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Competenza territoriale e reati: la Cassazione decide

In un complesso caso di reati fiscali e riciclaggio, la Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di competenza tra i tribunali di Brescia, Padova e Bolzano. La Corte ha stabilito che la competenza territoriale si radica presso il giudice del luogo dove è stato commesso il primo tra i reati connessi di maggiore gravità, anche se gli autori dei vari illeciti non coincidono, affermando la competenza del Tribunale di Bolzano.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale e Reati Connessi: La Cassazione Fa Chiarezza

La determinazione della competenza territoriale rappresenta una delle questioni fondamentali nel processo penale, poiché garantisce che un imputato sia giudicato dal giudice naturale precostituito per legge. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 43227/2024, offre un’importante lezione su come dirimere complessi conflitti di competenza, specialmente in presenza di reati connessi commessi da persone diverse in luoghi differenti. Analizziamo il caso e la decisione dei giudici supremi.

I Fatti: Un Complesso Intreccio Giudiziario

La vicenda processuale nasce da un’indagine su vasta scala che coinvolge numerosi soggetti indagati per una serie di reati fiscali, di autoriciclaggio e di riciclaggio. Un indagato principale, accusato di illeciti tributari, è al centro di un provvedimento di custodia cautelare. La questione della competenza territoriale emerge quasi subito, innescando un vero e proprio ‘ping-pong’ giudiziario tra diversi uffici.
Inizialmente, il GIP di Brescia, emettendo una misura cautelare, dichiara la propria incompetenza a favore del Tribunale di Bolzano, ravvisando una connessione teleologica tra i reati fiscali e i più gravi reati di riciclaggio commessi da altri coindagati. Successivamente, il Tribunale del riesame di Bolzano declina a sua volta la competenza in favore di Padova. Infine, il Tribunale del riesame di Venezia, investito del caso, la sposta nuovamente, indicando come competente Brescia. A questo punto, il GIP di Brescia solleva un conflitto negativo di competenza davanti alla Corte di Cassazione, creando una situazione di stasi processuale che richiede un intervento risolutore.

La Questione Giuridica: Connessione tra Reati e Competenza Territoriale

Il nodo centrale del conflitto riguardava l’interpretazione delle norme sulla connessione tra reati, in particolare la cosiddetta connessione teleologica (art. 12, lett. c, c.p.p.), secondo cui più procedimenti sono connessi se un reato è stato commesso per eseguirne o occultarne un altro. La divergenza tra i giudici verteva su un punto cruciale: per applicare questo criterio e spostare la competenza territoriale, è necessario che gli autori del ‘reato-mezzo’ e del ‘reato-fine’ siano gli stessi?
Il Tribunale di Venezia aveva adottato una visione restrittiva, sostenendo che la competenza dovesse essere valutata solo in relazione ai reati contestati al singolo indagato, escludendo quelli ascritti ai suoi coindagati. Al contrario, il GIP di Brescia, e prima di lui quello di Bolzano, avevano sposato un’interpretazione più ampia, in linea con i principi affermati dalle Sezioni Unite della Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la competenza territoriale

La Suprema Corte ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale di Bolzano. La decisione si fonda su principi chiari e consolidati, fondamentali per garantire l’ordine e la logica del processo penale.

Il Principio delle Sezioni Unite sulla Connessione Teleologica

La Cassazione ha ribadito con forza l’orientamento delle Sezioni Unite (sent. n. 53390/2017), secondo cui per la configurabilità della connessione teleologica non è richiesta l’identità soggettiva tra gli autori dei diversi reati. Ciò che conta è la finalizzazione oggettiva della condotta: è sufficiente che l’autore del reato-mezzo (ad esempio, il riciclaggio) abbia agito con la consapevolezza di commettere il fatto per agevolare o nascondere un altro reato (ad esempio, l’evasione fiscale), anche se commesso da altri. Questa interpretazione assicura l’unitarietà della celebrazione del processo e l’efficacia della giurisdizione.

L’Individuazione del Reato più Grave e del Primo Commesso

Una volta stabilita l’esistenza della connessione tra tutti i reati contestati nel procedimento (fiscali, autoriciclaggio e riciclaggio), la Corte ha applicato i criteri sussidiari dell’art. 16 c.p.p. per determinare la competenza territoriale. Poiché i reati più gravi nel catalogo delle imputazioni erano quelli di riciclaggio (art. 648-bis c.p.), puniti con la pena più alta, la competenza si radica nel luogo di commissione di uno di essi. Avendo più reati la medesima gravità, il criterio dirimente è quello cronologico: la competenza spetta al giudice del luogo in cui è stato commesso il primo di questi reati. Sulla base degli atti, il primo episodio di riciclaggio contestato era avvenuto a Bolzano.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto errata la prospettiva del Tribunale di Venezia, che frammentava la valutazione della competenza posizione per posizione. La connessione, infatti, è un legame oggettivo tra i fatti-reato che attrae tutti i procedimenti davanti a un unico giudice, proprio per garantire una valutazione complessiva e coerente della vicenda. La Corte ha sottolineato che la contestazione formulata dal Pubblico Ministero costituisce la base per questa determinazione, a meno che non contenga errori macroscopici e immediatamente percepibili, circostanza non ravvisata nel caso di specie. Pertanto, considerando la connessione teleologica tra i delitti fiscali (fine) e quelli di riciclaggio (mezzo) e applicando i criteri di gravità e priorità cronologica, l’Ufficio giudiziario di Bolzano è stato identificato come l’unico competente.

Le Conclusioni

La sentenza riafferma un principio cruciale per la gestione dei procedimenti penali complessi, sempre più frequenti nell’ambito dei reati economici. La competenza territoriale non può essere decisa isolando le singole condotte, ma deve tenere conto dei legami oggettivi che le uniscono, anche quando i protagonisti sono diversi. Questa decisione non solo risolve una situazione di stallo, ma fornisce anche una guida chiara per i giudici di merito, promuovendo l’economia processuale e l’accertamento unitario dei fatti, in piena aderenza ai principi del giusto processo.

Per determinare la competenza territoriale in caso di reati connessi, è necessario che gli autori dei diversi reati siano gli stessi?
No, la Corte di Cassazione, richiamando un principio delle Sezioni Unite, ha stabilito che per la configurabilità della connessione teleologica non è richiesta l’identità fra gli autori del reato-fine e quelli del reato-mezzo. È sufficiente accertare che l’autore del reato-mezzo fosse consapevole della finalizzazione della sua condotta alla commissione o all’occultamento di un altro reato.

Come si stabilisce quale tribunale è competente quando più reati connessi hanno la stessa gravità?
In base all’art. 16, comma 1, del codice di procedura penale, quando più reati connessi hanno la stessa gravità, la competenza territoriale è determinata dal reato che è stato commesso per primo. Nel caso di specie, il primo dei reati più gravi (riciclaggio) è stato commesso a Bolzano.

Può la Corte di Cassazione, nel risolvere un conflitto, individuare come competente un giudice diverso da quelli che lo hanno originato?
Sì, la sentenza chiarisce che la Corte di Cassazione, quando risolve un conflitto negativo di competenza, non è vincolata alle indicazioni dei giudici in conflitto. Può individuare e determinare la competenza di un terzo giudice, anche se quest’ultimo non ha promosso o non è stato parte del conflitto stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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