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Competenza territoriale: quando si radica il processo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava la competenza territoriale del tribunale. La Corte ha ribadito che, in base al principio di ‘perpetuatio iurisdictionis’, la competenza territoriale stabilita all’inizio del processo non muta, anche se l’imputato viene poi assolto per il reato che l’aveva determinata. Inoltre, l’eccezione non era stata sollevata tempestivamente, causando la decadenza dal diritto di proporla.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale Fissa: La Cassazione sul Principio di ‘Perpetuatio Iurisdictionis’

La determinazione della competenza territoriale è una delle questioni preliminari più delicate del processo penale, poiché stabilisce quale tribunale abbia il diritto di giudicare un determinato fatto. Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione su questo tema, chiarendo che una volta radicata, la competenza non può essere messa in discussione da eventi successivi come l’assoluzione per il reato che l’aveva originata. Analizziamo insieme questa decisione cruciale.

I Fatti di Causa: Un Caso di Traffico Illecito e la Questione Giurisdizionale

Il caso trae origine da una condanna per il delitto di traffico illecito di rifiuti, emessa dalla Corte di Appello. L’imputato, condannato a dieci mesi di reclusione, decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando un unico motivo di doglianza: l’incompetenza per territorio del Tribunale che aveva giudicato in primo grado.

L’attività illecita contestata si era sviluppata in tre diverse località italiane. Tuttavia, la competenza era stata radicata presso il Tribunale nella cui circoscrizione si trovava solo una di queste località. L’imputato sosteneva che, essendo stato assolto per i fatti specificamente avvenuti in quel territorio, il Tribunale avrebbe dovuto dichiararsi incompetente a giudicare per le condotte residue.

La Decisione della Cassazione sulla Competenza Territoriale

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la propria decisione su due pilastri argomentativi fondamentali: la tardività dell’eccezione e l’applicazione del principio di perpetuatio iurisdictionis.

La Tardività dell’Eccezione Processuale

In primo luogo, i giudici hanno evidenziato una mancanza procedurale da parte della difesa. La questione della competenza territoriale non era stata sollevata nei termini perentori stabiliti dall’articolo 491 del codice di procedura penale. La legge prevede momenti precisi entro cui le parti possono sollevare determinate questioni, pena la decadenza. Non avendo rispettato tale termine, l’imputato aveva perso il diritto di contestare la competenza del giudice, rendendo la sua doglianza inammissibile.

Il Principio di Perpetuatio Iurisdictionis e la Competenza Territoriale

Il cuore della decisione risiede però nel secondo punto. La Corte ha richiamato un consolidato orientamento, sancito anche dalle Sezioni Unite, secondo cui vige nel nostro ordinamento il principio della cosiddetta perpetuatio iurisdictionis. Questo principio, fondamentale per la certezza del diritto e la ragionevole durata del processo, stabilisce che la competenza individuata al termine dell’udienza preliminare, sulla base delle accuse formulate dal pubblico ministero, non può essere modificata da eventi successivi.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è chiara: consentire che un’assoluzione parziale possa rimettere in discussione la competenza territoriale creerebbe incertezza e allungherebbe inutilmente i tempi della giustizia. Il giudice naturale viene individuato sulla base della contestazione iniziale. Anche se l’istruttoria dibattimentale porta a un’assoluzione per i fatti che hanno radicato la competenza, questa rimane immutata per gli altri reati connessi.

Nel caso specifico, la Corte ha inoltre osservato che, a prescindere dall’assoluzione del ricorrente per i fatti avvenuti nel foro competente, in quella località si trovavano la sede operativa e la principale organizzazione di mezzi e strutture utilizzate per il traffico illecito. Questo elemento era di per sé sufficiente a radicare la competenza in quel circondario per l’intero procedimento, in base al criterio del locus commissi delicti.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio cardine del nostro sistema processuale. La competenza territoriale è un valore che, una volta stabilito correttamente all’inizio del percorso giudiziario, deve rimanere stabile per garantire economia processuale e certezza. L’assoluzione per uno dei capi d’imputazione non può avere l’effetto retroattivo di ‘spostare’ il processo. Questa decisione serve da monito sull’importanza di sollevare le eccezioni procedurali nei tempi corretti e ribadisce la solidità del principio di perpetuatio iurisdictionis come baluardo contro l’incertezza e la dilatazione dei processi.

La competenza territoriale del giudice può cambiare se l’imputato viene assolto per il reato che aveva inizialmente stabilito quella competenza?
No, secondo la Corte di Cassazione, in base al principio della perpetuatio iurisdictionis, la competenza individuata all’esito dell’udienza preliminare non è soggetta a modifiche in caso di successiva assoluzione per i reati che la radicavano.

Entro quando va sollevata l’eccezione di incompetenza per territorio nel processo penale?
La sentenza chiarisce che la questione deve essere sollevata nei termini perentori previsti dall’articolo 491 del codice di procedura penale, subito dopo l’accertamento della regolare costituzione delle parti. In caso contrario, si decade dalla possibilità di farla valere.

Come si determina il luogo del reato (locus commissi delicti) in un caso complesso che coinvolge più località?
La sentenza conferma che la competenza può essere radicata nel luogo in cui si trovano la sede operativa e la principale organizzazione di mezzi e strutture utilizzate per l’attività illecita, poiché questo costituisce il centro nevralgico dell’azione criminosa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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