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Competenza reati tributari: decide il luogo di accertamento

Un imprenditore, condannato per omesso versamento di IVA e ritenute, ha contestato la competenza territoriale del Tribunale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che per la competenza reati tributari di natura omissiva, data l’impossibilità di identificare un unico luogo di adempimento a causa dei pagamenti telematici, si applica il criterio sussidiario del luogo in cui il reato è stato accertato, e non quello della sede dell’impresa.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Reati Tributari: la Cassazione Sceglie il Luogo di Accertamento

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 23928 del 2024, affronta una questione cruciale per la competenza reati tributari: qual è il tribunale competente a giudicare i delitti di omesso versamento di IVA e ritenute? La risposta fornita dai giudici di legittimità consolida un orientamento preciso, privilegiando il criterio del luogo di accertamento del reato rispetto a quello della sede legale o effettiva dell’impresa. Analizziamo la decisione per comprenderne le ragioni e le implicazioni.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un imprenditore condannato in primo e secondo grado dal Tribunale e dalla Corte di Appello di Firenze per i reati previsti dagli articoli 10 bis (omesso versamento di ritenute dovute o certificate) e 10 ter (omesso versamento di IVA) del D.Lgs. 74/2000. La difesa dell’imputato aveva sin da subito sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale, sostenendo che il processo avrebbe dovuto svolgersi presso il Tribunale di Velletri, nel cui circondario si trovava la sede effettiva dell’impresa (a Pomezia).

La Questione sulla Competenza Reati Tributari

Il cuore del ricorso si basava sull’interpretazione delle norme che regolano la competenza per territorio. Secondo la difesa, i reati omissivi si consumano nel momento e nel luogo in cui scade il termine per compiere l’azione dovuta. Per una società, tale luogo coinciderebbe con la sede effettiva, dove vengono prese le decisioni amministrative. Di conseguenza, si sarebbe dovuta applicare la regola generale dell’art. 8 del codice di procedura penale, che radica la competenza nel luogo di consumazione del reato.

L’argomentazione difensiva evidenziava come l’attuale sistema di pagamento telematico delle imposte, possibile da qualsiasi punto del territorio nazionale, renderebbe impossibile individuare con certezza un luogo di adempimento e, di riflesso, di consumazione. Tuttavia, la conclusione proposta era di tornare al criterio sostanziale della sede dell’impresa.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Competenza

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, confermando la competenza del Tribunale di Firenze. La decisione si fonda su un’analisi chiara della normativa e della sua evoluzione.

L’impossibilità di determinare il luogo di consumazione

I giudici hanno sottolineato come la disciplina fiscale moderna abbia dematerializzato i pagamenti. L’obbligo di versare le imposte tramite modello F24 telematico può essere adempiuto da qualsiasi sportello bancario abilitato in Italia o tramite intermediari. Questa fungibilità del luogo di pagamento rende di fatto impossibile individuare con certezza un unico luogo in cui l’obbligazione tributaria doveva essere adempiuta e, quindi, dove l’omissione si è consumata. Applicare la regola generale dell’art. 8 c.p.p. diventa perciò impraticabile.

L’applicazione del criterio del luogo di accertamento

Di fronte a questa incertezza, la legge stessa fornisce una soluzione. L’art. 18, comma 1, del D.Lgs. 74/2000 stabilisce che, quando la competenza non può essere determinata secondo le regole ordinarie, essa appartiene al giudice del luogo di accertamento del reato. Questo criterio, sebbene sussidiario, diventa dirimente in casi come quello in esame. Poiché l’accertamento dei reati tributari era avvenuto a Firenze, la competenza del tribunale locale è stata ritenuta correttamente instaurata.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua scelta ribadendo un orientamento giurisprudenziale ormai prevalente. L’incertezza sul luogo di consumazione dei reati di omesso versamento non permette di fare riferimento al domicilio fiscale del contribuente o alla sede dell’impresa. La normativa speciale in materia tributaria (art. 18, D.Lgs. 74/2000) prevale sulle regole generali del codice di procedura penale. Questa scelta non viola il principio del giudice naturale precostituito per legge (art. 25 Cost.), in quanto il criterio del luogo di accertamento è previsto da una norma di legge, oggettiva e predeterminata, che si applica proprio per risolvere situazioni di incertezza. La Corte ha inoltre riconosciuto l’esistenza di un indirizzo minoritario, ma ha ritenuto il contrasto interpretativo ormai superato a favore della soluzione adottata.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza consolida un principio fondamentale per la competenza reati tributari di natura omissiva. Per imprenditori e professionisti, ciò significa che l’autorità giudiziaria competente a processarli non sarà necessariamente quella del luogo in cui ha sede la loro attività, ma quella del luogo in cui l’Agenzia delle Entrate o la Guardia di Finanza effettua l’accertamento della violazione. Questa interpretazione offre certezza procedurale, legando la competenza a un dato oggettivo e documentabile, ovvero l’atto formale di accertamento del reato.

Dove si considera commesso il reato di omesso versamento di IVA e ritenute ai fini della competenza territoriale?
A causa della possibilità di effettuare pagamenti telematici da qualsiasi luogo, la sentenza stabilisce che il luogo di consumazione del reato è incerto e non può essere determinato con sicurezza.

Quale criterio si applica per stabilire il tribunale competente in caso di omesso versamento di imposte?
Si applica il criterio sussidiario previsto dall’art. 18 del D.Lgs. 74/2000, che attribuisce la competenza al giudice del luogo in cui il reato è stato accertato dall’autorità fiscale o dalla polizia giudiziaria.

La sede legale o effettiva dell’impresa è rilevante per determinare la competenza del tribunale in questi casi?
No, secondo questa sentenza, la sede dell’impresa è irrilevante. Il criterio determinante non è il luogo dove si trova l’azienda, ma il luogo dove la violazione fiscale viene formalmente scoperta e contestata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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