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Competenza per territorio reati tributari: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 46252/2024, ha risolto una questione di competenza per territorio reati tributari. In presenza di molteplici reati fiscali connessi e di pari gravità, si applica la regola generale dell’art. 16 c.p.p. La competenza spetta al giudice del luogo in cui è stato commesso il primo dei reati più gravi di cui si conosce la località, e non al giudice del luogo di accertamento del reato.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza per territorio reati tributari: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 46252 del 2024, è intervenuta per dirimere una complessa questione sulla competenza per territorio reati tributari in presenza di una pluralità di illeciti connessi. La pronuncia stabilisce un principio fondamentale: in caso di reati legati tra loro, la regola generale del codice di procedura penale prevale sulla normativa speciale prevista per i singoli reati fiscali. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per l’individuazione del giudice naturale nei procedimenti per frode fiscale.

I Fatti del Caso: un Complesso Schema di Frode Fiscale

Il caso nasce da un’indagine su un vasto e consolidato sistema di frode fiscale nel settore delle agenzie di investigazione e vigilanza privata. Agli imputati erano contestate diverse fattispecie di reato previste dal D.Lgs. 74/2000, tra cui l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e la dichiarazione fraudolenta. Questi reati, commessi nell’arco di molti anni e in diverse località, erano strettamente collegati tra loro. Di fronte a questo scenario, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Varese, riscontrando le richieste delle difese che indicavano come competenti i tribunali di Milano o Monza, ha sollevato la questione di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica: Regola Generale vs. Regola Speciale

Il cuore del problema era determinare quale norma applicare. Da un lato, l’art. 18 del D.Lgs. 74/2000 stabilisce criteri specifici per la competenza nei reati tributari, come il luogo del domicilio fiscale del contribuente o quello di accertamento del reato. Dall’altro, l’art. 16 del codice di procedura penale detta le regole generali per i procedimenti connessi, stabilendo che la competenza spetta al giudice del luogo in cui è stato commesso il reato più grave o, in caso di pari gravità, il primo reato.

Il GIP di Varese ha chiesto alla Cassazione di chiarire se, in un caso di reati connessi di pari gravità e con luogo di commissione parzialmente sconosciuto, si dovesse dare prevalenza al criterio del primo reato di cui si conosce il luogo (che avrebbe radicato la competenza a Monza) oppure al criterio del luogo di accertamento (che avrebbe indicato Varese).

Competenza per territorio reati tributari: l’Analisi della Cassazione

La Suprema Corte ha risolto il dubbio aderendo all’orientamento giurisprudenziale consolidato e riconoscendo la competenza del Tribunale di Monza. I giudici hanno chiarito che le norme speciali sulla competenza per territorio reati tributari (art. 18, D.Lgs. 74/2000) si applicano solo quando viene contestato un singolo e isolato reato fiscale. Quando, invece, ci si trova di fronte a più reati uniti dal vincolo della connessione, torna ad applicarsi la disciplina generale prevista dall’art. 16 del codice di procedura penale.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base dei seguenti punti cardine:

1. Prevalenza della regola generale sulla connessione: La disciplina dell’art. 16 c.p.p. è pensata per gestire la complessità dei procedimenti con più reati collegati, garantendo l’economia processuale e prevenendo giudicati contraddittori. Questa esigenza non viene meno, anzi è accentuata, nei casi di complesse frodi fiscali.
2. Individuazione del reato più grave: Nel caso di specie, i reati più gravi erano quelli di emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8) e di dichiarazione fraudolenta (art. 2), puniti con la reclusione da 4 a 8 anni a seguito delle modifiche legislative del 2019. Essendo di pari gravità, la competenza si determina in base al primo commesso.
3. Criterio del ‘primo reato noto’: Poiché il luogo di commissione di alcuni di questi gravi reati era sconosciuto, la Corte ha applicato il principio secondo cui la competenza spetta al giudice del luogo in cui risulta con certezza consumato il primo dei reati più gravi di cui si conosce la località. Nel caso esaminato, questo reato era una dichiarazione fraudolenta commessa a Cesano Maderno, che rientra nella giurisdizione del Tribunale di Monza.
4. Carattere sussidiario della norma speciale: La Corte ha ribadito che il criterio del luogo di accertamento del reato, previsto dall’art. 18, è una regola residuale, da non applicare quando esistono reati connessi. Inoltre, ha evidenziato come, anche a voler considerare l’art. 18, questo stesso articolo per il reato di dichiarazione fraudolenta indica come competente il giudice del luogo in cui il contribuente ha il domicilio fiscale, che nel caso della società coinvolta era proprio a Cesano Maderno, confermando ulteriormente la competenza di Monza.

Le Conclusioni

La sentenza n. 46252/2024 consolida un principio di fondamentale importanza pratica: nei procedimenti per frodi fiscali strutturate e complesse, l’individuazione del giudice competente non segue le regole speciali previste per il singolo reato tributario, ma quelle generali dettate per i reati connessi. La competenza si radica presso il giudice del luogo dove è stato commesso il reato più grave o, a parità di gravità, il primo della serie. Se il luogo del primo reato in assoluto è incerto, si fa riferimento al primo di cui si ha una localizzazione certa. Questa decisione fornisce certezza giuridica e orienta le procure e i difensori nell’identificazione del foro competente sin dalle prime fasi del procedimento.

In caso di più reati tributari connessi, quale regola si applica per determinare la competenza territoriale?
Si applica la disciplina generale prevista per i reati connessi dall’art. 16 del codice di procedura penale, e non i criteri speciali dell’art. 18 del D.Lgs. 74/2000, che valgono solo per un singolo reato tributario.

Come si stabilisce il giudice competente se i reati connessi hanno la stessa gravità?
Se i reati più gravi hanno la stessa cornice edittale, la competenza spetta al giudice del luogo in cui è stato commesso il primo di questi reati. Se il luogo di commissione del primo reato è sconosciuto, la competenza si sposta sul giudice del luogo del primo reato successivo di cui si conosce con certezza la località.

La regola del luogo di accertamento del reato (art. 18 D.Lgs. 74/2000) si applica sempre?
No. Questa regola, secondo la sentenza, ha carattere sussidiario e si applica solo quando è contestato un unico reato tributario e non è possibile determinare la competenza secondo le regole ordinarie (es. luogo di commissione). Non si applica in presenza di reati connessi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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