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Competenza per connessione: quando si sposta il giudice

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12225/2024, si è pronunciata su un complesso caso di competenza per connessione in materia di reati tributari. Una società con sede legale a Milano era accusata di aver utilizzato fatture false emesse da società situate nelle circoscrizioni dei Tribunali di Verbania e Varese. La Corte ha stabilito che la competenza territoriale spetta al Tribunale di Verbania, poiché il primo tra i reati connessi di pari gravità (l’emissione di una fattura falsa) è stato commesso nel suo circondario e, a differenza del caso di Varese, per tale reato era stato effettivamente avviato un procedimento penale, requisito indispensabile per l’operatività della connessione.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza per connessione: la Cassazione stabilisce i requisiti

La determinazione del giudice competente a giudicare un reato è un principio cardine del nostro ordinamento. Tuttavia, quando più reati sono collegati tra loro, le regole si complicano. In questi casi, entra in gioco la competenza per connessione, un istituto che può derogare ai criteri ordinari per concentrare i procedimenti davanti a un unico giudice. Con la recente sentenza n. 12225 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiarificazione sui presupposti per la sua applicazione, specialmente in ambito di reati tributari.

Il caso: una frode fiscale tra più province

Il caso esaminato riguarda gli amministratori di una società con sede legale a Milano, accusati di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti e di dichiarazione infedele. La particolarità della vicenda risiedeva nel fatto che le fatture false erano state emesse da diverse società fornitrici, ubicate in circoscrizioni di tribunali differenti: alcune nel circondario di Verbania e una in quello di Varese.

Questa frammentazione geografica ha sollevato un conflitto sulla competenza territoriale. Il Pubblico Ministero sosteneva la competenza del Tribunale di Verbania per la connessione con i procedimenti già avviati in quella sede per l’emissione delle fatture false. La difesa, invece, propendeva per il Tribunale di Milano, luogo del domicilio fiscale della società che aveva presentato le dichiarazioni fraudolente.

La questione della competenza per connessione nei reati tributari

Il cuore della questione era stabilire se il legame tra il reato principale (l’utilizzo delle fatture false in dichiarazione, c.d. “reato fine”) e i reati presupposti (l’emissione delle stesse fatture, c.d. “reati mezzo”) fosse sufficiente a spostare la competenza dal giudice del reato principale (Milano) a quello di uno dei reati mezzo (Verbania o Varese).

Il Giudice dell’udienza preliminare di Verbania, data la complessità e la serietà della questione, ha rimesso la decisione alla Corte di Cassazione, evidenziando un ulteriore elemento: le fatture emesse dalla società nel circondario di Varese erano cronologicamente anteriori a quelle emesse dalle società di Verbania.

Le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha risolto il dubbio a favore del Tribunale di Verbania, basando la sua decisione su un principio fondamentale: per poter applicare le regole sulla competenza per connessione, è indispensabile che vi sia l’effettiva pendenza di un procedimento penale per il reato che esercita la forza attrattiva.

Nel dettaglio, la Corte ha accertato che:
1. Esisteva una connessione tra il reato di dichiarazione fraudolenta e i reati di emissione di fatture false commessi dalle società nel circondario di Verbania, per i quali era stata effettivamente esercitata l’azione penale.
2. Non esisteva una connessione operativa con il reato commesso dalla società nel circondario di Varese. Sebbene le sue fatture fossero state utilizzate, non risultava agli atti alcuna notizia circa l’esistenza di un procedimento penale pendente per la loro emissione. La mera ipotesi di un reato non è sufficiente a fondare uno spostamento di competenza.

Di conseguenza, la Corte ha limitato l’analisi ai soli reati per cui la connessione era stata accertata (quelli commessi a Verbania). Poiché il reato di dichiarazione fraudolenta (art. 2 D.Lgs. 74/2000) e quello di emissione di fatture false (art. 8) sono considerati di pari gravità, la competenza si determina in base al luogo in cui è stato commesso il primo reato. Nel caso di specie, il primo delitto tra quelli connessi era l’emissione di una fattura da parte di una delle società del circondario di Verbania, avvenuta il 23 aprile 2018.

Conclusioni

La sentenza stabilisce con chiarezza che la competenza per connessione non può basarsi su mere supposizioni. La pendenza di un procedimento per il reato connesso è un presupposto fattuale e giuridico imprescindibile. Questo principio garantisce certezza e impedisce che la scelta del giudice possa derivare da decisioni discrezionali del pubblico ministero sull’avviare o meno un’azione penale. Per le imprese e i professionisti, ciò significa che in casi di frodi fiscali complesse che coinvolgono più territori, la competenza sarà radicata presso il giudice del luogo in cui è stato commesso il primo reato-mezzo, a condizione che per tale reato sia stato formalmente avviato un procedimento.

Quando si applicano le regole sulla competenza per connessione nei reati tributari?
Si applicano quando sono contestati più reati tributari tra loro collegati (ad esempio, emissione e successivo utilizzo di fatture false). In questi casi, le regole sulla connessione prevalgono sul criterio generale del domicilio fiscale, a patto che per i reati connessi vi siano procedimenti penali effettivamente pendenti.

Perché la Corte di Cassazione ha escluso la competenza del Tribunale di Varese?
Ha escluso la competenza di Varese perché, sebbene una delle società emittenti avesse sede in quel circondario, non risultava agli atti la prova della pendenza di un procedimento penale per il reato di emissione di fatture false. L’assenza di un procedimento pendente è un elemento indispensabile che impedisce l’applicazione delle norme sulla connessione.

Come si determina il giudice competente quando più reati di pari gravità sono connessi?
Quando i reati connessi sono di pari gravità (come nel caso della dichiarazione fraudolenta e dell’emissione di fatture false), la competenza spetta al giudice del luogo dove è stato commesso il primo reato tra quelli per cui opera concretamente la connessione. Nel caso specifico, il primo reato accertato è stato commesso nel circondario del Tribunale di Verbania.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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