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Competenza territoriale: la Cassazione sul reato estero

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di sequestro preventivo per un reato associativo finalizzato all’evasione di accise. Il caso verteva sulla corretta individuazione della competenza territoriale. La Corte ha stabilito che, se l’attività criminale ha inizio all’estero, la competenza spetta al giudice dell’ultimo luogo in Italia dove si è svolta una parte significativa dell’azione, e non al giudice del luogo di un sequestro occasionale. Di conseguenza, ha rinviato gli atti al Tribunale del riesame per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza territoriale: la Cassazione sui reati con attività all’estero

Con la Sentenza n. 4217/2024, la Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui criteri per determinare la competenza territoriale nei casi di reati associativi la cui attività criminale ha inizio all’estero ma si sviluppa in parte anche in Italia. La decisione annulla un’ordinanza del Tribunale del riesame, stabilendo principi chiari per individuare il giudice competente in scenari complessi e transnazionali.

I Fatti del Caso

Il procedimento nasce da un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trento, che aveva disposto un ingente sequestro preventivo, anche per equivalente, per un valore di oltre due milioni di euro. Il sequestro riguardava i presunti profitti di un’associazione a delinquere finalizzata all’evasione delle accise su prodotti energetici, oltre a un’autovettura ritenuta utilizzata per commettere i reati.

La difesa dell’indagato ha proposto ricorso al Tribunale del riesame, sollevando una questione preliminare fondamentale: l’incompetenza territoriale del Tribunale di Trento. Secondo la difesa, il giudice competente avrebbe dovuto essere quello di Foggia, poiché l’associazione criminale sarebbe stata costituita e avrebbe avuto la sua base operativa a Cerignola, in provincia di Foggia.

La questione della Competenza Territoriale

Il cuore della controversia legale risiede nella corretta applicazione delle norme del codice di procedura penale che regolano la competenza territoriale. La difesa sosteneva che il coinvolgimento di Trento fosse meramente occasionale, legato a un singolo episodio di sequestro di un autotreno, mentre l’intera struttura organizzativa e la consumazione della condotta associativa si radicavano a Cerignola.

Il Tribunale del riesame di Trento aveva rigettato l’eccezione, ritenendo la propria competenza sulla base di una non meglio precisata attività dell’associazione all’estero. Questa motivazione è stata contestata nel ricorso per cassazione, che ha lamentato una violazione di legge e un difetto assoluto di motivazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Competenza Territoriale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto agli altri motivi. La Suprema Corte ha ricostruito il quadro normativo applicabile, evidenziando l’errore commesso dal Tribunale del riesame.

Il punto centrale della decisione è il criterio da utilizzare quando il reato, in questo caso un reato associativo permanente, ha inizio all’estero. I giudici di merito avevano erroneamente parificato questa situazione all’impossibilità di determinare il luogo di consumazione del reato, applicando regole suppletive non pertinenti.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha chiarito che la regola principale per la competenza territoriale è stabilita dall’art. 8 del codice di procedura penale, che individua il luogo di consumazione del reato. Tuttavia, quando la consumazione del reato associativo inizia in territorio estero, entra in gioco la regola integrativa prevista dall’art. 9, comma 1, c.p.p. Questa norma stabilisce che, se la competenza non può essere determinata a norma dell’art. 8, «è competente il giudice dell’ultimo luogo in cui è avvenuta una parte dell’azione o dell’omissione».

Nel caso di specie, la stessa ordinanza impugnata riconosceva che una parte significativa della condotta del delitto associativo si era svolta in territorio italiano, e in particolare a Cerignola. Questa località era identificata come la residenza dei membri italiani del sodalizio, nonché la sede della “cellula operativa” italiana, dove si svolgeva la fase finale dell’attività criminosa. Di conseguenza, Cerignola rappresentava l’ultimo luogo in Italia in cui era avvenuta una parte essenziale dell’azione criminale.

La Corte ha quindi affermato che il Tribunale del riesame ha errato nel non applicare l’art. 9, comma 1, c.p.p., che avrebbe correttamente radicato la competenza presso il Tribunale di Foggia.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto di riferimento per la gestione dei procedimenti penali con elementi di transnazionalità. La Corte di Cassazione ha ribadito la gerarchia dei criteri per la determinazione della competenza territoriale, sottolineando che il luogo di un sequestro occasionale non può prevalere sul luogo in cui si trova il centro operativo e decisionale del sodalizio criminale in Italia.

L’ordinanza è stata annullata con rinvio al Tribunale di Trento, sezione del riesame, che dovrà ora attenersi ai principi enunciati dalla Suprema Corte. Il giudice del rinvio dovrà quindi verificare nuovamente la sussistenza della connessione tra i reati e, sulla base di ciò, determinare quale sia il giudice territorialmente competente, con ogni probabilità quello di Foggia.

Come si determina la competenza territoriale per un reato associativo la cui attività inizia all’estero?
Secondo la sentenza, se l’attività di un reato associativo inizia all’estero, la competenza è determinata dall’art. 9, comma 1, del codice di procedura penale. È competente il giudice dell’ultimo luogo in territorio italiano in cui è avvenuta una parte dell’azione o dell’omissione criminosa.

Il luogo in cui avviene un sequestro è sufficiente a stabilire la competenza territoriale per il reato principale?
No. La sentenza chiarisce che il luogo di un singolo e occasionale sequestro non è di per sé sufficiente a radicare la competenza territoriale per il reato associativo. La competenza va determinata in base al luogo dove si è manifestata concretamente l’operatività della struttura criminale.

Cosa deve fare il giudice del rinvio dopo che la Cassazione ha annullato la sua ordinanza per incompetenza?
Il giudice del rinvio, in questo caso il Tribunale del riesame di Trento, deve riesaminare il caso attenendosi ai principi di diritto stabiliti dalla Corte di Cassazione. Dovrà quindi valutare nuovamente la questione della competenza territoriale e, qualora la dichiari, decidere sulla sorte delle misure cautelari già emesse, applicando le regole previste dall’art. 27 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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