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Competenza territoriale reato: dove si celebra il processo

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per somministrazione illecita di manodopera, stabilendo la competenza territoriale del reato. La Corte ha chiarito che, anche se il reato è permanente, il processo deve svolgersi nel luogo in cui è stato concluso l’accordo illecito (Roma), non dove i lavoratori hanno prestato servizio (Ivrea), accogliendo così il ricorso dell’imputato.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale Reato: La Cassazione sul Luogo del Processo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale di procedura penale: la determinazione della competenza territoriale del reato di somministrazione illecita di manodopera. La decisione chiarisce che il foro competente non è quello in cui i lavoratori operano, ma quello in cui è stato stipulato l’accordo fraudolento, anche se l’attività criminosa si protrae nel tempo. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

Il caso: somministrazione illecita e la questione di competenza

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un amministratore di una società per il reato di somministrazione illecita di manodopera, previsto dall’art. 38-bis del D.Lgs. 81/2015. La condanna era stata emessa dal G.i.p. del Tribunale di Ivrea all’esito di un giudizio abbreviato.

I fatti contestati

All’imputato veniva contestato di aver fornito illecitamente lavoratori a un’altra società, mascherando l’operazione come un legittimo distacco di personale. Questa condotta, secondo l’accusa, era stata posta in essere con la finalità specifica di eludere le norme di legge e di contratto collettivo applicabili ai lavoratori. La difesa sosteneva la legittimità del distacco, avvenuto nell’ambito di un più ampio “contratto di rete” tra le aziende coinvolte.

I motivi del ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali. Il primo, e quello che si è rivelato decisivo, riguardava l’eccezione di incompetenza territoriale del Tribunale di Ivrea. La difesa ha sostenuto che, trattandosi di un reato permanente la cui consumazione ha inizio con la stipula del contratto, il giudice competente avrebbe dovuto essere quello di Roma, luogo in cui l’accordo per la fornitura dei lavoratori era stato effettivamente siglato.

Competenza territoriale reato: l’analisi della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto a tutte le altre censure. Il ragionamento dei giudici si è concentrato sulla natura del reato e sulle regole che disciplinano la competenza per territorio nel codice di procedura penale.

Il reato permanente e il luogo di consumazione

La Corte ha qualificato la somministrazione illecita di manodopera come un reato di pericolo, che si perfeziona con l’accordo tra somministratore e utilizzatore volto a eludere le norme a tutela dei lavoratori. Se a questo accordo segue l’effettivo impiego dei lavoratori, il reato assume natura permanente: la condotta antigiuridica non si esaurisce in un unico momento, ma perdura per tutto il periodo di utilizzo illecito della manodopera.

Tuttavia, ai fini della determinazione della competenza, l’articolo 8 del codice penale stabilisce che per il reato permanente è competente il giudice del luogo in cui ha avuto inizio la consumazione. In questo specifico caso, l’inizio della consumazione coincide con la conclusione dell’accordo fraudolento.

L’irrilevanza del luogo di esecuzione della prestazione lavorativa

Di conseguenza, il luogo in cui i lavoratori hanno materialmente svolto la loro attività (Ivrea) è stato ritenuto irrilevante per individuare il giudice competente. Ciò che conta è il luogo in cui è nata l’intesa criminale. Essendo pacifico che i contratti tra la società fornitrice e quella utilizzatrice erano stati stipulati a Roma, la competenza non poteva che essere radicata presso il Tribunale della Capitale.

Le motivazioni della decisione

La motivazione della Cassazione si fonda su una rigorosa applicazione dei principi codicistici in materia di competenza. I giudici hanno sottolineato che la struttura del reato contestato pone al centro l’accordo elusivo. L’esecuzione successiva, pur rendendo il reato permanente, non sposta la competenza dal luogo dove l’illecito ha avuto origine. La Corte ha quindi respinto la tesi del giudice di merito, che aveva invece valorizzato il luogo di prestazione dell’attività lavorativa. Questa interpretazione garantisce certezza nell’applicazione delle regole processuali, ancorando la competenza a un dato oggettivo e iniziale, quale la sede della stipula contrattuale.

Le conclusioni e le implicazioni pratiche

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma. Questa decisione ha un’importante implicazione pratica: per tutti i reati di somministrazione illecita di manodopera, il processo dovrà essere celebrato davanti al giudice del luogo in cui è stato firmato il contratto illecito, indipendentemente da dove i lavoratori siano stati poi inviati a operare. Ciò rappresenta un principio di diritto fondamentale per le imprese e i professionisti che si occupano di diritto del lavoro e penale, stabilendo un criterio chiaro e univoco per la gestione di tali contenziosi.

Per il reato di somministrazione illecita, quale tribunale è competente a giudicare?
Il tribunale competente è quello del luogo in cui è stato concluso l’accordo tra l’impresa che fornisce i lavoratori e quella che li utilizza, anche se i lavoratori prestano la loro attività in un luogo diverso.

Cosa significa che il reato di somministrazione illecita è un “reato permanente”?
Significa che la condotta illecita non si esaurisce con la firma dell’accordo, ma continua per tutto il tempo in cui i lavoratori vengono utilizzati in modo illegittimo. Tuttavia, per stabilire la competenza territoriale, si fa riferimento al momento iniziale della condotta, cioè la stipula del contratto.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando l’incompetenza territoriale del Tribunale di Ivrea. Ha ordinato la trasmissione degli atti al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, ritenuto il giudice competente perché è a Roma che era stato firmato l’accordo illecito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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