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Competenza reati tributari: il luogo di accertamento

In un caso di conflitto tra tribunali, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio chiave sulla competenza per reati tributari. Quando il luogo di commissione del reato è incerto, come nel caso di fatture false emesse da società fittizie, la competenza territoriale spetta al giudice del luogo in cui le prove vengono analizzate e sintetizzate in un’ipotesi accusatoria completa, non dove vengono meramente raccolte. La Suprema Corte ha quindi individuato la competenza nel tribunale della città in cui l’attività investigativa ha raggiunto la sua sintesi finale.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Reati Tributari: La Cassazione chiarisce il concetto di ‘Luogo di Accertamento’

Determinare la corretta competenza per reati tributari rappresenta una sfida complessa, specialmente in casi di frodi fiscali articolate su più territori e basate sull’uso di società fittizie. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fornisce un’interpretazione decisiva del criterio del ‘luogo di accertamento del reato’, stabilendo che la competenza non risiede dove le prove vengono semplicemente raccolte, ma dove vengono analizzate e sintetizzate in un quadro accusatorio coerente.

I Fatti del Caso: un Conflitto di Competenza tra Tribunali

La vicenda nasce da un’indagine complessa coordinata dalla Procura Europea (EPPO) per reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta. Le indagini coinvolgevano due procure diverse, una a Torino e una ad Ancona. A seguito dell’unificazione dei procedimenti, l’EPPO di Torino chiedeva al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) locale l’emissione di misure cautelari.

Il GIP di Torino si dichiarava incompetente, sostenendo che, data l’impossibilità di individuare il luogo effettivo di emissione delle fatture (create da ‘società cartiere’ con sedi fittizie), si dovesse applicare il criterio del luogo di accertamento del reato, previsto dalla normativa sui reati tributari. Secondo il giudice torinese, questo luogo era Ancona, dove le prime e approfondite indagini erano state svolte.

Di conseguenza, gli atti venivano trasmessi al GIP di Ancona, il quale, a sua volta, sollevava un conflitto di competenza. Pur concordando sull’applicazione del criterio del ‘luogo di accertamento’, il giudice anconetano lo identificava in Torino. La sua tesi si basava sul fatto che solo le indagini bancarie successive, delegate e condotte a Torino, avevano permesso di ricostruire l’intera portata della frode e che l’iscrizione formale del procedimento era avvenuta presso l’EPPO di Torino.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Competenza Reati Tributari

Chiamata a risolvere il conflitto, la Corte di Cassazione ha dichiarato la competenza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino. La decisione si fonda su una precisa interpretazione del concetto di ‘luogo di accertamento’, allineandosi a un suo precedente orientamento giurisprudenziale.

Le motivazioni

La Corte Suprema ha chiarito che il ‘luogo di accertamento’ non coincide con il luogo di mera acquisizione dei dati investigativi. Piuttosto, deve essere identificato nel luogo in cui gli elementi raccolti vengono ‘approfonditamente valutati e ricomposti in una esaustiva ricostruzione delle ipotesi di reato contestate’.

Nel caso specifico, sebbene le prime indagini fossero partite da Ancona, l’attività investigativa decisiva e di sintesi si era svolta a Torino. La Guardia di Finanza di Torino aveva redatto l’annotazione finale che non solo riassumeva le scoperte precedenti (incluse quelle di Ancona e Bari), ma le integrava con nuovi e cruciali elementi, offrendo una visione completa e strutturata dell’illecito. È in questa sede, dunque, che è avvenuta l’effettiva ‘valutazione’ che ha dato corpo all’accusa. L’atto di sintesi investigativa diventa così il fattore determinante per radicare la competenza territoriale.

Le conclusioni

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche. In un’era di criminalità economica sempre più delocalizzata e digitale, stabilisce un principio di certezza procedurale. La competenza per reati tributari complessi viene ancorata non a un dato formale o iniziale, ma al centro nevralgico dell’analisi investigativa. Ciò garantisce che a giudicare sia il tribunale nel cui circondario si è svolta l’attività intellettuale e di sintesi che ha permesso di comprendere appieno il fenomeno criminale, valorizzando il lavoro di analisi rispetto alla semplice raccolta di prove.

Come si determina la competenza territoriale per i reati tributari quando non è possibile individuare il luogo dove il reato è stato commesso?
Secondo la sentenza, si applica il criterio sussidiario del ‘luogo di accertamento del reato’, come previsto dall’art. 18 del D.Lgs. 74/2000.

Cosa si intende per ‘luogo di accertamento del reato’ secondo la Corte di Cassazione?
Non è il luogo dove vengono materialmente acquisiti i dati o le informazioni, ma la sede dell’Ufficio dove viene compiuta un’effettiva valutazione e ricomposizione degli elementi raccolti, fino a formulare un’ipotesi di reato completa e strutturata.

In un’indagine che si svolge in più città, quale tribunale è competente?
È competente il tribunale del luogo in cui le attività investigative vengono sintetizzate e analizzate in modo approfondito. Nel caso specifico, è stato ritenuto competente il tribunale di Torino perché lì è stata redatta l’annotazione investigativa finale che ha ricomposto tutti gli elementi provenienti dalle varie sedi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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