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Competenza revocazione confisca: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione risolve un conflitto di giurisdizione tra le Corti d’Appello di Milano e Torino in materia di competenza per la revocazione della confisca di prevenzione. La sentenza stabilisce che per le confische disposte sotto il vigore del D.Lgs. 159/2011 (Codice Antimafia), la competenza a decidere sull’istanza di revocazione non spetta al giudice che ha emesso il provvedimento, ma alla Corte d’Appello individuata secondo i criteri dell’art. 11 cod. proc. pen., in questo caso quella di Milano.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Revocazione Confisca: la Cassazione fa Chiarezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha risolto un importante conflitto sulla competenza per la revocazione della confisca di prevenzione, stabilendo un principio chiaro per i casi sorti dopo l’entrata in vigore del Codice Antimafia. La decisione chiarisce quale Corte d’Appello debba pronunciarsi quando viene richiesta la revisione di una misura ablativa definitiva, basandosi sulla distinzione tra il vecchio e il nuovo regime normativo.

I Fatti del Caso: Un Conflitto tra Corti d’Appello

Il caso nasce dalla richiesta di un soggetto di ottenere la “revoca” di una confisca di prevenzione disposta su un bene immobile. Tale richiesta era motivata dal fatto che, in un separato giudizio penale di cognizione, la confisca penale dello stesso bene era stata a sua volta revocata e ne era stata ordinata la restituzione.

La richiesta è stata inizialmente presentata alla Corte d’Appello di Torino, organo che aveva emesso il decreto di confisca di prevenzione. Tuttavia, la Corte torinese ha declinato la propria competenza, qualificando l’istanza come una “revocazione” ai sensi dell’art. 28 del D.Lgs. 159/2011 (Codice Antimafia). Secondo questa interpretazione, la competenza sarebbe spettata alla Corte d’Appello di Milano, individuata in base ai criteri dell’art. 11 del codice di procedura penale.

Di parere opposto la Corte d’Appello di Milano, che ha a sua volta ricusato la competenza e sollevato un conflitto dinanzi alla Corte di Cassazione. Secondo i giudici milanesi, si trattava di una “revoca” ai sensi della vecchia normativa (art. 7, L. 1423/1956), la cui competenza apparteneva al medesimo giudice che aveva emesso il provvedimento, ovvero la Corte d’Appello di Torino.

La Questione Giuridica: Revoca o Revocazione?

Il cuore della questione risiede nella distinzione tra due istituti giuridici apparentemente simili ma sostanzialmente diversi:

* Revoca (art. 7, L. 1423/1956): Prevista dalla normativa previgente, era considerata un atto di ritiro del provvedimento da parte dello stesso giudice che lo aveva emesso.
* Revocazione (art. 28, D.Lgs. 159/2011): Introdotta dal Codice Antimafia, è un mezzo di impugnazione straordinario, simile alla revisione penale, che mira a correggere un errore giudiziario in presenza di nuove prove o circostanze specifiche. La sua disciplina processuale, e quindi la determinazione della competenza, è diversa.

Il discrimine per l’applicazione dell’uno o dell’altro istituto è temporale: la revocazione si applica ai provvedimenti di confisca la cui proposta è stata presentata dopo l’entrata in vigore del Codice Antimafia (13 ottobre 2011).

La decisione della Cassazione sulla competenza per la revocazione della confisca

La Corte di Cassazione, decidendo sul conflitto, ha stabilito che l’istanza in esame doveva essere correttamente qualificata come richiesta di “revocazione” ai sensi dell’art. 28 del D.Lgs. 159/2011. Questo perché il provvedimento di confisca originale era stato disposto sotto il vigore della nuova normativa. Di conseguenza, non trova applicazione il principio della competenza del giudice a quo (cioè lo stesso che ha emesso l’atto), ma si applicano le regole specifiche previste per la revocazione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte Suprema ha fondato la sua decisione sul chiaro dettato normativo e sulla ratio dell’istituto della revocazione, come chiarito anche dalle Sezioni Unite. L’art. 28 del Codice Antimafia è stato introdotto per colmare un vuoto normativo e superare le incertezze del sistema precedente, creando un rimedio ad hoc per rimettere in discussione il “giudicato di prevenzione”.

Questo istituto, modellato sulla revisione delle sentenze di condanna, non è un semplice atto di ritiro, ma un vero e proprio procedimento autonomo. La competenza è attribuita, per espressa previsione normativa (che rinvia alle forme degli artt. 630 e ss. c.p.p.), alla Corte d’Appello individuata secondo i criteri dell’art. 11 del codice di procedura penale. Questi criteri funzionali sono pensati per garantire terzietà e imparzialità nella valutazione della nuova istanza.

Poiché nel caso di specie il provvedimento di confisca era stato emesso dalla Corte d’Appello di Torino, la competenza a giudicare la richiesta di revocazione spetta, secondo le regole dell’art. 11 c.p.p., alla Corte d’Appello di Milano.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza consolida un principio fondamentale per la gestione delle istanze post-giudicato in materia di misure di prevenzione patrimoniali. L’insegnamento pratico è il seguente: per tutte le confische di prevenzione disposte in base a proposte presentate dopo il 13 ottobre 2011, l’unico strumento per rimetterle in discussione è la revocazione ex art. 28 D.Lgs. 159/2011. La competenza a decidere non sarà mai del giudice che ha emesso la confisca, ma andrà determinata secondo le regole procedurali specifiche che designano una diversa Corte d’Appello, garantendo così una rivalutazione del caso da parte di un organo giudiziario distinto.

Quale giudice è competente a decidere sulla revocazione di una confisca di prevenzione disposta dopo il 13 ottobre 2011?
La competenza non spetta al giudice che ha emesso il provvedimento di confisca, ma alla Corte d’Appello del distretto diverso individuata secondo i criteri stabiliti dall’articolo 11 del codice di procedura penale.

Che differenza c’è tra la “revoca” della confisca secondo la vecchia legge e la “revocazione” prevista dal Codice Antimafia?
La “revoca” (legge n. 1423/1956) era un atto di ritiro del provvedimento da parte dello stesso giudice che lo aveva emesso. La “revocazione” (art. 28, D.Lgs. 159/2011) è un mezzo di impugnazione straordinario, simile alla revisione penale, che segue regole procedurali e di competenza distinte.

Perché la Corte di Cassazione ha assegnato la competenza alla Corte d’Appello di Milano e non a quella di Torino?
Poiché il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Corte d’Appello di Torino sotto il vigore del D.Lgs. 159/2011, si applica l’istituto della revocazione. La normativa di riferimento (art. 28 D.Lgs. 159/2011 e art. 11 cod. proc. pen.) stabilisce che la competenza spetta alla Corte d’Appello del distretto giudiziario determinato dalla legge, che in questo specifico caso era quella di Milano.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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