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Competenza territoriale misure prevenzione: la decisione

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza tra i Tribunali di Torino e Bologna in materia di misure di prevenzione. La sentenza chiarisce che la competenza territoriale per le misure di prevenzione si radica nel luogo dove la pericolosità sociale del soggetto si manifesta con attualità e continuità, non necessariamente dove sono stati commessi i reati più recenti. Nel caso specifico, la competenza è stata attribuita a Torino, dove il soggetto aveva la sua base operativa e la maggior parte dei precedenti.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale Misure Prevenzione: Vince la Continuità sulla Singola Condotta

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nella procedura penale: come si determina la competenza territoriale per le misure di prevenzione quando la pericolosità di un soggetto si manifesta in più luoghi? La decisione chiarisce che il criterio fondamentale non è il luogo dell’ultimo reato, ma quello in cui la pericolosità sociale si esprime con continuità e in rapporto con l’ambiente locale.

I Fatti: Un Conflitto di Competenza tra Due Tribunali

Il caso nasce da un’istanza della Questura di Torino per l’applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale nei confronti di un individuo. Il Tribunale di Torino, tuttavia, si dichiara incompetente, ritenendo che la giurisdizione spettasse al Tribunale di Bologna, in virtù di alcuni episodi recenti avvenuti in quel territorio.

A sua volta, il Tribunale di Bologna, ricevuti gli atti, solleva un conflitto negativo di competenza. Secondo i giudici bolognesi, i fatti avvenuti nel loro territorio – tre episodi di resistenza a pubblico ufficiale a bordo di treni diretti a Torino – erano estemporanei e occasionali. La pericolosità del soggetto, al contrario, appariva radicata nel territorio torinese, come dimostrato dalla sua residenza formale, da precedenti condanne per reati commessi a Torino e da una serie di condotte che lo legavano stabilmente a quella città.

La Questione sulla Competenza Territoriale Misure Prevenzione

Il cuore della questione giuridica, deferita alla Corte di Cassazione, era stabilire quale tribunale dovesse procedere. La scelta si basava sull’interpretazione del criterio che lega un soggetto a un determinato territorio ai fini dell’applicazione delle misure di prevenzione. Si doveva dare prevalenza ai reati più recenti, anche se isolati, o al contesto complessivo in cui la pericolosità sociale si era formata e si manifestava stabilmente?

Il Principio della “Attualità e Continuità” della Pericolosità

La Cassazione, nel risolvere il conflitto, richiama la sua giurisprudenza consolidata. Il principio cardine è che la competenza si determina sulla base del luogo in cui la pericolosità sociale attuale si manifesta con carattere di continuità e in stretto rapporto con l’ambiente locale. Questo significa che non è sufficiente una valutazione statica o basata sulla semplice collocazione geografica del reato più grave o più recente.

L’analisi deve essere dinamica, volta a comprendere dove il soggetto ha il centro dei propri interessi illeciti e dove la sua presenza costituisce una minaccia concreta e persistente per la comunità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha ritenuto non corretta la valutazione del Tribunale di Torino. I giudici supremi hanno osservato che la stragrande maggioranza degli illeciti commessi o denunciati a carico del soggetto (resistenza, rapina impropria, attentato alla sicurezza dei trasporti, calunnia) era avvenuta nel territorio torinese. Inoltre, emergeva dalla proposta della Questura che l’individuo si autodefiniva “capo di Torino” attraverso iniziative sui social media e affermazioni rivolte ai pubblici ufficiali, manifestando un chiaro legame con quel contesto territoriale.

Di contro, i tre episodi avvenuti nel bolognese erano stati giudicati isolati, consumati a bordo di treni e, in due casi, su tratte che provenivano o erano dirette proprio a Torino. Questi elementi non erano sufficienti a radicare la competenza a Bologna, ma apparivano piuttosto come manifestazioni di una pericolosità che aveva il suo epicentro altrove.

Le Conclusioni

La Cassazione ha quindi dichiarato la competenza del Tribunale di Torino, sezione misure di prevenzione. Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: per la competenza territoriale delle misure di prevenzione, l’analisi non può limitarsi a un singolo episodio, ma deve guardare al quadro complessivo. È il luogo in cui la pericolosità sociale di una persona si esprime in modo stabile, continuativo e attuale a determinare il giudice naturale che dovrà valutare l’applicazione delle misure. Una decisione che garantisce una valutazione più aderente alla realtà e più efficace nel contrasto alla criminalità.

Come si stabilisce la competenza territoriale per le misure di prevenzione personali?
La competenza si determina in base al luogo in cui la pericolosità sociale attuale del soggetto si manifesta con carattere di continuità e in rapporto con l’ambiente locale. Non è decisiva la localizzazione del reato più grave o più recente.

Degli episodi criminosi recenti in una città diversa da quella di residenza possono spostare la competenza?
Non necessariamente. Se tali episodi sono ritenuti estemporanei e occasionali, mentre la pericolosità del soggetto è stabilmente radicata in un altro territorio (dove ha precedenti, legami e commette la maggior parte delle condotte illecite), la competenza rimane in quest’ultimo luogo.

Nel caso di specie, perché la competenza è stata attribuita al Tribunale di Torino e non a quello di Bologna?
Perché la maggior parte delle condotte illecite, i precedenti penali e le manifestazioni di pericolosità del soggetto erano concentrate nel territorio torinese, dove egli stesso rivendicava un ruolo criminale. Gli episodi avvenuti nel bolognese sono stati considerati isolati e funzionali ai suoi spostamenti verso Torino, non sufficienti a radicare lì la competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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