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Competenza per territorio: reati connessi e il criterio

La Corte di Cassazione risolve un conflitto tra tribunali sul tema della competenza per territorio in un complesso caso di associazione per delinquere e reati finanziari. La sentenza chiarisce che, in presenza di reati teleologicamente connessi, la giurisdizione spetta al giudice competente per il primo tra i reati più gravi commessi. In questo caso, è stato individuato il Tribunale di Ancona, poiché nel suo circondario era stato commesso il primo e più grave atto di bancarotta fraudolenta contestato agli imputati.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza per Territorio e Reati Connessi: La Cassazione Fa Chiarezza

La determinazione della competenza per territorio rappresenta una delle questioni fondamentali nel processo penale, specialmente in casi complessi che coinvolgono una pluralità di reati e imputati. Con la sentenza n. 30393/2024, la Corte di Cassazione è intervenuta per risolvere un conflitto tra tribunali, delineando con precisione i criteri da seguire quando si è in presenza di reati legati da una connessione teleologica, come un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di bancarotte e riciclaggio.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un vasto procedimento penale per reati di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e appropriazione indebita. Inizialmente, il Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Ancona aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale per alcuni degli imputati, trasmettendo gli atti al Tribunale di Bologna. Quest’ultimo, a sua volta, ha sollevato un conflitto negativo di competenza, ritenendo che la giurisdizione spettasse proprio ad Ancona e rimettendo la questione alla Corte di Cassazione per la decisione finale.

La Questione Giuridica sulla Competenza per Territorio

Il nucleo del problema risiedeva nell’applicazione dell’art. 16 del codice di procedura penale, che disciplina la competenza per territorio in caso di reati connessi. Il giudice di Bologna sosteneva che, data la sussistenza di una connessione teleologica (l’associazione era stata creata appositamente per commettere i reati fine di bancarotta e riciclaggio), la competenza dovesse essere determinata in base al reato più grave. In caso di pari gravità, la regola impone di guardare al primo reato commesso. Secondo questa tesi, il primo e più grave reato di bancarotta fraudolenta era stato commesso nella circoscrizione del Tribunale di Ancona, radicando lì la competenza per l’intero procedimento.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente la tesi del giudice rimettente, risolvendo il conflitto in favore del Tribunale di Ancona. I giudici di legittimità hanno innanzitutto confermato la sussistenza della connessione teleologica, come chiaramente delineato dal pubblico ministero nel capo d’imputazione. L’associazione per delinquere era stata costituita proprio ‘al fine di consumare’ una serie di altri illeciti, creando quel legame finalistico richiesto dall’art. 12, lett. c), del codice di procedura penale.

Una volta stabilita la connessione, la Corte ha applicato la regola generale dell’art. 16 c.p.p.: la competenza va al giudice del reato più grave. Nel caso di specie, i reati più gravi erano quelli di bancarotta fraudolenta aggravata, che prevedono una pena massima di quindici anni di reclusione. A questo punto, per individuare il giudice competente tra i vari reati di bancarotta contestati, si è applicato il criterio residuale del ‘primo reato’. L’analisi degli atti ha rivelato che il reato di bancarotta fraudolenta più risalente nel tempo era quello relativo al fallimento di una specifica società, commesso ad Ancona il 6 novembre 2015. Questo singolo evento è stato sufficiente a radicare la competenza del Tribunale di Ancona per tutti gli imputati e per tutti i reati connessi, anche se commessi altrove o da persone diverse.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce un principio cruciale per la gestione dei procedimenti penali complessi: in presenza di una chiara connessione teleologica tra i reati, la competenza per territorio si concentra presso il giudice del luogo in cui è stato commesso il primo dei reati più gravi. Questa regola garantisce l’unità del processo e previene la frammentazione dei giudizi, assicurando una valutazione complessiva e coerente dei fatti. La decisione sottolinea inoltre che, ai fini della determinazione della competenza, ci si deve basare sulla contestazione formulata dal Pubblico Ministero, a meno che non contenga errori macroscopici e immediatamente percepibili. Per gli operatori del diritto, questa pronuncia è un importante promemoria della necessità di analizzare attentamente il legame tra i vari capi d’imputazione per individuare correttamente il foro competente fin dalle prime fasi del procedimento.

Come si determina la competenza per territorio in caso di reati connessi?
Secondo l’art. 16 del codice di procedura penale, la competenza spetta al giudice competente per il reato più grave. Se i reati hanno la stessa gravità, la competenza è attribuita al giudice competente per il primo reato commesso.

Cosa si intende per connessione teleologica tra reati?
Si ha una connessione teleologica quando alcuni reati sono stati commessi per eseguirne o occultarne altri. La sentenza specifica che è sufficiente che l’autore di un reato abbia agito con la consapevolezza di finalizzare la sua condotta alla commissione di un altro reato, anche se commesso da persone diverse.

Qual è stato il criterio decisivo utilizzato dalla Cassazione in questo caso?
Il criterio decisivo è stato quello del ‘primo reato’ tra quelli di pari gravità. Dopo aver individuato la bancarotta fraudolenta aggravata come il reato più grave, la Corte ha stabilito che la competenza spettava al Tribunale di Ancona perché il primo episodio di tale reato, in ordine cronologico, era stato commesso nel suo circondario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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