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Competenza reati militari: la guida della Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione tra un tribunale militare e uno ordinario, stabilendo i criteri per determinare la competenza in caso di reati connessi. La sentenza chiarisce che la competenza per reati militari si sposta al giudice ordinario se il reato comune connesso, a parità di pena detentiva, prevede anche una pena pecuniaria. In questo caso, la truffa aggravata è stata ritenuta più grave della truffa militare proprio per la presenza di una multa, radicando la giurisdizione presso il Tribunale ordinario di Taranto per tutti i reati contestati.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Reati Militari: La Cassazione Stabilisce la Prevalenza del Giudice Ordinario

La questione della competenza per reati militari connessi a reati comuni rappresenta un nodo cruciale della procedura penale, poiché determina quale giudice abbia l’autorità per decidere il caso. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 45216 del 2024, ha fornito un chiarimento fondamentale su come risolvere questi conflitti di giurisdizione, ponendo l’accento sul criterio della ‘maggiore gravità’ del reato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un conflitto di competenza sollevato dal Giudice per le Indagini Preliminari (GUP) presso il Tribunale Militare di Napoli. Un soggetto era indagato per il reato di truffa militare, commesso a Taranto nel 2022. Contemporaneamente, per gli stessi fatti, era in corso un procedimento presso il Tribunale ordinario di Taranto per il reato di truffa aggravata e per altri illeciti comuni connessi, tra cui falsità e violazioni della normativa sulla sicurezza sul lavoro.

Il GUP militare sosteneva la propria competenza esclusiva per il reato di truffa militare, ritenendolo un reato ‘speciale’ rispetto a quello comune e, pertanto, non soggetto alle regole di connessione che avrebbero potuto attrarre il caso nella giurisdizione ordinaria. Questa situazione di stallo ha reso necessario l’intervento della Corte di Cassazione per dirimere il conflitto e stabilire quale dei due tribunali dovesse procedere.

La Decisione della Corte: un’analisi della competenza per reati militari

La Corte di Cassazione ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale ordinario di Taranto per tutti i reati contestati. La decisione si fonda sull’applicazione combinata degli articoli 13, comma 2, e 16, comma 3, del codice di procedura penale. Questi articoli stabiliscono che, in caso di connessione tra procedimenti di competenza di giudici ordinari e militari, la giurisdizione unitaria spetta al giudice ordinario solo se il reato comune è più grave di quello militare. In caso contrario, le due giurisdizioni restano separate.

La sfida era quindi determinare quale, tra la truffa militare e la truffa aggravata comune, fosse il reato ‘più grave’.

Le Motivazioni

Il cuore del ragionamento della Corte risiede nell’interpretazione dei criteri gerarchici per la determinazione della gravità di un reato. La legge stabilisce un ordine preciso:

1. Criterio Principale – Pena Detentiva: La gravità si valuta innanzitutto confrontando la pena detentiva massima prevista per i due reati. Se le pene massime sono uguali, si confrontano le pene minime.

2. Criterio Subordinato – Pena Pecuniaria: Solo se vi è una perfetta ‘parità delle pene detentive’ (sia nel massimo che nel minimo), si può ricorrere a un criterio subordinato, che tiene conto anche delle pene pecuniarie (multe o ammende).

Nel caso specifico, la situazione era la seguente:
* Truffa Militare (art. 234 c.p.m.p.): prevede la pena della reclusione militare da uno a cinque anni.
* Truffa Aggravata (art. 640 c.p.): prevede la pena della reclusione da uno a cinque anni e della multa da 309 a 1549 euro.

Poiché le pene detentive erano identiche (massimo 5 anni, minimo 1 anno), si è verificata quella ‘parità’ che fa scattare il criterio subordinato. La presenza della pena pecuniaria (la multa) per il solo reato comune di truffa aggravata ha reso quest’ultimo il reato giuridicamente più grave.

Di conseguenza, la Corte ha stabilito che la maggiore gravità del reato comune attrae nella competenza del giudice ordinario anche il connesso reato militare.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un principio di fondamentale importanza pratica nella gestione della competenza per reati militari. Viene chiarito che per spostare la giurisdizione al giudice ordinario non è necessaria una pena detentiva superiore per il reato comune. In situazioni di perfetta parità sanzionatoria detentiva, la semplice previsione di una pena pecuniaria aggiuntiva per il reato comune è sufficiente a qualificarlo come più grave.

La decisione garantisce certezza giuridica e previene la frammentazione dei processi, assicurando che un unico giudice possa valutare un complesso di fatti tra loro collegati, in conformità con i principi di economia processuale e di coerenza delle decisioni giudiziarie.

In caso di connessione tra reati comuni e reati militari, quale giudice è competente?
La competenza è del giudice ordinario solo se il reato comune è considerato più grave di quello militare. In caso contrario, le giurisdizioni restano separate e ogni giudice procede per i reati di propria competenza.

Come si stabilisce quale reato è ‘più grave’ per determinare la competenza?
La gravità si determina primariamente in base alla pena detentiva massima prevista dalla legge. A parità di massimo, si considera la pena minima. Se anche le pene detentive minime e massime sono identiche, il reato che prevede in aggiunta una pena pecuniaria (multa) è considerato più grave.

Perché in questo specifico caso è stato dichiarato competente il Tribunale ordinario e non quello Militare?
Perché il reato di truffa aggravata (comune) e quello di truffa militare prevedevano la stessa identica pena detentiva (da uno a cinque anni di reclusione). Tuttavia, la truffa aggravata prevedeva anche una multa, a differenza del reato militare. Questa pena pecuniaria aggiuntiva ha reso il reato comune il più grave, attraendo così la competenza del giudice ordinario su tutto il procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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