LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Competenza EPPO: la Cassazione sui reati tributari

La Suprema Corte ha confermato un sequestro preventivo, validando la competenza EPPO in un caso di presunta frode fiscale internazionale. La Corte ha chiarito che la giurisdizione della Procura Europea è radicata nella natura transnazionale delle attività criminali, anche quando queste coinvolgono società fittiziamente estere (esterovestite). I motivi di ricorso relativi a beni di società terze sono stati dichiarati inammissibili per difetto di legittimazione dell’imputato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza EPPO e Reati Tributari: La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di crescente importanza nel diritto penale dell’economia: la competenza EPPO (la Procura Europea) nei casi di reati tributari con profili internazionali. La decisione offre chiarimenti cruciali su quando l’organo inquirente europeo può legittimamente intervenire, anche in contesti complessi come quelli caratterizzati dal fenomeno dell’esterovestizione societaria. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso di un indagato contro un’ordinanza di sequestro preventivo, confermando la validità dell’azione investigativa coordinata a livello comunitario.

I Fatti del Caso: Una Rete Societaria tra Italia ed Estero

Il caso trae origine da un’indagine per reati fiscali, in particolare per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8 D.Lgs. 74/2000). Le investigazioni avevano portato all’emissione di un decreto di sequestro preventivo da parte del Giudice per le Indagini Preliminari. La difesa dell’indagato aveva impugnato il provvedimento, sostenendo la nullità della richiesta cautelare perché proveniente dall’EPPO, ritenuto non competente.

Secondo la tesi difensiva, i reati contestati erano stati commessi interamente sul territorio italiano. Le società coinvolte, sebbene formalmente registrate in Bulgaria, erano in realtà delle ‘scatole vuote’ (esterovestite) gestite dall’Italia. Mancando, a dire della difesa, un reale carattere transnazionale del reato, l’intervento dell’EPPO sarebbe stato illegittimo.

La Decisione della Cassazione: Quando Scatta la Competenza EPPO?

La Corte di Cassazione ha respinto questa linea argomentativa, giudicando infondati i motivi di ricorso relativi alla competenza. Gli Ermellini hanno stabilito che la valutazione sulla giurisdizione dell’EPPO deve basarsi sulla connessione effettiva delle azioni criminali con il territorio di almeno due Stati membri.

Il Principio della Transnazionalità Effettiva

La sentenza chiarisce che la competenza EPPO non si basa su una valutazione formale, ma sull’effettività dei collegamenti internazionali. Nel caso specifico, le indagini avevano evidenziato scambi commerciali simulati non solo con una società bulgara, ma anche con una di San Marino. Questi elementi, uniti alla necessità di accertare la natura fittizia delle società estere attraverso complesse indagini internazionali, hanno reso legittima l’avocazione delle indagini da parte della Procura Europea.

L’EPPO, infatti, può esercitare la sua competenza non solo quando i reati ledono gli interessi finanziari dell’UE per un danno superiore a una certa soglia, ma anche quando si trova nella posizione migliore per condurre le indagini o esercitare l’azione penale, come previsto dal Regolamento UE 2017/1939.

Ricorso Inammissibile: Il Difetto di Interesse dell’Imputato

Un altro punto cruciale della sentenza riguarda l’inammissibilità di alcuni motivi di ricorso. L’indagato aveva contestato il sequestro sui beni delle società emittenti le fatture false, sostenendo che si potesse aggredire solo il ‘prezzo’ e non il ‘profitto’ del reato.

La Corte ha dichiarato questo motivo inammissibile per ‘difetto di interesse’. L’imputato aveva agito in proprio e non come legale rappresentante delle società. Pertanto, non era legittimato a far valere in giudizio i diritti di soggetti giuridici distinti da sé stesso. Questo principio ribadisce che solo il titolare del bene sequestrato (in questo caso, le società) ha il diritto di chiederne la restituzione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su una solida interpretazione della normativa europea e nazionale. I giudici hanno sottolineato che l’avocazione dell’indagine da parte dell’EPPO era un atto legittimo, finalizzato a un coordinamento investigativo a livello comunitario, reso necessario dalla struttura stessa dell’illecito, che sfruttava società estere per mascherare operazioni nazionali. La valutazione sulla competenza si radica sull’astratta contestazione dell’aggravante della transnazionalità, a prescindere dal suo successivo accertamento nel merito.

Inoltre, la Corte ha ribadito i limiti del ricorso in Cassazione avverso le misure cautelari reali. Tale ricorso è ammesso solo per ‘violazione di legge’, categoria che include la mancanza totale di motivazione o una motivazione puramente apparente, ma non un mero vizio logico. Contestare l’illogicità del ragionamento del Tribunale, come fatto dalla difesa, esula dai poteri di controllo della Suprema Corte in questa sede.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida il ruolo e la competenza EPPO nella lotta alla criminalità economica transnazionale. Stabilisce che la presenza di elementi di collegamento con altri Stati membri, anche se finalizzati a mascherare un’attività radicata in Italia come l’esterovestizione, è sufficiente a radicare la giurisdizione della Procura Europea. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la difesa in questi procedimenti deve concentrarsi non solo sugli aspetti nazionali, ma anche sulla corretta interpretazione delle normative europee che definiscono l’ambito di intervento dell’EPPO. Per le imprese, la sentenza è un monito sulla crescente capacità delle autorità inquirenti di superare i confini nazionali per perseguire reati fiscali complessi.

Quando è competente la Procura Europea (EPPO) per i reati tributari?
La competenza dell’EPPO sussiste quando i reati ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea e presentano un carattere transnazionale, cioè sono connessi al territorio di due o più Stati membri. Come chiarito dalla sentenza, anche la presenza di società fittiziamente estere (esterovestite) utilizzate in una frode è sufficiente a stabilire tale connessione.

Un imputato può impugnare un sequestro su beni di una società di cui non è legale rappresentante?
No. La sentenza ribadisce che un imputato non ha la legittimazione (o ‘interesse’) per impugnare un sequestro su beni appartenenti a un soggetto giuridico terzo, come una società, se non agisce in qualità di suo legale rappresentante. Il diritto a chiedere la restituzione del bene spetta unicamente al suo titolare.

È possibile contestare in Cassazione la logica della motivazione di un sequestro preventivo?
No, il ricorso in Cassazione contro un’ordinanza di sequestro preventivo è ammesso solo per ‘violazione di legge’. Questo include la mancanza totale di motivazione o una motivazione ‘apparente’ (cioè talmente generica o contraddittoria da equivalere a un’assenza di motivazione), ma non permette di riesaminare la coerenza logica del ragionamento seguito dal giudice del riesame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati