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Competenza territoriale per droga: il luogo dell’accordo

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha confermato un principio fondamentale sulla competenza territoriale per droga. Viene stabilito che il foro competente è quello in cui si perfeziona l’accordo tra le parti, anche se la contrattazione avviene a distanza. Nel caso esaminato, la partenza di un imputato dalla Sicilia con un cospicuo acconto è stata considerata prova sufficiente della conclusione dell’accordo in quell’area, rendendo competente il tribunale locale. La Corte ha inoltre rigettato il ricorso di un altro imputato, confermando l’aggravante dell’ingente quantità sulla base della sua consapevole partecipazione al traffico.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza territoriale per droga: quando l’accordo a distanza definisce il processo

In materia di stupefacenti, una delle questioni procedurali più dibattute riguarda la competenza territoriale per droga. Dove si deve celebrare il processo quando l’acquisto e la vendita avvengono tra persone che si trovano in regioni diverse d’Italia? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi, sottolineando come il luogo di perfezionamento dell’accordo prevalga su quello della consegna materiale della sostanza.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte vedeva coinvolti due soggetti condannati nei primi due gradi di giudizio per traffico di stupefacenti. Un primo imputato, residente in Campania, era accusato di essere il fornitore della sostanza. Un secondo imputato, siciliano, agiva come intermediario.

Il fornitore campano ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo l’incompetenza territoriale del Tribunale siciliano. A suo dire, l’accordo per la compravendita della droga si sarebbe perfezionato in Campania, dove era avvenuto l’incontro e la consegna. Di conseguenza, il processo si sarebbe dovuto tenere lì.

L’intermediario siciliano, invece, ha contestato l’applicazione dell’aggravante dell’ingente quantità di stupefacente e il diniego delle attenuanti generiche, lamentando una motivazione carente da parte della Corte d’Appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del fornitore e dichiarato inammissibile quello dell’intermediario, confermando di fatto la sentenza d’appello.

La questione della competenza territoriale per droga

Sul primo punto, la Corte ha ribadito un principio consolidato: nei reati di droga, la competenza appartiene al giudice del luogo in cui si è realizzato l’accordo tra acquirente e venditore. Non è necessaria la consegna materiale della sostanza per considerare il reato perfezionato. Se la contrattazione avviene tramite mezzi di comunicazione a distanza (come il telefono), il luogo competente è quello in cui il proponente ha avuto notizia dell’accettazione.

I giudici hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente motivato la propria decisione, basandosi su elementi logici e concreti. In particolare, il fatto che un coimputato fosse partito dalla Sicilia per raggiungere la Campania portando con sé un acconto di 5.000 euro è stato considerato un elemento decisivo. Questo dettaglio, secondo la Corte, dimostra che la compravendita, nelle sue linee essenziali, era già stata concordata in Sicilia prima del viaggio.

L’aggravante dell’ingente quantità e le attenuanti generiche

Per quanto riguarda la posizione dell’intermediario, la Cassazione ha ritenuto il suo ricorso manifestamente infondato e inammissibile. I giudici di merito avevano adeguatamente descritto il suo ruolo cruciale nell’operazione, avendo messo in contatto soggetti posti a notevoli distanze geografiche e partecipando attivamente alle fasi della consegna.

La sua consapevole partecipazione a un traffico di droga di vasta portata giustificava, secondo la Corte, l’applicazione dell’aggravante dell’ingente quantità. A tal fine, è sufficiente la prova che l’agente abbia ignorato per colpa la reale entità della sostanza, non essendo richiesta una conoscenza esatta del quantitativo.

Infine, la richiesta di attenuanti generiche è stata giudicata inammissibile perché generica. L’aver dedotto di essersi ‘consegnato spontaneamente’ è stato ritenuto un comportamento neutro e doveroso per ogni cittadino, non meritevole di una riduzione di pena.

Le motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un’interpretazione logica e pragmatica delle norme processuali e sostanziali. Per la competenza, si dà prevalenza al momento genetico del reato, ovvero l’accordo delle volontà, piuttosto che al momento esecutivo della consegna. La logica dei giudici è chiara: un viaggio di centinaia di chilometri con un anticipo così cospicuo non si intraprende per ‘iniziare una trattativa’, ma per dare esecuzione a un patto già concluso.

Sull’aggravante, la Corte applica il principio di colpevolezza sancito dall’art. 59 c.p., secondo cui le circostanze aggravanti sono addebitate all’agente se da lui conosciute o ignorate per colpa. In un traffico organizzato, chi svolge un ruolo di intermediazione non può non rappresentarsi, o quantomeno ha il dovere di farlo, la portata dell’operazione a cui partecipa.

Le conclusioni

Questa sentenza offre due importanti spunti di riflessione. In primo luogo, consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale per la gestione dei processi di droga che attraversano diverse regioni, ancorando la competenza territoriale per droga al luogo dell’accordo originario. Questo fornisce un criterio più stabile rispetto a quello, spesso variabile e casuale, della consegna. In secondo luogo, ribadisce la severità con cui viene valutata la partecipazione a traffici di stupefacenti, anche per chi ricopre ruoli di ‘semplice’ intermediazione: la consapevolezza o la colpevole ignoranza dell’ingente quantità è sufficiente per un significativo aumento di pena.

Come si determina la competenza territoriale nei reati di droga quando l’accordo avviene a distanza?
Secondo la sentenza, la competenza territoriale appartiene al giudice del luogo in cui si è perfezionato l’accordo tra acquirente e venditore. Se la contrattazione è avvenuta per telefono, il luogo competente è quello in cui chi ha fatto la proposta ha avuto conoscenza dell’accettazione. Elementi come il viaggio di un acquirente con un acconto possono essere usati come prova per determinare dove l’accordo è stato sostanzialmente concluso.

Per l’applicazione dell’aggravante dell’ingente quantità, è necessario che un intermediario conosca esattamente il peso della droga?
No. La Corte ha chiarito che non è necessaria la conoscenza esatta del quantitativo. Per il riconoscimento dell’aggravante, è sufficiente la prova che l’imputato abbia ignorato per colpa l’ingente quantità della sostanza o l’abbia ritenuta inesistente per un errore dovuto a colpa. La partecipazione consapevole a un vasto traffico è considerata sufficiente a configurare tale colpa.

Consegnarsi spontaneamente alle autorità garantisce la concessione delle attenuanti generiche?
No. La sentenza definisce la spontanea consegna alle autorità un ‘dato assolutamente neutro’. Si tratta di un comportamento considerato doveroso per ogni cittadino e, di per sé, non è ritenuto particolarmente meritevole al punto da giustificare una riduzione di pena tramite la concessione delle attenuanti generiche, soprattutto se la richiesta in appello è formulata in modo generico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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