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Competenza territoriale reati tributari: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione in materia di indebita compensazione di crediti d’imposta. Per determinare la competenza territoriale reati tributari, la Corte ha stabilito che il criterio decisivo è il “luogo dell’accertamento”, inteso come la sede dell’ufficio giudiziario che per primo ha effettuato una valutazione completa e organica dello schema fraudolento. Di conseguenza, la competenza è stata attribuita al giudice del luogo in cui l’indagine ha avuto origine e ha svelato l’intera portata dell’attività illecita, anziché al luogo di una verifica fiscale parziale.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale Reati Tributari: Il Luogo della Valutazione Complessiva Vince

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sulla competenza territoriale reati tributari, in particolare per il delitto di indebita compensazione. La Corte ha stabilito che, in caso di conflitto tra due uffici giudiziari, la giurisdizione spetta al giudice del luogo in cui è avvenuta la prima, completa ed effettiva valutazione del fenomeno criminale, e non dove sono stati semplicemente raccolti alcuni dati.

Il Caso: Un Conflitto di Competenza tra Due Tribunali

La vicenda giudiziaria nasce da un conflitto di competenza sollevato dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di un tribunale toscano nei confronti del GIP di un tribunale piemontese. Entrambi i giudici si ritenevano competenti a procedere nei confronti di un imprenditore e altri coimputati per il reato di indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti (art. 10 quater, D.Lgs. 74/2000).

In sintesi, l’imprenditore era accusato di aver utilizzato crediti fiscali fittizi, riconducibili a una prima società (Società A), per compensare e quindi non versare i debiti tributari di una seconda società da lui gestita (Società B). Le indagini erano state avviate in parallelo da due diverse Procure:

1. La Procura piemontese aveva iniziato le indagini a seguito di accertamenti dell’Agenzia delle Entrate su una società con sede nel suo territorio. Da lì, l’inchiesta si era allargata, scoprendo l’intero meccanismo fraudolento e le sue diverse ramificazioni, inclusa la compensazione illecita effettuata dalla Società B.
2. La Procura toscana si era attivata sulla base di una verifica fiscale della Guardia di Finanza nei confronti della Società A, i cui crediti inesistenti erano stati utilizzati.

Di fronte a due procedimenti pendenti per lo stesso fatto, il GIP toscano ha sollevato un conflitto positivo di competenza, chiedendo alla Cassazione di stabilire quale fosse il giudice naturale del processo.

La Questione Giuridica sulla Competenza Territoriale per Reati Tributari

Il cuore del problema risiede nell’individuazione del criterio corretto per la competenza territoriale reati tributari come l’indebita compensazione. La legge (art. 18, D.Lgs. 74/2000) stabilisce che la competenza è del giudice del luogo di accertamento del reato.

Tuttavia, la trasmissione telematica dei modelli F24 rende spesso impossibile determinare con certezza il locus commissi delicti, cioè il luogo fisico dove è avvenuta l’ultima compensazione. In questi casi, diventa cruciale definire cosa si intenda per “luogo dell’accertamento”. È il luogo dove vengono raccolti i primi indizi o dove l’intero quadro illecito viene analizzato e compreso?

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del tribunale piemontese. La decisione si basa su un’interpretazione precisa e sostanziale del concetto di “luogo dell’accertamento”.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno spiegato che il “luogo dell’accertamento” non va confuso con il luogo in cui vengono meramente acquisiti dati o svolte singole attività investigative. Esso, invece, coincide con la sede dell’Ufficio Giudiziario in cui è stata compiuta un’effettiva e complessiva valutazione degli elementi che dimostrano l’esistenza del reato.

Nel caso specifico, la Procura piemontese è stata la prima a ricostruire l’intero schema fraudolento, partendo da accertamenti iniziali e scoprendo tutte le diramazioni del sistema illecito. L’indagine toscana, sebbene legittima, si era concentrata solo su un segmento del fenomeno (la verifica sulla Società A), senza avere una visione d’insieme.

La Corte ha inoltre sottolineato che la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura piemontese era precedente a quella della Procura toscana, un ulteriore elemento a conferma di quale ufficio avesse per primo completato la valutazione complessiva dei fatti.

Conclusioni

Questa sentenza offre un principio di diritto di grande importanza pratica. Per la competenza territoriale reati tributari, soprattutto quelli commessi con strumenti telematici, il criterio dirimente è la sede dell’autorità inquirente che ha condotto la prima analisi organica e completa del fatto illecito. Prevale dunque un approccio sostanziale: la competenza è radicata dove l’indagine ha assunto una visione d’insieme, permettendo di comprendere la portata e la struttura del reato nella sua totalità. Questo evita la frammentazione dei processi e garantisce che a giudicare sia il giudice che ha la conoscenza più approfondita del fenomeno criminale.

Come si determina la competenza territoriale per il reato di indebita compensazione se i modelli F24 sono inviati telematicamente?
Quando non è possibile individuare il luogo fisico da cui è stato inviato l’ultimo modello F24, la competenza si determina in base al criterio sussidiario del “luogo dell’accertamento” del reato, come previsto dall’art. 18 del D.Lgs. 74/2000.

Cosa si intende per “luogo dell’accertamento” ai fini della competenza territoriale?
Il “luogo dell’accertamento” non è il luogo dove vengono semplicemente raccolti i dati investigativi, ma la sede dell’Ufficio Giudiziario in cui è stata compiuta la prima effettiva e complessiva valutazione degli elementi che provano la sussistenza della violazione.

In caso di conflitto tra due procure che indagano sullo stesso fatto, quale criterio prevale?
Prevale la competenza del giudice del luogo in cui l’ufficio inquirente ha per primo individuato, ricostruito e valutato il fenomeno criminale nella sua interezza e in tutte le sue diramazioni, e non l’ufficio che si è occupato solo di un singolo filone d’indagine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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