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Competenza territoriale: il luogo dell’accertamento

La Corte di Cassazione ha stabilito la competenza territoriale del Tribunale di Bolzano in un caso di reati tributari, rigettando l’ipotesi di connessione con reati più gravi commessi a Roma. In assenza di prove certe su altri criteri, prevale il luogo di accertamento dei fatti, come previsto dalla normativa sui reati fiscali.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale: Quando il Luogo di Accertamento Prevale

La determinazione della competenza territoriale è un pilastro fondamentale del processo penale, poiché assicura che un imputato sia giudicato dal tribunale territorialmente corretto secondo la legge. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti su come si stabilisce la competenza in materia di reati tributari, specialmente quando emergono dubbi e vengono ipotizzati collegamenti con altri reati più gravi. La Corte ha stabilito che, in assenza di elementi certi e inequivocabili che dimostrino il contrario, il criterio da seguire è quello del luogo di accertamento del reato.

I Fatti del Caso: Reati Tributari tra Bolzano e Roma

Il caso trae origine da un procedimento penale avviato presso il Tribunale di Bolzano a carico di tre persone per reati fiscali. Nello specifico, erano accusati di aver indicato elementi passivi fittizi nelle dichiarazioni fiscali di una società e di aver emesso fatture per operazioni inesistenti, reati previsti dagli articoli 2 e 8 del D.Lgs. 74/2000.

Durante l’udienza preliminare, i difensori degli imputati hanno sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale, sostenendo che il processo dovesse svolgersi a Roma. A supporto di questa tesi, hanno evidenziato la presunta connessione con reati più gravi, come l’autoriciclaggio e l’associazione per delinquere, che si sarebbero consumati prevalentemente nella Capitale, dove avevano sede le società coinvolte e dove operava il presunto sodalizio criminale.

La Questione sulla Competenza Territoriale

Il Giudice dell’udienza preliminare di Bolzano, di fronte all’adesione del Pubblico Ministero alla richiesta della difesa, ha ritenuto la questione non manifestamente infondata. L’incertezza nasceva dalla necessità di bilanciare il criterio del luogo di accertamento del fatto (Bolzano) con quello del locus commissi delicti dei reati connessi più gravi (Roma). Per evitare future dichiarazioni di incompetenza e garantire i principi di efficienza e ragionevole durata del processo, il Giudice ha deciso di sospendere il procedimento e rimettere la decisione sulla competenza territoriale alla Corte di Cassazione attraverso un rinvio pregiudiziale.

Le Motivazioni della Cassazione: Prevale il Criterio del Luogo di Accertamento

La Corte di Cassazione ha risolto la questione attribuendo la competenza territoriale al Tribunale di Bolzano. La decisione si fonda su un’analisi rigorosa degli atti e dei criteri legali.

Anzitutto, i giudici hanno sottolineato che il procedimento in corso riguardava esclusivamente i reati tributari e non anche i reati più gravi (autoriciclaggio e associazione a delinquere) menzionati dalla difesa. La connessione tra questi reati, secondo la Corte, non era stata né provata né adeguatamente illustrata nell’ordinanza di rinvio. Le affermazioni della difesa sono state ritenute assertive e non supportate da elementi concreti.

La Corte ha smontato le argomentazioni relative alla competenza di Roma:

1. Autoriciclaggio: Il fatto che le società coinvolte avessero sede a Roma non è stato ritenuto sufficiente a dimostrare che gli ordini di trasferimento di denaro illecito fossero partiti da lì, specialmente perché eseguiti con mezzi informatici, che possono essere utilizzati da qualsiasi luogo.
2. Associazione a delinquere: Analogamente, la sede legale delle società o la residenza di alcuni imputati a Roma non provano, in assenza di altri elementi, che il pactum sceleris sia stato siglato lì o che da lì venissero dirette le attività criminali.
3. Reati tributari: La Cassazione ha inoltre precisato che né l’emissione di fatture false né la presentazione di dichiarazioni fiscali fraudolente avvengono necessariamente presso la sede legale della società.

In assenza di criteri univoci che potessero spostare la competenza, la Corte ha applicato la norma specifica per i reati tributari. L’articolo 18, primo comma, del D.Lgs. 74/2000 stabilisce che, quando non è possibile determinare il luogo di consumazione del reato, la competenza spetta al giudice del luogo di accertamento del reato stesso. Poiché l’accertamento dei fatti era avvenuto a Bolzano, è questo il Tribunale competente a giudicare.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio fondamentale in materia di competenza territoriale per i reati fiscali: in situazioni di incertezza o quando le prove a sostegno di una competenza alternativa sono deboli o meramente assertive, prevale il criterio sussidiario del luogo di accertamento. Questa decisione non solo fornisce una soluzione chiara per il caso specifico, ma serve anche da guida per casi futuri, promuovendo la certezza del diritto e l’efficienza processuale. Per spostare la competenza, non basta allegare la connessione con reati più gravi, ma è necessario fornire elementi concreti e inequivocabili che dimostrino tale collegamento e il luogo di consumazione di detti reati.

Come si determina la competenza territoriale per i reati tributari in caso di incertezza?
Secondo l’art. 18, primo comma, del d.lgs. n. 74 del 2000, se non è possibile determinare con certezza il luogo di consumazione dei reati tributari, la competenza spetta al giudice del luogo in cui il reato è stato accertato. In questo caso, l’accertamento è avvenuto a Bolzano, rendendo competente il Tribunale di quella città.

La sede legale di una società è un elemento decisivo per stabilire la competenza?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la sede legale di una società, da sola, non è sufficiente a radicare la competenza territoriale. Atti come l’emissione di fatture false o la presentazione di dichiarazioni fiscali possono avvenire altrove, così come gli ordini di trasferimento di denaro eseguiti con strumenti informatici.

È sufficiente ipotizzare la connessione con un reato più grave per spostare la competenza?
No. La Corte ha stabilito che la mera affermazione di una connessione con reati più gravi (come l’associazione a delinquere o l’autoriciclaggio) non è sufficiente per spostare la competenza. Tale connessione deve essere dimostrata con elementi certi e concreti, non desumibili dagli atti o illustrati in modo adeguato, altrimenti l’ipotesi viene considerata solo assertiva e non idonea a fondare una diversa competenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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