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Competenza territoriale associazione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11591/2025, si è pronunciata su un caso di associazione a delinquere finalizzata a truffe nel settore automobilistico. Il fulcro della decisione riguarda la corretta individuazione della competenza territoriale associazione. La Corte ha stabilito che la competenza si radica nel luogo in cui l’attività del sodalizio criminoso diventa per la prima volta percepibile all’esterno, e non dove viene stretto l’accordo iniziale. Ha inoltre annullato con rinvio la sentenza d’appello limitatamente alla mancata motivazione sul diniego delle attenuanti generiche per alcuni imputati, confermando nel resto l’accertamento di responsabilità.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza territoriale associazione: la Cassazione decide sul luogo del reato

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 11591/2025 offre importanti chiarimenti sulla determinazione della competenza territoriale associazione a delinquere, un tema cruciale nella procedura penale. La Corte ha esaminato il caso di un gruppo criminale dedito a truffe nel settore della vendita di auto di lusso, stabilendo principi chiave per individuare il giudice competente a processare il reato associativo.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’indagine su un’associazione criminale che, attraverso un autosalone, organizzava la vendita di autovetture di lusso. Gli imputati erano stati condannati in primo grado dal Tribunale di Rovigo per aver partecipato a vario titolo al sodalizio, finalizzato alla commissione di una serie di truffe aggravate. La Corte d’Appello di Venezia aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado.

Avverso la decisione d’appello, diversi imputati hanno proposto ricorso per Cassazione, sollevando plurime questioni di diritto. Tra queste, spiccava la contestazione sulla competenza territoriale del Tribunale di Rovigo, sostenendo che il processo si sarebbe dovuto celebrare altrove, ad esempio nel luogo di residenza dei promotori o dove era stato stretto l’accordo iniziale.

I Motivi del Ricorso e la questione sulla competenza territoriale associazione

I ricorrenti hanno articolato diversi motivi di impugnazione. I principali argomenti riguardavano:

Violazione delle norme sulla competenza territoriale: Gli imputati sostenevano che la competenza non dovesse essere radicata a Rovigo, ma nel luogo in cui l’accordo associativo (pactum sceleris*) era stato stipulato o dove si era svolta l’attività di programmazione del gruppo, ovvero nella provincia di Treviso. In subordine, indicavano il luogo di consumazione del primo reato-fine.
* Vizio di motivazione: Alcuni ricorrenti contestavano la valutazione delle prove a loro carico, ritenendo che la Corte d’Appello non avesse risposto in modo adeguato alle censure difensive e avesse erroneamente attribuito loro un ruolo di promotori dell’associazione.
* Mancata rinnovazione del dibattimento: Veniva lamentato il diniego di assumere la testimonianza di un soggetto ritenuto chiave per la difesa.
* Diniego delle circostanze attenuanti generiche: Tre dei ricorrenti si dolevano della mancata concessione delle attenuanti, senza un’adeguata motivazione da parte del giudice d’appello.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato punto per punto i motivi di ricorso, fornendo una dettagliata analisi giuridica.

In primo luogo, ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due degli imputati per aspecificità e perché volti a una rivalutazione del merito dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Per gli altri ricorrenti, ha rigettato la maggior parte delle doglianze, confermando l’impianto accusatorio e la responsabilità penale.

Il punto centrale della sentenza è la disamina sulla competenza territoriale associazione. La Corte ha ribadito un principio consolidato in giurisprudenza: il reato di associazione per delinquere è un reato permanente, la cui consumazione ha inizio nel momento in cui l’operatività del sodalizio criminoso diventa percepibile all’esterno. Non rileva, quindi, il luogo in cui viene stretto l’accordo iniziale, ma quello in cui si manifesta per la prima volta l’attività dell’associazione. Nel caso di specie, i giudici hanno correttamente identificato tale luogo nell’autosalone sito a Occhiobello, nel circondario del Tribunale di Rovigo, poiché era lì che avveniva la commercializzazione delle auto e si concretizzava l’operatività del gruppo. È l’effettività dell’azione criminale a radicare la competenza, non la mera programmazione o la sede legale di una società.

La Corte ha inoltre chiarito che, ai fini della valutazione della motivazione, le sentenze di primo e secondo grado si integrano a vicenda, formando un unico corpo decisionale. Se la motivazione complessiva è logica e coerente e risponde implicitamente alle censure, non è necessario che il giudice d’appello confuti analiticamente ogni singolo dettaglio sollevato dalla difesa.

Tuttavia, la Corte ha accolto l’unico motivo di ricorso relativo alle circostanze attenuanti generiche. I giudici di legittimità hanno rilevato come la Corte d’Appello avesse completamente omesso di motivare le ragioni del diniego di tali circostanze. Questa carenza motivazionale costituisce un vizio della sentenza che ne impone l’annullamento sul punto.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha rigettato nel resto i ricorsi di tre imputati, dichiarando irrevocabile l’accertamento della loro responsabilità penale. Ha però annullato la sentenza impugnata limitatamente alla questione delle attenuanti generiche, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello di Venezia per un nuovo giudizio su questo specifico punto. La decisione riafferma un principio fondamentale per gli operatori del diritto: per la competenza territoriale associazione, ciò che conta è il luogo della prima manifestazione esterna dell’attività criminale, garantendo così un criterio oggettivo e basato sull’effettività dell’azione illecita.

Come si determina la competenza territoriale per il reato di associazione per delinquere?
La competenza territoriale per il reato di associazione per delinquere, essendo un reato permanente, si determina in base al luogo in cui la consumazione del reato ha avuto inizio. Questo coincide con il momento e il luogo in cui l’operatività del gruppo criminale diventa percepibile all’esterno per la prima volta, non con il luogo dove viene stipulato l’accordo iniziale (pactum sceleris).

È necessario che la sentenza d’appello risponda punto per punto a tutte le obiezioni della difesa?
No. Secondo la Corte, non è censurabile una sentenza per il suo silenzio su una specifica deduzione difensiva se questa risulta implicitamente disattesa dalla motivazione complessivamente considerata. Le sentenze di primo e secondo grado si integrano, e se la ricostruzione dei fatti offerta dai giudici è logica e coerente, è sufficiente a rigettare prospettazioni alternative senza doverle confutare analiticamente.

Cosa succede se un giudice non motiva il diniego delle circostanze attenuanti generiche?
La mancata motivazione sul diniego delle circostanze attenuanti generiche costituisce un vizio della sentenza. Come avvenuto in questo caso, ciò comporta l’annullamento della sentenza su quel punto specifico, con rinvio a un nuovo giudice che dovrà riesaminare la richiesta e fornire un’adeguata giustificazione per la sua decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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