l’atto consumativo finale che ha radicato la competenza in quel foro.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato la competenza del Tribunale di Milano. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: offre un criterio chiaro e univoco per risolvere i conflitti di competenza in casi complessi di riciclaggio. Stabilendo che la competenza si determina in base all’ultimo atto della condotta progressiva, si garantisce che a giudicare sia il tribunale del luogo dove il piano criminale giunge a compimento, spesso coincidente con il luogo dove le prove sono più significative e l’attività investigativa più efficace.

Quando sussiste la giurisdizione italiana per un reato di riciclaggio commesso in parte all’estero?
Sussiste quando anche solo un frammento della condotta criminosa, intesa in senso naturalistico, si è verificato nel territorio dello Stato italiano.

Come si determina la competenza territoriale riciclaggio quando il reato è commesso con più azioni in luoghi diversi?
Poiché il riciclaggio è un reato a consumazione potenzialmente prolungata e progressiva, la competenza territoriale è determinata dal luogo in cui viene compiuto l’ultimo atto della condotta dissimulatoria, e non il primo.

La semplice riconsegna del denaro già ‘ripulito’ è rilevante per determinare la competenza?
No, la mera restituzione del bene già riciclato è considerata un’azione successiva alla consumazione del reato (post factum) e non rileva ai fini della determinazione della competenza, che invece si radica nel luogo dell’ultima azione volta a occultare la provenienza illecita dei fondi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati