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Competenza territoriale: le regole per reati esteri

La Cassazione annulla un’ordinanza di sequestro, stabilendo che la competenza territoriale per un reato associativo iniziato all’estero spetta al giudice dell’ultimo luogo in Italia dove è avvenuta parte dell’azione, e non al giudice di un sequestro occasionale. La decisione riafferma i criteri gerarchici per individuare il giudice naturale del procedimento.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza territoriale: La Cassazione detta le regole per reati iniziati all’estero

La determinazione della competenza territoriale è uno dei pilastri fondamentali del giusto processo. Stabilire quale tribunale abbia il diritto di giudicare un caso non è un mero formalismo, ma una garanzia per l’imputato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 4218/2024) ha fatto luce su un aspetto complesso: come si individua il giudice competente quando un reato associativo ha origine all’estero ma manifesta i suoi effetti in Italia? La pronuncia offre chiarimenti cruciali, annullando un’ordinanza di sequestro emessa da un giudice ritenuto incompetente.

I Fatti del Caso: Un’Associazione a Delinquere Transnazionale

Il caso trae origine da un’indagine su una presunta associazione a delinquere finalizzata all’evasione delle accise sui prodotti energetici. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Trento aveva emesso un’ordinanza di sequestro preventivo, anche per equivalente, per un valore di oltre due milioni di euro nei confronti di numerosi indagati. Durante l’esecuzione, veniva sequestrato un immobile di proprietà di un soggetto terzo, non indagato per il reato associativo ma fratello di uno dei principali indiziati, ritenuto prestanome.

La difesa aveva immediatamente sollevato una questione di incompetenza territoriale, sostenendo che il foro competente dovesse essere quello di Foggia. Secondo la tesi difensiva, infatti, la base operativa dell’associazione in Italia si trovava a Cerignola, in provincia di Foggia, dove l’organizzazione criminale sarebbe stata costituita e da dove avrebbe diretto le sue operazioni sul suolo nazionale. L’unico collegamento con Trento era un sequestro occasionale di un autotreno operato dalla Guardia di Finanza.

La Questione della Competenza Territoriale

Il Tribunale del riesame di Trento aveva rigettato l’istanza, confermando la propria competenza. La motivazione si basava sulla ricostruzione secondo cui l’operatività della struttura criminale avrebbe avuto inizio all’estero. Partendo da questo presupposto, il Tribunale aveva erroneamente applicato le regole suppletive, equiparando la situazione a un’impossibilità di determinare il luogo di consumazione del reato. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando la violazione delle norme sulla competenza territoriale.

I Criteri Gerarchici per la Competenza Territoriale

Il Codice di procedura penale stabilisce una gerarchia di criteri per individuare il giudice competente. In caso di reati connessi, come in questo caso (associazione a delinquere e reati-fine di evasione delle accise), la competenza spetta al giudice competente per il reato più grave (art. 16 c.p.p.). Il reato più grave era pacificamente individuato nell’associazione a delinquere.

Essendo un reato di natura permanente, la sua consumazione inizia nel momento e nel luogo in cui si costituisce il patto associativo e si manifesta l’operatività della struttura. Il Tribunale del riesame aveva correttamente individuato l’inizio della consumazione all’estero. Tuttavia, da questa premessa ha tratto una conclusione errata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo fondata la censura sulla violazione di legge. Gli Ermellini hanno chiarito che, quando un reato è commesso in parte all’estero, la legge non prevede un vuoto normativo, ma detta regole precise. L’art. 10, comma 3, c.p.p. stabilisce infatti che la competenza si determina secondo gli articoli 8 e 9 del codice.

Poiché il luogo di inizio della consumazione (criterio dell’art. 8) era all’estero, il Tribunale avrebbe dovuto applicare il criterio successivo previsto dall’art. 9, comma 1, c.p.p. Questa norma stabilisce che, se la competenza non può essere determinata a norma dell’articolo 8, ‘è competente il giudice dell’ultimo luogo in cui è avvenuta una parte dell’azione o dell’omissione’.

Nel caso di specie, la stessa ordinanza impugnata riconosceva che Cerignola era il luogo di residenza dei sodali italiani, sede della ‘cellula operativa’ italiana e il luogo dove si svolgeva la fase finale dell’attività criminosa. Pertanto, Cerignola era inequivocabilmente l’ultimo luogo in territorio italiano in cui si era manifestata una parte significativa della condotta associativa.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La Corte ha quindi annullato l’ordinanza con rinvio al Tribunale di Trento. Quest’ultimo dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio di diritto enunciato: la competenza territoriale per un reato associativo iniziato all’estero ma con una cellula operativa in Italia si radica nel luogo dove tale cellula ha sede e opera. Un sequestro occasionale in un’altra circoscrizione non è sufficiente a spostare la competenza.

Questa sentenza ribadisce l’importanza di un’applicazione rigorosa e gerarchica delle norme sulla competenza, a garanzia del principio del giudice naturale precostituito per legge. Inoltre, la Corte ha ricordato che, anche in caso di declaratoria di incompetenza, le misure cautelari emesse dal giudice incompetente non perdono immediatamente efficacia, ma restano valide per un periodo di tempo limitato (art. 27 c.p.p.) per consentire al giudice competente di rivalutarle.

Come si determina la competenza territoriale per un reato di associazione a delinquere che opera tra l’estero e l’Italia?
La competenza si determina in base al luogo del reato più grave, cioè l’associazione. Se l’associazione è sorta all’estero, la competenza spetta al giudice italiano dell’ultimo luogo in cui è avvenuta una parte significativa dell’azione, come ad esempio il luogo dove si trova la base operativa nazionale del gruppo.

Se il reato più grave (associativo) ha avuto inizio all’estero, quale giudice italiano è competente?
È competente il giudice dell’ultimo luogo in Italia dove si è concretamente manifestata l’operatività della struttura criminale (es. programmazione, direzione, esecuzione dei reati-fine). Non è rilevante il luogo di un singolo e occasionale atto di indagine, come un sequestro.

Un provvedimento cautelare (come un sequestro) emesso da un giudice incompetente perde immediatamente efficacia?
No. Secondo l’articolo 27 del codice di procedura penale, le misure cautelari disposte dal giudice incompetente conservano un’efficacia interinale e provvisoria per un periodo di tempo limitato, per consentire al pubblico ministero di presentare una nuova richiesta al giudice competente, il quale poi deciderà se mantenerle, modificarle o revocarle.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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