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Competenza territoriale nei reati associativi: la guida

La Corte di Cassazione, con la sentenza 4220/2024, ha annullato un’ordinanza di riesame per un errore nella determinazione della competenza territoriale. Il caso riguardava un’associazione a delinquere transnazionale finalizzata alla frode sulle accise dei carburanti. La Corte ha chiarito che la competenza non si radica nel luogo di un sequestro occasionale (Trento), ma nel luogo dove ha sede la ‘cellula operativa’ italiana dell’associazione (Cerignola), anche se il reato è iniziato all’estero.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza territoriale e reati associativi: la Cassazione fa chiarezza

Determinare quale sia il giudice giusto per un processo è un principio fondamentale del nostro ordinamento. La competenza territoriale non è un cavillo burocratico, ma una garanzia per l’imputato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 4220/2024) è intervenuta proprio su questo tema, offrendo principi cruciali per i reati associativi che si estendono oltre i confini nazionali. Vediamo insieme il caso e le conclusioni dei giudici.

I fatti del caso: un’associazione transnazionale e un sequestro occasionale

Il procedimento nasce da un’indagine su un’associazione a delinquere finalizzata a commettere numerosi reati legati alla sottrazione al pagamento delle accise su prodotti energetici. L’organizzazione criminale aveva una struttura complessa, con basi operative e attività preparatorie (acquisto e miscelazione del prodotto) svolte all’estero, e una “cellula operativa” in Italia, localizzata a Cerignola, in provincia di Foggia.

Il Tribunale di Trento aveva emesso delle misure cautelari, ritenendosi competente. L’unico collegamento con la città trentina, tuttavia, era un sequestro di un autotreno operato dalla Guardia di Finanza, un evento definito dalla difesa come “del tutto occasionale”. La difesa dell’indagato ha quindi impugnato l’ordinanza, sostenendo l’incompetenza del Tribunale di Trento in favore di quello di Foggia, luogo dove, secondo la difesa, si trovava il cuore delle attività del sodalizio in Italia.

La sfida della competenza territoriale nei reati transnazionali

La questione centrale del ricorso verteva proprio sulla corretta individuazione del giudice competente. Per i reati associativi, che sono reati permanenti, la legge stabilisce che la competenza spetta al giudice del luogo in cui ha avuto inizio la consumazione del reato. In questo caso, il Tribunale del riesame aveva ritenuto che, essendo la consumazione iniziata all’estero, fosse impossibile determinare la competenza secondo le regole ordinarie, applicando erroneamente criteri suppletivi.

La difesa ha invece sostenuto che, pur essendo l’associazione nata all’estero, la sua operatività in Italia si era manifestata in modo stabile e continuativo a Cerignola. Pertanto, secondo le norme del codice di procedura penale che disciplinano i reati commessi in parte all’estero, la competenza avrebbe dovuto essere radicata nell’ultimo luogo in Italia dove si è svolta una parte significativa dell’azione criminosa.

La decisione della Corte di Cassazione e le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza e rinviando gli atti al Tribunale di Trento per un nuovo esame. I giudici supremi hanno bacchettato il Tribunale del riesame per aver erroneamente parificato la situazione di un reato iniziato all’estero con quella di un reato di cui è impossibile determinare il luogo di consumazione.

Le motivazioni della Corte si fondano su principi chiari:
1. Reato associativo e luogo di consumazione: Per i reati associativi, la competenza è del giudice del luogo dove si è radicato il pactum sceleris o, secondo l’orientamento più moderno e preferibile, dove si è effettivamente manifestata e realizzata l’operatività della struttura criminale.
2. Reato commesso in parte all’estero: Quando un reato, come in questo caso, inizia all’estero ma prosegue con una parte significativa dell’azione in Italia, si applicano regole specifiche (art. 9 e 10 c.p.p.). La competenza spetta al giudice dell’ultimo luogo in Italia in cui è avvenuta una parte dell’azione o dell’omissione.
3. Identificazione del luogo in Italia: La stessa ordinanza impugnata riconosceva che Cerignola era identificabile come il luogo di manifestazione delle attività del sodalizio in Italia, sede della “cellula operativa” e luogo di residenza dei membri apicali italiani. È questo, e non il luogo di un sequestro fortuito, il criterio per radicare la competenza.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale per la determinazione della competenza territoriale: in presenza di reati associativi transnazionali, non ci si deve fermare al luogo del primo atto all’estero né a quello di un evento isolato e occasionale sul territorio nazionale. È necessario individuare il centro nevralgico dell’attività criminale in Italia, il luogo dove l’associazione si manifesta concretamente e stabilmente. In questo caso, quel luogo era Cerignola, indicando quindi il Tribunale di Foggia come quello territorialmente competente. Questa decisione assicura che il processo si svolga davanti al giudice naturale, ovvero quello più vicino al fulcro delle attività illecite commesse nel nostro Paese.

Come si determina la competenza territoriale per un reato associativo commesso in parte all’estero?
La competenza non si determina sulla base del luogo in cui l’associazione è stata costituita all’estero, ma si individua nel giudice dell’ultimo luogo in Italia dove si è svolta una parte significativa e concreta dell’azione criminosa, come ad esempio la sede della ‘cellula operativa’ nazionale.

Un singolo evento, come un sequestro di merce, è sufficiente a stabilire la competenza di un tribunale?
No. Secondo la Corte, un evento occasionale e non direttamente collegato alla struttura permanente dell’associazione (come un sequestro avvenuto in una località di mero transito) non è sufficiente a radicare la competenza territoriale, la quale deve essere invece ancorata a dove l’associazione opera stabilmente.

Qual è il criterio per stabilire il giudice competente quando ci sono più reati connessi, come un’associazione a delinquere e i singoli reati commessi?
La competenza territoriale viene determinata in base al reato più grave. In un procedimento per associazione a delinquere e reati-fine, il delitto associativo è considerato il più grave e, pertanto, è quello che attrae la competenza per tutti gli altri reati connessi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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