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Competenza territoriale narcotraffico: il primo reato

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza territoriale narcotraffico tra i giudici di Bologna e Trieste. Data l’impossibilità di localizzare con certezza la sede operativa dell’associazione criminale, la competenza viene attribuita al giudice del luogo dove è stato commesso il primo dei reati connessi, ovvero l’importazione di stupefacenti avvenuta a Bologna. La sentenza sottolinea l’importanza dei criteri sussidiari previsti dal codice di procedura penale per stabilire il foro competente.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza territoriale narcotraffico: quando il primo reato decide il processo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale della procedura penale: la determinazione della competenza territoriale narcotraffico in casi complessi che coinvolgono associazioni criminali operanti in diverse aree geografiche. La decisione chiarisce come, in assenza di prove certe sul luogo di costituzione del sodalizio, la competenza si radica nel luogo dove è stato commesso il primo dei reati connessi.

I fatti del caso e il conflitto tra tribunali

Il caso riguardava un’ampia indagine su un’associazione a delinquere di matrice nigeriana, dedita all’importazione e alla distribuzione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti. L’operatività del gruppo si estendeva su più regioni, creando un dilemma sulla competenza territoriale.

Il Giudice dell’udienza preliminare di Trieste aveva inizialmente dichiarato la propria incompetenza, ritenendo che il reato più grave, quello associativo, si fosse consumato in Emilia-Romagna, dove risiedevano e operavano i vertici dell’organizzazione. Di contro, il Giudice per le indagini preliminari di Bologna, ricevuti gli atti, sollevava un conflitto, sostenendo che l’attività prevalente del gruppo, in particolare la distribuzione della droga, avvenisse in Friuli Venezia Giulia, specialmente nell’udinese.

Questa situazione di stasi processuale, nota come ‘conflitto negativo di competenza’, ha reso necessario l’intervento della Corte di Cassazione per stabilire quale giudice dovesse procedere.

I criteri per la competenza territoriale narcotraffico

L’articolo 16 del codice di procedura penale stabilisce una gerarchia di criteri per determinare la competenza in caso di procedimenti connessi. La regola principale assegna la competenza al giudice del luogo dove è stato commesso il reato più grave. Tuttavia, nel caso di specie, la Corte ha riscontrato una ‘non omogenea sussistenza di indicazioni’.

Da un lato, elementi come la residenza dei capi e la sede delle trattative indicavano l’Emilia-Romagna. Dall’altro, la destinazione finale della merce e la presenza dei soggetti incaricati della distribuzione puntavano verso il Friuli. Questa incertezza rendeva impossibile individuare con sufficiente precisione il luogo di costituzione e operatività dell’associazione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

Di fronte all’impossibilità di applicare il criterio del reato più grave (l’associazione a delinquere), la Cassazione ha applicato i criteri sussidiari previsti dalla legge. Poiché tutti gli altri reati contestati (numerosi episodi di importazione e spaccio) avevano la stessa gravità, è diventato decisivo il criterio della priorità temporale.

La competenza è stata quindi attribuita al giudice del luogo in cui è stato commesso il ‘primo reato’ della serie. Nello specifico, l’attenzione si è concentrata su un episodio di importazione di eroina e cocaina, il più risalente nel tempo tra quelli di pari gravità. L’atto si era consumato a Bologna, luogo di arrivo aereo dei corrieri (bodypackers) e primo punto di ingresso dello stupefacente sul territorio nazionale. In quella città erano state compiute le prime operazioni per rendere la droga disponibile agli acquirenti.

La Corte ha ribadito un principio consolidato: per il reato di importazione di stupefacenti, la competenza territoriale si stabilisce nel luogo in cui si compie la prima delle condotte sul territorio nazionale.

Le conclusioni

La sentenza stabilisce che la competenza è del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna. Questa decisione non solo risolve il caso specifico, ma offre un’importante guida pratica per futuri procedimenti. Quando le prove sull’ubicazione di un’associazione criminale sono ambigue o contrastanti, la legge fornisce una chiara via d’uscita attraverso i criteri subordinati. La regola del ‘primo reato’ garantisce che vi sia sempre un giudice competente, evitando paralisi processuali e assicurando la prosecuzione dell’azione penale. La scelta di Bologna, quale luogo del primo atto illecito sul suolo italiano, si rivela quindi una soluzione rigorosa e conforme alla logica del sistema processuale.

Come si determina la competenza territoriale quando non è chiaro dove sia stata costituita un’associazione a delinquere?
Quando non è possibile individuare con sufficiente precisione il luogo di costituzione e operatività di un’associazione criminale, la competenza viene determinata in base al luogo di commissione del reato più grave tra quelli connessi. Se anche questi sono di pari gravità, la competenza spetta al giudice del luogo in cui è stato commesso il primo reato.

In un caso di narcotraffico internazionale, qual è il luogo di consumazione del reato di importazione?
Secondo la sentenza, la competenza territoriale per il reato di importazione di sostanze stupefacenti, quando realizzato attraverso più condotte, si stabilisce con riguardo al luogo in cui è stata compiuta la prima delle azioni commesse sul territorio nazionale.

Perché la Corte di Cassazione ha scelto Bologna e non Trieste per la competenza territoriale narcotraffico?
La Corte ha scelto Bologna perché, data l’incertezza sul luogo di operatività dell’associazione criminale, ha applicato il criterio sussidiario del primo reato commesso. L’episodio di importazione più risalente nel tempo si era consumato a Bologna, con l’arrivo dei corrieri della droga in aeroporto e il compimento delle prime operazioni sul territorio italiano.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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