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Competenza per territorio: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 46253/2024, ha dichiarato inammissibile un rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Verona in un caso di frode fiscale. Il caso riguardava la contestata competenza per territorio in un processo per utilizzo di fatture false. La difesa sosteneva che la competenza dovesse essere del tribunale che procedeva per il reato connesso di emissione di tali fatture. Il Tribunale di Verona, di fronte a una prova parziale fornita dalla difesa (relativa solo ad alcune delle fatture), ha chiesto alla Cassazione come procedere. La Suprema Corte ha chiarito che il giudice non deve attendere una prova onnicomprensiva, ma deve decidere sulla base degli elementi forniti dalla parte che solleva l’eccezione. Imporre all’imputato un onere probatorio eccessivo violerebbe i principi processuali. Pertanto, il rinvio è stato ritenuto inammissibile in quanto il dubbio del giudice non era di natura interpretativa, ma risolvibile con gli ordinari strumenti processuali.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza per territorio: la Cassazione chiarisce l’onere della prova

La determinazione della competenza per territorio è una questione cruciale in ogni processo penale, poiché garantisce che l’imputato sia giudicato dal giudice naturale precostituito per legge. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 46253/2024) ha fornito importanti chiarimenti su come gestire le eccezioni di incompetenza, in particolare nei complessi casi di reati fiscali connessi, come l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Analizziamo la decisione per comprenderne la portata e le implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Fatture False e Conflitto di Giurisdizione

Il caso ha origine da un procedimento penale presso il Tribunale di Verona a carico di diversi imputati, amministratori di una società petrolifera, accusati del reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti (art. 2 del D.Lgs. 74/2000). Secondo l’accusa, gli imputati avevano inserito nella dichiarazione IVA elementi passivi fittizi per un ammontare di oltre 9 milioni di euro, evadendo quasi 2 milioni di IVA.

Durante le fasi preliminari, la difesa degli imputati ha sollevato un’eccezione di incompetenza territoriale, sostenendo che il processo dovesse svolgersi non a Verona, ma presso il Tribunale di Pavia. La ragione risiedeva nella pendenza, a Pavia, di un altro procedimento per il reato connesso di emissione di fatture false (art. 8 del D.Lgs. 74/2000) a carico degli amministratori di una delle società che avevano emesso le fatture utilizzate dagli imputati. Poiché l’emissione precede logicamente l’utilizzo e i reati sono di pari gravità, la difesa riteneva che la competenza dovesse essere attratta dal giudice del primo reato.

Il Rinvio Pregiudiziale e i Dubbi del Tribunale

Il Tribunale di Verona, pur riconoscendo la correttezza del principio di connessione, si è trovato di fronte a un problema: la difesa aveva documentato la pendenza del procedimento a Pavia solo per le fatture emesse da una delle quattro società indicate nel capo d’imputazione. Cosa fare per le altre tre? Il giudice, perplesso, ha ritenuto che decidere sulla base di una prova parziale avrebbe potuto consentire all’imputato di ‘scegliere’ il proprio giudice, violando il principio del giudice naturale. Inoltre, ha evidenziato la difficoltà per il Pubblico Ministero di verificare la pendenza di tutti i possibili procedimenti connessi in altri tribunali.

Preso da questi dubbi, il Tribunale ha deciso di sospendere il processo e di sollevare un rinvio pregiudiziale alla Corte di Cassazione, chiedendo di chiarire se, in casi come questo, l’onere di provare la pendenza di tutti i procedimenti connessi ricada sulla difesa.

La Competenza per Territorio e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha risposto dichiarando inammissibile il rinvio pregiudiziale. La decisione non entra nel merito della competenza specifica del caso, ma si concentra sui principi procedurali che il giudice di merito avrebbe dovuto applicare. Secondo la Suprema Corte, il dubbio del Tribunale di Verona non era un vero e proprio ‘dubbio interpretativo’ che giustificasse un intervento chiarificatore, ma una questione risolvibile attraverso l’applicazione delle normali regole processuali.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha ribadito alcuni principi fondamentali in materia di competenza per territorio e onere della prova:

1. L’onere della prova grava sulla parte che eccepisce: È un principio consolidato che chi solleva un’eccezione procedurale (in questo caso, l’incompetenza) ha l’onere di fornire al giudice gli elementi di fatto e di diritto a suo sostegno. Non spetta al giudice o al Pubblico Ministero condurre indagini per confermare o smentire l’eccezione.

2. La questione si cristallizza al momento dell’eccezione: Il giudice deve decidere sulla base delle prove e delle allegazioni fornite dalle parti entro i termini processuali previsti. Tutto ciò che viene dedotto o scoperto successivamente è irrilevante ai fini della decisione sulla competenza, in virtù del principio della perpetuatio iurisdictionis.

3. Non si può imporre un onere probatorio impossibile: Pretendere che la difesa documenti la pendenza di procedimenti relativi a tutte le fatture contestate, magari sparsi in diversi tribunali d’Italia e di cui potrebbe non essere a conoscenza, costituirebbe un onere probatorio eccessivamente gravoso, se non impossibile da assolvere. Questo sarebbe contrario ai principi del giusto processo.

In sostanza, il giudice di Verona avrebbe dovuto semplicemente valutare gli elementi forniti dalla difesa. Se tali elementi erano sufficienti a dimostrare la connessione e a giustificare lo spostamento della competenza (anche solo sulla base della prova parziale offerta), avrebbe dovuto dichiararsi incompetente. In caso contrario, avrebbe dovuto rigettare l’eccezione. Il rinvio alla Cassazione è stato quindi ritenuto uno strumento improprio per risolvere una questione di valutazione della prova.

Le Conclusioni: Principi Chiariti e Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce con forza che il sistema processuale fornisce già tutti gli strumenti per risolvere le questioni di competenza. Il giudice non deve farsi carico di incertezze che spettano alle parti dirimere attraverso le loro allegazioni. Questa decisione ha un’importante implicazione pratica: rafforza la responsabilità delle parti nel processo, in particolare della difesa, che deve essere diligente nel formulare e provare le proprie eccezioni. Allo stesso tempo, tutela l’imputato da oneri probatori sproporzionati e riafferma che la decisione sulla competenza deve basarsi su ciò che viene formalmente e tempestivamente portato all’attenzione del giudice, senza che quest’ultimo debba avviare indagini d’ufficio per colmare eventuali lacune probatorie.

Su chi ricade l’onere di provare i fatti a sostegno di un’eccezione di incompetenza per territorio?
Secondo la sentenza, l’onere di provare il fatto processuale da cui dipende l’accoglimento dell’eccezione grava sulla parte che ha sollevato l’eccezione stessa, in questo caso la difesa.

Cosa deve fare il giudice se la parte che eccepisce l’incompetenza fornisce una prova solo parziale a sostegno della sua tesi?
Il giudice deve decidere sulla base degli elementi che gli sono stati forniti. La questione della competenza si cristallizza al momento in cui viene sollevata e deve essere decisa sulla base delle allegazioni e delle prove prodotte in quel momento, senza imporre alla parte un onere probatorio impossibile da assolvere.

Perché la Cassazione ha dichiarato inammissibile il rinvio pregiudiziale del Tribunale?
La Cassazione ha ritenuto il rinvio inammissibile perché la questione sollevata dal Tribunale non costituiva un vero e proprio dubbio interpretativo sulla legge, ma una questione di applicazione di principi processuali già consolidati, come quello sull’onere della prova. Il giudice aveva già tutti gli strumenti per decidere senza bisogno di un intervento della Corte Suprema.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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