LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza reati tributari: decide il luogo d’accertamento

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27680/2025, ha stabilito i criteri per la competenza territoriale nei reati tributari. In un caso di frode carosello con fatture false, in cui era impossibile determinare il luogo di commissione del reato, i giudici hanno confermato che la competenza spetta al tribunale del luogo in cui il reato è stato accertato, e non a quello del domicilio fiscale della società coinvolta.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza territoriale reati tributari: quando decide il luogo dell’accertamento

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 27680 del 2025 offre un importante chiarimento sulla competenza territoriale nei reati tributari, in particolare per il delitto di emissione di fatture per operazioni inesistenti. La Suprema Corte ha stabilito che, qualora sia impossibile determinare il luogo esatto in cui il reato è stato commesso, la competenza si radica nel luogo in cui il reato è stato accertato dalle autorità. Questa decisione ha implicazioni significative per le aziende e gli imprenditori coinvolti in procedimenti penali di natura fiscale.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato riguardava il legale rappresentante di una società a responsabilità limitata semplificata, coinvolto in una presunta ‘frode carosello’ legata alla cessione di automobili. L’imprenditore era accusato del reato previsto dall’art. 8 del D.Lgs. 74/2000, ovvero l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. A seguito delle indagini, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Varese aveva emesso un decreto di sequestro preventivo.

L’imprenditore ha impugnato il provvedimento dinanzi al Tribunale del riesame, sollevando una questione di incompetenza territoriale. Secondo la difesa, il procedimento avrebbe dovuto essere incardinato presso il Tribunale di Roma, luogo del domicilio fiscale della società, e non a Varese.

La Questione sulla competenza territoriale nei reati tributari

Il nodo centrale della controversia era stabilire quale fosse il giudice territorialmente competente a decidere. La difesa del ricorrente sosteneva che dovesse prevalere il criterio del domicilio fiscale della società che avrebbe emesso le fatture. Tuttavia, sia il G.i.p. che il Tribunale del riesame avevano ritenuto competente il Tribunale di Varese.

Il problema nasceva dal fatto che la società in questione era considerata una ‘società cartiera’, ovvero un’entità creata al solo scopo di emettere documenti fiscali fittizi. Di conseguenza, non era possibile determinare con certezza il luogo fisico da cui le fatture erano state emesse, rendendo inapplicabile il criterio principale del locus commissi delicti (luogo di commissione del reato).

Le norme di riferimento

La disciplina sulla competenza per i reati tributari è contenuta nell’art. 18 del D.Lgs. 74/2000. Questa norma, in via generale, stabilisce che il reato si considera consumato nel luogo in cui il contribuente ha il domicilio fiscale. Tuttavia, per il reato di emissione di fatture false (art. 8), si applicano le regole ordinarie del codice di procedura penale.
Inoltre, quando vengono contestati più reati, l’art. 16 del codice di procedura penale stabilisce che la competenza appartiene al giudice competente per il reato più grave.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la correttezza della decisione del Tribunale del riesame. I giudici supremi hanno chiarito che, nel caso di specie, il reato più grave era proprio quello di emissione di fatture per operazioni inesistenti. Poiché non era noto dove tali fatture fossero state concretamente emesse, non si poteva applicare la regola generale del luogo di commissione del reato.

Di fronte a questa impossibilità, entra in gioco il criterio suppletivo previsto proprio dalla normativa speciale sui reati tributari (art. 18, comma 1, D.Lgs. 74/2000). Tale norma stabilisce che, quando la competenza non può essere determinata secondo i criteri ordinari, è competente il giudice del luogo di accertamento del reato.

La Corte ha sottolineato che questo criterio speciale prevale sulle regole generali del codice di procedura penale (art. 9 c.p.p.). Poiché l’illecito era stato accertato a Varese, la competenza del Tribunale di Varese è stata ritenuta correttamente fondata. La Cassazione ha richiamato la propria giurisprudenza consolidata, ribadendo che, in assenza di elementi certi per individuare l’effettivo locus commissi delicti, il luogo di accertamento diventa il criterio dirimente.

Conclusioni

La sentenza in commento consolida un principio fondamentale per la gestione dei processi penali-tributari. Per i reati di emissione di fatture false, specialmente nei complessi schemi di frode dove operano società cartiere senza una vera sede operativa, la competenza territoriale viene attratta dal luogo dove gli organi inquirenti hanno scoperto e accertato l’illecito. Questa interpretazione fornisce certezza procedurale ed evita che l’incertezza sul luogo fisico di emissione dei documenti falsi possa creare vuoti di giurisdizione o continui conflitti di competenza. Per le imprese e i professionisti, ciò significa che l’attività di accertamento fiscale e penale assume un ruolo decisivo non solo per il merito dell’accusa, ma anche per determinare la sede processuale in cui dovranno difendersi.

Come si determina la competenza territoriale per il reato di emissione di fatture false se il luogo di emissione è sconosciuto?
Secondo la Corte di Cassazione, quando non è possibile determinare il luogo fisico di emissione delle fatture, si applica il criterio sussidiario del luogo di accertamento del reato, come previsto dall’art. 18, comma 1, del D.Lgs. 74/2000.

Perché il domicilio fiscale della società non è stato considerato rilevante per la competenza in questo caso?
Il domicilio fiscale non è stato ritenuto rilevante perché la società era considerata una ‘cartiera’, priva di una reale sede operativa. Per il reato specifico di emissione di fatture false (art. 8 D.Lgs. 74/2000), le regole generali prevalgono, ma data l’impossibilità di individuare il luogo di commissione, si è ricorso al criterio speciale del luogo di accertamento.

Se vengono contestati più reati tributari, quale criterio si usa per stabilire la competenza?
In caso di connessione tra più reati, la competenza territoriale è determinata dal reato più grave. Se per tale reato non è possibile individuare il luogo di commissione, si applicano i criteri suppletivi, come quello del luogo dell’accertamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati