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Competenza territoriale: reato associativo all’estero

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza cautelare per un’errata determinazione della competenza territoriale. Il caso riguarda un’associazione a delinquere finalizzata a reati fiscali, con base operativa all’estero ma con attività anche in Italia. La Corte ha stabilito che, in tali circostanze, la competenza non è del luogo di un sequestro occasionale, ma del giudice dell’ultimo luogo in Italia dove si è manifestata l’operatività del sodalizio, applicando l’art. 9, comma 1, del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale per Reati Transnazionali: La Cassazione Fa Chiarezza

La determinazione della competenza territoriale è una delle questioni fondamentali nel processo penale, poiché garantisce che un imputato sia giudicato dal ‘giudice naturale’ previsto dalla legge. La questione si complica notevolmente quando i reati hanno una dimensione transnazionale. Con la sentenza n. 49 del 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta su un caso di associazione per delinquere, la cui attività aveva origine all’estero ma si concretizzava in Italia, fornendo principi chiave per l’individuazione del giudice competente.

I Fatti del Caso

Il procedimento nasce da un’indagine su un’associazione per delinquere finalizzata alla sottrazione al pagamento delle accise su prodotti energetici. Nei confronti di uno degli indagati, ritenuto promotore del sodalizio, il G.I.P. del Tribunale di Trento aveva emesso una misura cautelare che imponeva l’obbligo di dimora nel comune di Cerignola, disponendo anche il sequestro preventivo di un’area di stoccaggio e di vari automezzi.

La difesa dell’indagato ha proposto ricorso, lamentando principalmente l’incompetenza territoriale del Tribunale di Trento. Secondo la tesi difensiva, sia il reato associativo sia i reati fine erano stati commessi interamente nel territorio di Cerignola (provincia di Foggia), che rappresentava l’unico contesto operativo nazionale dell’organizzazione. La competenza del giudice di Trento era stata affermata solo in base al fermo occasionale di un autotreno in quella località.

La Questione della Competenza Territoriale

Il nucleo della controversia legale era stabilire quale tribunale avesse la giurisdizione sul caso. La difesa sosteneva che il centro decisionale e operativo dell’associazione in Italia fosse a Cerignola, dove i concorrenti si riunivano e pianificavano le attività illecite. Pertanto, il giudice competente doveva essere quello di Foggia. Il Tribunale del Riesame di Trento, invece, aveva confermato la propria competenza, valorizzando altri elementi, tra cui l’origine transnazionale dell’attività.

La Decisione della Cassazione sulla Competenza Territoriale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della difesa, annullando l’ordinanza e rinviando gli atti al Tribunale di Trento per un nuovo esame. La Corte ha ritenuto che il Tribunale del Riesame avesse commesso un errore di diritto nel determinare la competenza territoriale.

Il Criterio del ‘Luogo dell’Ultima Azione’

La Corte ha chiarito che, quando un reato (specialmente un reato permanente come l’associazione a delinquere) viene commesso in parte all’estero, la competenza si determina sulla base dell’art. 9, comma 1, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, se la competenza non può essere determinata secondo l’art. 8 c.p.p. (luogo di consumazione del reato), è competente il giudice dell’ultimo luogo nel territorio nazionale in cui è avvenuta una parte dell’azione o dell’omissione.

Applicazione al Reato Associativo Transnazionale

Nel caso specifico, era emerso che, sebbene le attività preparatorie (acquisto, miscelazione del prodotto) avvenissero all’estero, la ‘fase finale dell’attività criminosa’ e la ‘cellula operativa’ italiana si trovavano a Cerignola. Questo comune era quindi identificabile come l’ultimo luogo in cui si era manifestata concretamente l’attività del sodalizio sul territorio nazionale. Di conseguenza, è il giudice di Foggia, e non quello di Trento, a essere territorialmente competente.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un’interpretazione rigorosa delle norme sulla competenza territoriale. Il Tribunale del Riesame aveva erroneamente equiparato la situazione di un reato parzialmente commesso all’estero a quella di un reato il cui luogo di consumazione è totalmente incerto. Invece, l’art. 9, comma 1, c.p.p., offre un criterio positivo e specifico: individuare l’ultima frazione di condotta illecita avvenuta in Italia. La Corte ha sottolineato che per ‘inizio della consumazione’ del reato associativo non si intende il semplice accordo (pactum sceleris), ma il luogo dove la struttura si manifesta e inizia a operare. Poiché nel caso di specie l’operatività in Italia era chiaramente radicata a Cerignola, questo luogo diventa il fulcro per determinare la giurisdizione.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Cassazione ribadisce un principio di diritto cruciale per i reati con profili transnazionali: la competenza territoriale si radica nel luogo dove l’organizzazione criminale ha il suo centro operativo effettivo sul territorio italiano. Un singolo atto, come il sequestro di un mezzo in una località di passaggio, non è sufficiente a spostare la competenza se non corrisponde al luogo dove l’associazione pianifica e dirige le sue attività illecite. La decisione assicura una corretta applicazione del principio del giudice naturale, ancorando il processo al territorio che ha il legame più significativo con il fatto criminale.

Come si determina la competenza territoriale se un reato associativo viene costituito all’estero ma opera anche in Italia?
La competenza appartiene al giudice dell’ultimo luogo nel territorio italiano in cui si è svolta una parte significativa della condotta criminale. Questo luogo è generalmente identificato con la base operativa dove l’associazione programma e dirige le sue attività in Italia.

Cosa succede a una misura cautelare, come un sequestro, se viene disposta da un giudice territorialmente incompetente?
Secondo l’articolo 27 del codice di procedura penale, la misura cautelare emessa da un giudice incompetente conserva la sua efficacia in via provvisoria. Gli atti vengono trasmessi al giudice competente, che avrà il compito di valutare se confermare, modificare o revocare la misura entro i termini di legge.

Qual è il criterio principale per individuare il giudice competente per il reato di associazione per delinquere?
Trattandosi di un reato permanente, la competenza è determinata dal luogo in cui ha avuto inizio la consumazione. Questo non è il luogo del semplice accordo criminoso, ma quello in cui la struttura associativa ha iniziato concretamente a operare e a manifestarsi all’esterno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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