LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza territoriale reati tributari: la connessione

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in tema di competenza territoriale per reati tributari, il criterio della connessione teleologica prevale sulle regole ordinarie. Nel caso specifico, un imprenditore ha utilizzato crediti IVA fittizi creati da terzi. La Corte ha ritenuto che la competenza a giudicare il reato di indebita compensazione spetti al giudice del luogo dove è stato commesso il reato più grave (la creazione dei crediti fittizi), anche se gli autori dei due reati sono diversi, dichiarando inammissibile il ricorso dell’imprenditore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza territoriale reati tributari: come la connessione sposta il processo

La determinazione del giudice competente a decidere su un caso è una delle garanzie fondamentali del nostro ordinamento, nota come principio del giudice naturale. Tuttavia, in materia penale, e in particolare per i reati tributari, le regole possono diventare complesse. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un aspetto cruciale sulla competenza territoriale reati tributari, spiegando come la connessione tra diversi illeciti possa attrarre il processo presso un foro diverso da quello previsto dalle norme generali. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata.

Il caso: indebita compensazione e crediti IVA fittizi

I fatti al centro della vicenda riguardano un imprenditore, amministratore di una società di servizi, indagato per il reato di indebita compensazione. Secondo l’accusa, egli avrebbe omesso di versare contributi previdenziali e tributi locali per l’anno d’imposta 2020, utilizzando in compensazione, tramite modelli F24, crediti IVA risultati inesistenti.

Questi crediti fittizi erano stati originati da una terza società e ceduti fittiziamente alla società dell’imprenditore. A seguito delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri aveva disposto un sequestro preventivo sui beni dell’imprenditore. Quest’ultimo, tramite il suo difensore, ha impugnato il provvedimento, sollevando un’eccezione di incompetenza territoriale.

L’eccezione sulla competenza territoriale nei reati tributari

La difesa sosteneva che il reato di indebita compensazione si perfeziona nel momento e nel luogo in cui vengono inviati telematicamente i modelli F24. Poiché l’invio era avvenuto dallo studio del consulente fiscale, sito a Lanciano, la competenza a procedere sarebbe dovuta essere del Tribunale di Lanciano e non di quello di Velletri.

Il Tribunale del riesame di Roma, tuttavia, aveva respinto questa eccezione, ritenendo che la competenza del Tribunale di Velletri fosse correttamente radicata in virtù di un altro principio: la connessione tra reati. Secondo i giudici, il reato di indebita compensazione commesso dall’imprenditore era strettamente collegato a un reato più grave, ovvero la creazione dei crediti IVA fittizi, contestato ad altri soggetti e di competenza del foro velitrense. L’imprenditore ha quindi presentato ricorso per cassazione contro questa decisione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, confermando in toto la decisione del Tribunale del riesame. I giudici hanno ribadito che le regole generali sulla competenza territoriale, previste dall’art. 8 del codice di procedura penale, possono essere derogate in presenza di procedimenti connessi.

Il caso in esame rientra nell’ipotesi di connessione teleologica, prevista dall’art. 12, lett. c), del codice di procedura penale: “gli uni [reati] sono stati commessi per eseguire ovvero per occultare gli altri”. In questi casi, l’art. 16 del medesimo codice stabilisce che il giudice competente per il reato più grave attrae alla sua competenza anche il giudizio per il reato meno grave.

Nel caso specifico:
1. Il reato di creazione di crediti fittizi (art. 3 D.Lgs. 74/2000) è considerato più grave del reato di indebita compensazione (art. 10-quater D.Lgs. 74/2000).
2. L’indebita compensazione è stata resa possibile proprio grazie alla precedente creazione dei crediti falsi. Si configura quindi un chiaro legame finalistico tra i due illeciti.

La Corte ha inoltre precisato un punto fondamentale, già affermato in precedenti pronunce: per la configurabilità della connessione finalistica, non è richiesta l’identità tra gli autori del ‘reato-fine’ e quelli del ‘reato-mezzo’. È sufficiente che l’autore del reato-mezzo (chi ha creato i crediti) abbia agito con la consapevolezza che la sua condotta era oggettivamente diretta a permettere la commissione di un altro reato (l’utilizzo fraudolento di tali crediti da parte di terzi).

Poiché la creazione dei crediti IVA inesistenti era palesemente finalizzata al loro fraudolento utilizzo, la connessione è stata correttamente ritenuta sussistente, radicando la competenza presso il Tribunale di Velletri.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

Questa sentenza consolida un principio di grande rilevanza pratica. La regola della competenza territoriale reati tributari basata sulla connessione è uno strumento processuale che consente di celebrare un unico processo (il simultaneus processus) per fatti criminali collegati, anche se commessi in luoghi diversi e da persone diverse. Questo non solo garantisce economia processuale, ma previene anche il rischio di giudicati contraddittori.

Per gli operatori economici e i professionisti, la lezione è chiara: essere coinvolti in schemi fraudolenti complessi, anche solo come utilizzatori finali di ‘benefici’ illeciti creati da altri, può comportare l’essere processati in un foro giudiziario lontano dalla propria sede, ovvero quello competente per il reato principale e più grave dell’intera filiera criminale.

Come si determina la competenza territoriale se un reato è commesso per eseguirne un altro?
In base al principio della connessione teleologica, la competenza è determinata dal giudice competente per il reato più grave. Questo giudice avrà giurisdizione anche sul reato meno grave ad esso collegato, derogando alle regole ordinarie sul luogo di consumazione del reato.

Per applicare la regola della connessione tra reati, è necessario che gli autori siano gli stessi?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che non è richiesta l’identità tra gli autori del ‘reato-mezzo’ e del ‘reato-fine’. È sufficiente che la condotta del primo sia oggettivamente diretta a consentire la commissione o l’occultamento del secondo reato.

Perché il Tribunale di Velletri è stato ritenuto competente anziché quello di Lanciano?
Perché il reato di indebita compensazione (consumato a Lanciano con l’invio del modello F24) è stato considerato teleologicamente connesso al più grave reato di creazione di crediti IVA fittizi, la cui competenza era radicata presso il Tribunale di Velletri. La competenza per il reato più grave ha attratto quella per il reato meno grave.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati