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Competenza diffamazione TV: decide la residenza offeso

In un caso di conflitto di giurisdizione, la Corte di Cassazione ha stabilito che per il reato di diffamazione commesso tramite trasmissioni televisive, la competenza territoriale spetta al tribunale del luogo di residenza della persona offesa. Questa regola speciale, prevista da una legge del 1990, si applica a chiunque commetta il reato, non solo a specifiche figure professionali del settore, e non è stata modificata da recenti sentenze della Corte Costituzionale. La decisione rafforza la tutela della vittima nel contesto della competenza diffamazione TV.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Competenza Diffamazione TV: la Cassazione sceglie il Foro della Vittima

La determinazione del giudice competente è una questione cruciale in ogni procedimento penale, specialmente quando il reato viene commesso attraverso mezzi di comunicazione di massa come la televisione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 27750/2025, ha ribadito un principio fondamentale in materia di competenza diffamazione TV, stabilendo che il processo deve svolgersi nel luogo di residenza della persona offesa. Questa decisione consolida un orientamento volto a rafforzare la tutela della vittima.

I Fatti del Caso: Il Conflitto tra Tribunali

Il caso trae origine da un procedimento per diffamazione a mezzo televisivo a carico di tre persone. Il Tribunale di Taranto, dove risiede la persona offesa, aveva inizialmente dichiarato la propria incompetenza territoriale. Secondo tale tribunale, la regola speciale che individua il foro nella residenza della vittima (art. 30, L. 223/1990) non sarebbe stata applicabile, in quanto gli imputati non rientravano nelle specifiche categorie professionali previste dalla norma. Di conseguenza, il caso era stato trasferito al Tribunale di Monza, competente per il luogo da cui era stato trasmesso il segnale televisivo.

Tuttavia, il Giudice per le indagini preliminari di Monza non ha condiviso questa interpretazione e ha sollevato un conflitto negativo di competenza dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che la giurisdizione spettasse proprio al Tribunale di Taranto.

La Questione sulla Competenza Diffamazione TV

Il cuore della questione giuridica risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 30, comma 5, della legge n. 223 del 1990. Questa norma stabilisce una deroga ai criteri generali di competenza territoriale (come il luogo di consumazione del reato), prevedendo che per i reati di diffamazione commessi tramite trasmissioni radiotelevisive con attribuzione di un fatto determinato, il foro competente sia quello della residenza della persona offesa.

Il dubbio era se questa regola speciale dovesse applicarsi a chiunque commettesse il reato o solo ai soggetti specificamente indicati nel primo comma della stessa norma (concessionari pubblici o privati e loro delegati al controllo delle trasmissioni).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha risolto il conflitto dichiarando la competenza del Tribunale di Taranto, aderendo all’orientamento giurisprudenziale più consolidato e protettivo per la vittima.

La Prevalenza della Norma Speciale

I giudici hanno affermato che la norma sulla competenza diffamazione TV deve essere interpretata in modo ampio. Il rinvio contenuto nel comma 5 ai “reati di cui al quarto comma” si riferisce alla tipologia di reato (diffamazione con attribuzione di fatto determinato) e non ai soggetti che lo commettono. L’obiettivo del legislatore era quello di creare un regime di competenza coerente e di offrire una tutela più efficace alla persona offesa, la quale può così agire in giudizio nel proprio foro di residenza, attenuando lo squilibrio di forze rispetto ai “poteri forti” dei media.

L’Irrilevanza dello Status dell’Imputato

Di conseguenza, la Corte ha chiarito che la regola speciale si applica “chiunque sia il soggetto chiamato a rispondere della diffamazione”. È irrilevante che gli imputati siano o meno i concessionari della rete televisiva o i loro delegati. Ciò che conta è la natura del reato e il mezzo utilizzato per commetterlo. Questa interpretazione evita una frammentazione della competenza, che vedrebbe applicarsi fori diversi a seconda della qualifica dell’imputato.

L’Impatto della Sentenza della Corte Costituzionale

La difesa aveva anche sollevato dubbi legati a una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 150 del 2021), che aveva dichiarato l’incostituzionalità di alcune norme sanzionatorie in materia di diffamazione a mezzo stampa. La Cassazione ha precisato che tale pronuncia ha inciso solo sul trattamento sanzionatorio, ma non ha in alcun modo toccato la regola sulla competenza territoriale, che quindi rimane pienamente in vigore.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione conferma un principio di diritto chiaro e di grande importanza pratica. La scelta di radicare la competenza presso il tribunale di residenza della vittima per i reati di diffamazione televisiva risponde a una precisa esigenza di equilibrio processuale e di tutela rafforzata. La vittima non è costretta a sostenere un processo in una sede lontana, spesso quella delle grandi emittenti televisive, ma può difendere i propri diritti nel luogo in cui vive e dove le conseguenze negative della diffamazione sono più direttamente percepite. Questa decisione consolida la protezione della reputazione individuale nell’era della comunicazione di massa.

In caso di diffamazione a mezzo TV, qual è il tribunale competente a giudicare?
In base alla sentenza, per il reato di diffamazione commesso tramite trasmissioni televisive che consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, il tribunale competente è quello del luogo di residenza della persona offesa (la vittima).

Questa regola speciale sulla competenza si applica a chiunque commetta il reato?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che la regola speciale si applica a chiunque sia il soggetto chiamato a rispondere del reato, indipendentemente dal fatto che possieda o meno le qualifiche specifiche (es. concessionario di una rete televisiva) menzionate in altre parti della norma.

Le recenti sentenze della Corte Costituzionale sulla diffamazione hanno modificato questa regola sulla competenza?
No, la Suprema Corte ha specificato che le pronunce della Corte Costituzionale in materia di sanzioni per la diffamazione non hanno avuto alcun effetto sulla norma che stabilisce la competenza territoriale, la quale rimane pienamente valida ed efficace.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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