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Competenza monocratica: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione interviene su un conflitto di giurisdizione tra il Tribunale di Napoli e quello di Nola in merito a un reato di accesso abusivo a sistema informatico. La Corte stabilisce che la competenza territoriale spetta al Tribunale di Nola. Inoltre, chiarisce un punto procedurale cruciale: basandosi sulla pena prevista per il reato, la causa rientra nella competenza monocratica, e deve quindi essere decisa da un giudice singolo e non da un collegio. Di conseguenza, gli atti devono essere trasmessi al Tribunale di Nola in composizione monocratica.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza monocratica: la Cassazione fa chiarezza sulla ripartizione dei processi

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sui criteri che determinano la competenza monocratica del tribunale, ovvero quando un processo debba essere gestito da un giudice singolo anziché da un collegio. La decisione nasce da un conflitto di giurisdizione sorto nell’ambito di un procedimento per accesso abusivo a sistema informatico, mettendo in luce le regole procedurali che governano l’attribuzione dei reati.

I Fatti del Caso: Un Conflitto di Giurisdizione tra Tribunali

La vicenda processuale ha origine da una sentenza del Tribunale di Napoli che, in composizione monocratica, si dichiarava territorialmente incompetente a giudicare un reato di accesso abusivo a sistema informatico. Il Tribunale stabiliva che il reato era stato commesso nel circondario di Nola e, di conseguenza, disponeva la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero presso il Tribunale di Nola.

Una volta ricevuti gli atti, il Pubblico Ministero di Nola chiedeva il rinvio a giudizio dell’imputato. Tuttavia, il Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP) del Tribunale di Nola sollevava un conflitto di competenza. Secondo il GUP, il Tribunale di Napoli aveva errato nel trasmettere gli atti al Pubblico Ministero anziché direttamente al giudice competente del Tribunale di Nola. Questo disaccordo procedurale ha reso necessario l’intervento della Corte di Cassazione per dirimere la questione.

La Questione della Competenza Monocratica vs Collegiale

Il cuore della decisione non verteva tanto sulla competenza territoriale, pacificamente riconosciuta al Tribunale di Nola, quanto sulla corretta composizione dell’organo giudicante. La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per ribadire le norme che regolano la ripartizione dei reati tra giudice collegiale (tre giudici) e giudice monocratico (un solo giudice).

Per fare ciò, i giudici hanno richiamato gli articoli 33-bis e 33-ter del codice di procedura penale, che costituiscono la bussola per orientarsi in questa materia.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha spiegato che l’articolo 33-bis del codice di procedura penale elenca specifici reati di particolare gravità per i quali è prevista la composizione collegiale. Inoltre, stabilisce che sono attribuiti al collegio anche tutti i delitti puniti con la pena della reclusione superiore nel massimo a dieci anni.

Di contro, l’articolo 33-ter, comma 2, affida alla competenza monocratica tutti i reati che non rientrano nelle previsioni dell’articolo 33-bis o in altre disposizioni di legge che richiedono espressamente il collegio.

Nel caso specifico, il reato contestato era l’accesso abusivo a un sistema informatico, previsto dall’articolo 615-ter del codice penale. La Corte ha osservato che tale reato:
1. Non è espressamente elencato tra quelli di competenza collegiale.
2. È punito con una pena della reclusione non superiore a dieci anni.

Sulla base di queste due considerazioni, la Cassazione ha concluso in modo inequivocabile che il reato in questione rientra tra quelli per i quali è prevista la competenza del Tribunale in composizione monocratica.

Le Conclusioni

La sentenza risolve il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale di Nola in composizione monocratica e ordinando la trasmissione degli atti a quest’ultimo. Questa decisione non solo pone fine alla disputa tra i due uffici giudiziari, ma riafferma un principio procedurale fondamentale: la determinazione della composizione del giudice (singolo o collegiale) si basa su criteri oggettivi stabiliti dalla legge, principalmente legati alla gravità del reato, misurata attraverso la pena massima edittale. Per gli operatori del diritto e i cittadini, ciò garantisce certezza e una corretta amministrazione della giustizia, assicurando che ogni processo sia affidato all’organo giudicante designato dal legislatore.

Chi decide in caso di disaccordo sulla competenza tra due tribunali?
In caso di conflitto di competenza tra due o più uffici giudiziari, la decisione finale spetta alla Corte di Cassazione, che ha il compito di stabilire quale sia il giudice competente a trattare il caso.

Come si determina se un processo penale è di competenza monocratica o collegiale?
La determinazione si basa sui criteri fissati dagli articoli 33-bis e 33-ter del codice di procedura penale. In generale, i reati più gravi (elencati specificamente o puniti con più di 10 anni di reclusione) sono di competenza collegiale, mentre tutti gli altri sono attribuiti alla competenza monocratica, ovvero a un giudice singolo.

Il reato di accesso abusivo a sistema informatico (art. 615-ter c.p.) è giudicato da un giudice singolo?
Sì. Come chiarito dalla Corte di Cassazione in questa sentenza, il reato di accesso abusivo a sistema informatico è punito con una pena massima non superiore a dieci anni e non rientra tra i reati espressamente riservati al collegio. Pertanto, appartiene alla competenza monocratica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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