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Competenza territoriale droga: decide il luogo consegna

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato per traffico di droga, che contestava la competenza territoriale del Tribunale di Napoli. La Corte ha stabilito che, quando l’accordo per l’acquisto di stupefacenti avviene tramite strumenti non tracciabili come le cryptochat, rendendo impossibile individuare il luogo della prima azione, la competenza territoriale si determina in base a criteri suppletivi. In questo caso, è stato ritenuto competente il giudice del luogo in cui è avvenuta la consegna finale della sostanza.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Territoriale nei Reati di Droga: un Caso Pratico

Determinare quale tribunale debba giudicare un reato non è sempre semplice, specialmente quando le condotte criminali attraversano diverse città e si avvalgono di tecnologie moderne. La questione della competenza territoriale è fondamentale per garantire un processo equo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su come individuare il giudice competente nei reati di traffico di stupefacenti, soprattutto quando gli accordi vengono presi tramite chat crittografate che rendono impossibile localizzare l’origine del patto illecito.

Il Caso: Un’Accusa di Traffico e l’Eccezione di Incompetenza

Un individuo veniva sottoposto alla misura degli arresti domiciliari dal Tribunale di Napoli, accusato di aver partecipato, insieme ad altri complici, alla detenzione e commercializzazione di 5 kg di cocaina. Il suo ruolo sarebbe stato quello di “staffetta” in un’operazione criminale svolta tra Napoli e Rosarno.

La difesa dell’indagato ha immediatamente sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale, sostenendo che il processo dovesse svolgersi presso il Tribunale di Reggio Calabria. Secondo la tesi difensiva, il reato si era consumato a Rosarno, località in provincia di Reggio Calabria, dove la sostanza stupefacente era stata materialmente consegnata da un corriere a uno dei complici. Il Tribunale di Napoli, tuttavia, respingeva questa richiesta, confermando la propria competenza a giudicare.

La Decisione della Cassazione sulla Competenza Territoriale

Contro la decisione del Tribunale di Napoli, la difesa ha proposto ricorso per Cassazione. La Suprema Corte, con la sentenza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in via definitiva la competenza territoriale del Tribunale di Napoli.

La Corte ha chiarito i principi giuridici da applicare per risolvere questo tipo di conflitti, fornendo un’interpretazione cruciale per i casi di criminalità moderna che sfruttano la tecnologia per eludere l’identificazione.

Le Motivazioni: Come si Applica la Regola sulla Competenza Territoriale

La Cassazione ha basato la sua decisione su un’attenta analisi delle norme del codice di procedura penale. Ecco i punti chiave del ragionamento giuridico:

1. Unicità del Reato: Per la legge (art. 73 del d.P.R. 309/1990), le varie condotte legate allo stesso quantitativo di droga (acquisto, detenzione, trasporto, vendita) sono considerate come parti di un unico reato continuato. Per stabilire la competenza, si deve guardare al luogo in cui è stata compiuta la prima di queste azioni.

2. L’Impossibilità di Localizzare l’Accordo: Il problema principale nel caso di specie era che l’accordo per l’acquisto della droga era avvenuto tramite “cryptochat”. Questi sistemi di comunicazione rendono impossibile stabilire con certezza il luogo fisico in cui gli interlocutori si trovavano al momento del patto. Di conseguenza, il criterio principale (luogo della prima azione) non era applicabile.

3. L’Applicazione dei Criteri Suppletivi: Quando il criterio principale non può essere utilizzato, il codice (art. 9 c.p.p.) prevede dei criteri “suppletivi”. Tra questi, vi è quello dell’ultimo luogo in cui è avvenuta una parte dell’azione. Il Tribunale di Napoli, e poi la Cassazione, hanno correttamente individuato questo luogo in Napoli.

4. Il Luogo della Consegna Finale: Sebbene la prima consegna fosse avvenuta a Rosarno, l’azione criminale si era conclusa a Napoli, precisamente presso una base logistica del gruppo dove gli acquirenti erano rientrati portando con sé la merce. Questo momento è stato considerato come l’atto finale dell’operazione, radicando così la competenza territoriale presso il foro napoletano.

Conclusioni: L’Importanza del Luogo di Consegna

Questa sentenza offre un importante principio guida: nei reati di droga pianificati con strumenti tecnologici che non permettono di localizzare l’accordo iniziale, la competenza può essere determinata dal luogo in cui si conclude l’operazione, ovvero dove la sostanza stupefacente viene portata e resa disponibile per le fasi successive del traffico. La decisione evidenzia come il diritto processuale si adatti per rispondere alle sfide poste dalla criminalità organizzata che sfrutta l’anonimato della rete, assicurando che vi sia sempre un giudice competente a perseguire il reato.

Come si determina la competenza territoriale in un reato di spaccio di droga?
Di norma, la competenza è del giudice del luogo in cui è avvenuta la prima azione criminale (ad esempio, l’accordo per l’acquisto). Poiché le varie condotte (acquisto, detenzione, vendita) relative alla stessa sostanza sono considerate un unico reato, si fa riferimento alla prima di esse.

Cosa succede se il luogo del primo accordo per l’acquisto di droga non è identificabile?
Se il luogo della prima azione non è noto, come nel caso di accordi presi tramite chat crittografate (cryptochat), si applicano i criteri suppletivi previsti dall’art. 9 del codice di procedura penale. La competenza viene quindi determinata in base al luogo in cui è avvenuta una parte dell’azione o dell’omissione.

Perché il luogo di consegna della droga è diventato decisivo in questo caso?
Il luogo di consegna finale a Napoli è diventato decisivo perché, essendo impossibile stabilire dove fosse stato concluso l’accordo iniziale, la Corte ha applicato il criterio suppletivo dell’ultimo luogo noto in cui si è svolta una parte dell’azione. Questo luogo è stato identificato con la base logistica a Napoli dove gli acquirenti hanno portato la droga dopo averla ritirata, concludendo così l’operazione di acquisto e detenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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