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Competenza riciclaggio home banking: la Cassazione

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di competenza territoriale per un caso di riciclaggio tramite home banking. La sentenza stabilisce che il reato si consuma non nel luogo da cui viene inviato l’ordine telematico, ma presso la filiale della banca dove è acceso il conto corrente da cui partono i fondi. Di conseguenza, la competenza per riciclaggio spetta al tribunale del circondario in cui si trova tale istituto di credito, poiché è lì che l’operazione finanziaria illecita si concretizza.

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Pubblicato il 25 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Riciclaggio e Home Banking: La Cassazione Fa Chiarezza sul Luogo del Reato

Nell’era digitale, i reati finanziari assumono forme sempre più dematerializzate. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 38623/2024) affronta una questione cruciale: come si determina la competenza per riciclaggio quando il reato viene commesso tramite home banking? La risposta non è scontata e ha importanti implicazioni pratiche per la conduzione delle indagini.

I Fatti del Caso: un Conflitto tra Tribunali

Il caso nasce da un’indagine complessa su un’associazione a delinquere finalizzata a reati fiscali, riciclaggio e autoriciclaggio. Un’operazione chiave consisteva in un bonifico di oltre 32.000 euro, disposto da un’indagata tramite home banking da un ufficio situato nel circondario del Tribunale A. I fondi, però, sono stati prelevati da un conto corrente acceso presso una filiale bancaria nel circondario del Tribunale B.

Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale B, investito della richiesta di misure cautelari, ha dichiarato la propria incompetenza territoriale. Secondo il GIP, il reato si era consumato nel luogo da cui l’operatrice aveva materialmente inviato l’ordine di bonifico, ovvero nel territorio di competenza del Tribunale A. Di contro, il GIP del Tribunale A, ricevuti gli atti, ha sollevato un conflitto negativo di competenza, ritenendo che il luogo rilevante fosse quello dove si trovava la banca che deteneva il conto corrente. La questione è così giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha risolto il conflitto attribuendo la competenza al GIP del Tribunale B, ossia il giudice del luogo in cui ha sede la filiale bancaria presso cui era acceso il conto corrente da cui sono state trasferite le somme di provenienza illecita.

Le Motivazioni: la Consumazione del Reato nel Mondo Digitale

Il cuore della decisione risiede nell’individuazione del momento e del luogo di consumazione del delitto di riciclaggio. La Cassazione, condividendo un orientamento giurisprudenziale consolidato, ha chiarito che il reato non si perfeziona con la semplice impartizione dell’ordine telematico.

Il Principio di Diritto sulla Competenza Riciclaggio

Secondo la Corte, l’azione di riciclaggio tramite bonifico non si esaurisce nella formulazione della disposizione di pagamento. L’offensività del reato, infatti, è legata all’effettiva esecuzione dell’ordine, ovvero al momento in cui il capitale illecito viene concretamente trasferito nel circuito finanziario. Questo momento coincide con l’operazione effettuata dall’istituto di credito.

Anticipare la consumazione al momento dell’invio dell’ordine sarebbe scorretto, poiché l’operazione potrebbe non andare a buon fine per svariati motivi, come un malfunzionamento del sistema informatico o la mancanza di fondi sufficienti sul conto. Pertanto, il luogo in cui il reato si consuma è quello dove si trova l’istituto bancario che esegue materialmente la disposizione, allocando le risorse finanziarie.

Implicazioni Pratiche

Questa interpretazione fornisce un criterio chiaro e oggettivo per stabilire la competenza territoriale nei sempre più frequenti casi di reati finanziari commessi a distanza. La localizzazione fisica della filiale bancaria diventa l’ancoraggio territoriale per l’azione penale, indipendentemente dal luogo fisico in cui si trova l’autore del reato al momento dell’invio dell’ordine.

Conclusioni

La sentenza in esame ribadisce un principio fondamentale per la lotta alla criminalità economica nell’era digitale. La competenza per riciclaggio commesso tramite home banking si radica nel luogo dove il denaro illecito entra effettivamente nel sistema finanziario, ovvero presso la sede della banca che gestisce il conto. Questa soluzione garantisce certezza giuridica e permette di incardinare correttamente il procedimento penale fin dalle prime fasi, evitando dannose stasi processuali derivanti dai conflitti di competenza.

Dove si considera commesso il reato di riciclaggio effettuato tramite home banking?
Il reato di riciclaggio si considera commesso (e quindi consumato) nel luogo in cui si trova la filiale dell’istituto di credito presso cui è acceso il conto corrente dal quale vengono trasferite le somme di provenienza illecita, e non nel luogo da cui l’agente invia l’ordine telematico.

Perché il luogo da cui si invia l’ordine di bonifico non è rilevante per determinare la competenza territoriale?
Non è rilevante perché la semplice formulazione dell’ordine potrebbe non portare a un’effettiva movimentazione di denaro (ad esempio, per mancanza di fondi o problemi tecnici). Il reato si perfeziona solo quando l’operazione viene eseguita dalla banca, immettendo il denaro nel circuito finanziario.

Quale criterio utilizza la Cassazione per stabilire la competenza in caso di più reati connessi?
In presenza di più reati legati da un nesso finalistico, la competenza per territorio si stabilisce sulla base del reato più grave. In caso di pari gravità, la competenza spetta al giudice competente per il primo reato commesso. Nel caso di specie, il riciclaggio è stato individuato come il reato più grave che attrae la competenza per tutti gli altri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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