LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza per territorio falso informatico: la Cassazione

In un complesso procedimento per falso ideologico informatico e documentale, la Corte di Cassazione ha risolto una questione di competenza per territorio. La Corte ha stabilito che la competenza per territorio per il falso informatico si radica nel luogo in cui il documento viene inserito nel server locale (nel caso di specie, Genova), uscendo dalla sfera di controllo dell’autore e diventando accessibile a terzi, e non nel luogo dove si trova il server centrale (Roma). Questa decisione si basa sul principio che il reato di falso è un reato di pericolo, che si perfeziona quando sorge il rischio per la fede pubblica. Per le altre questioni, la Corte ha confermato la competenza del Tribunale di Genova o ha dichiarato le eccezioni inammissibili.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza per Territorio Falso Informatico: La Cassazione Stabilisce il ‘Luogo del Click’

La determinazione della competenza per territorio per il falso informatico è una questione sempre più cruciale nell’era digitale, dove le azioni possono essere compiute in un luogo e avere effetti in un altro, a migliaia di chilometri di distanza. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo un principio chiave per individuare il giudice competente nei casi di falsificazione di documenti digitali all’interno di complesse reti aziendali.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un vasto procedimento penale a carico di numerosi imputati, accusati di aver falsificato, tra le altre cose, report di ispezione relativi alla manutenzione di infrastrutture autostradali. Le difese degli imputati avevano sollevato molteplici eccezioni di incompetenza territoriale. Il Tribunale di Genova, investito del procedimento, ha deciso di rimettere la questione alla Corte di Cassazione attraverso l’istituto del rinvio pregiudiziale, per ottenere una decisione definitiva ed evitare future nullità.

La Questione sulla Competenza per Territorio Falso Informatico

Il dilemma principale riguardava il reato di falso ideologico informatico. I report trimestrali venivano inseriti dai tecnici tramite tablet in un server ‘locale’ a Genova. In questa fase, i documenti erano già accessibili al Ministero dei Trasporti, ma potevano ancora essere modificati. Successivamente, venivano trasmessi a un server ‘centrale’ a Roma, diventando immodificabili e accessibili anche alla società concessionaria del servizio.

Le difese sostenevano che il reato si perfezionasse solo con la trasmissione al server centrale di Roma, momento in cui il documento acquisiva piena valenza probatoria esterna. Di conseguenza, il processo avrebbe dovuto svolgersi a Roma. La Procura, invece, riteneva che il reato fosse già consumato a Genova, con il primo inserimento nel sistema.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha risolto la questione sposando la tesi della competenza del Tribunale di Genova. Il ragionamento dei giudici si fonda su principi consolidati del diritto penale, adattati alle specificità del mondo digitale.

La Natura del Reato di Falso

Innanzitutto, la Corte ricorda che il reato di falso è un reato di pericolo e non di danno. Ciò significa che per la sua consumazione non è necessario che si verifichi un danno concreto, ma è sufficiente che l’atto falso crei un pericolo per la fede pubblica. Questo pericolo sorge nel momento in cui il documento esce dalla sfera di esclusiva disponibilità del suo autore e acquisisce una rilevanza esterna, diventando accessibile a terzi.

Il Principio del ‘Client’ e non del ‘Server’

Per determinare questo momento nel contesto informatico, la Cassazione ha applicato, in via analogica, i criteri elaborati per il reato di accesso abusivo a sistema informatico (art. 615-ter c.p.). In tali casi, il reato si considera commesso nel luogo in cui si trova l’utente che materialmente esegue l’accesso (il client), non nel luogo in cui è fisicamente collocato il sistema che subisce l’accesso (il server).

Trasponendo questo principio, la Corte ha stabilito che ciò che rileva non è l’architettura del sistema informatico o la sede del server centrale, ma il luogo in cui l’autore del documento ha proceduto al suo inserimento nel sistema condiviso. Nel caso di specie, l’inserimento nel server locale di Genova era già un’azione idonea a far uscire il documento dalla sfera esclusiva dell’autore, rendendolo accessibile al Ministero delle Infrastrutture e creando così il pericolo per la fede pubblica. La successiva trasmissione al server di Roma e la sua immodificabilità sono state considerate fasi successive irrilevanti ai fini della determinazione della competenza territoriale.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato la competenza del Tribunale di Genova per tutti i reati di falso informatico contestati. Le altre questioni sollevate, relative a falsi documentali e connessioni tra reati, sono state in gran parte dichiarate inammissibili per vizi di formulazione o perché già coperte da precedenti decisioni.

La decisione ha un’importante implicazione pratica: fornisce un criterio chiaro e stabile per determinare la competenza per territorio per il falso informatico. La giurisdizione si radica nel luogo del ‘primo click’ che rende il documento accessibile a terzi, indipendentemente dalla complessa geografia delle reti informatiche. Questo principio semplifica l’individuazione del giudice naturale nei procedimenti penali per reati digitali, garantendo maggiore certezza del diritto e riducendo il rischio di lunghe battaglie processuali sulla competenza.

Dove si considera commesso un reato di falso ideologico informatico?
Il reato si considera commesso nel luogo in cui il documento informatico viene inserito per la prima volta in un sistema che lo rende accessibile a terzi, facendolo così uscire dalla sfera di esclusiva disponibilità del suo autore.

La sede del server centrale è rilevante per determinare la competenza per territorio?
No, secondo questa sentenza, la posizione fisica del server centrale non è il fattore decisivo. Ciò che conta è il luogo in cui si trova l’utente (il ‘client’) che compie l’azione di caricamento dell’informazione falsa nella rete condivisa.

Quando un atto falso diventa un pericolo per la fede pubblica?
Un atto falso rappresenta un pericolo per la fede pubblica nel momento in cui esce dalla sfera di controllo esclusivo del suo autore e assume una rilevanza esterna, diventando accessibile e conoscibile a terzi, indipendentemente dal fatto che sia ancora modificabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati