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Combustione illecita rifiuti: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per il reato di combustione illecita rifiuti. La difesa sosteneva la lieve entità del fatto, ma i giudici hanno confermato la pericolosità dell’azione, data l’ubicazione e il rischio di propagazione delle fiamme, escludendo l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il reato di combustione illecita rifiuti e i limiti della non punibilità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione si è pronunciata su un caso di combustione illecita rifiuti, confermando la condanna di un imputato e dichiarando inammissibile il suo ricorso. La decisione offre importanti spunti di riflessione sui confini della non punibilità per particolare tenuità del fatto, soprattutto quando il reato ambientale genera un pericolo concreto per la collettività.

I Fatti del Caso: dal Tribunale alla Cassazione

Il caso riguarda un uomo condannato sia in primo grado dal Tribunale di Palermo che in secondo grado dalla Corte di Appello per il reato previsto dall’art. 256-bis del d.lgs. 152/2006. L’accusa era quella di aver appiccato il fuoco a un materasso abbandonato tra un cumulo di rifiuti speciali, depositati in modo incontrollato su una via pubblica in un quartiere residenziale.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la violazione dell’art. 131-bis del codice penale. Secondo la difesa, il fatto avrebbe dovuto essere considerato di particolare tenuità e, quindi, non punibile, data la minima offensività della condotta.

La decisione della Corte: Il ricorso è inammissibile

La Suprema Corte ha respinto la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non solo conferma la condanna dell’imputato, ma comporta anche il pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000,00 euro a favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni sulla combustione illecita rifiuti

L’ordinanza della Cassazione si fonda su argomentazioni precise e rigorose, che chiariscono i limiti del sindacato di legittimità e i criteri per valutare la gravità di un reato ambientale.

La Rivalutazione del Merito: un Limite per la Cassazione

In primo luogo, i giudici hanno sottolineato che il ricorso era finalizzato a ottenere una ‘rilettura’ alternativa del quadro probatorio, un compito che non spetta alla Corte di Cassazione. Il ruolo della Suprema Corte, infatti, è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, non di riesaminare i fatti come un giudice di terzo grado. Poiché la difesa si limitava a riproporre le stesse doglianze già motivatamente respinte dalla Corte d’Appello, il ricorso è stato giudicato inammissibile.

La Pericolosità Concreta del Fatto

Nel merito, la Corte ha ritenuto pienamente logica e sufficiente la motivazione della sentenza di appello. I giudici di secondo grado avevano correttamente escluso la minima offensività del fatto. La combustione illecita rifiuti non è avvenuta in un’area isolata, ma su una strada pubblica all’interno di un quartiere densamente popolato. L’incendio di un materasso, inserito in una discarica abusiva di rifiuti anche speciali, ha creato un pericolo concreto e non esiguo, soprattutto per il rischio di propagazione delle fiamme. Questo elemento di pericolo effettivo è stato decisivo per negare l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Le conclusioni: implicazioni pratiche

La decisione in esame ribadisce un principio fondamentale: la valutazione della ‘particolare tenuità del fatto’ non può basarsi solo sulla natura dell’oggetto incendiato (un singolo materasso), ma deve tenere conto del contesto complessivo. La localizzazione dell’atto criminale, la natura dei materiali circostanti e il rischio concreto per la pubblica incolumità sono elementi cruciali. Per i reati ambientali come la combustione illecita rifiuti, il pericolo di un danno più esteso è un fattore che quasi sempre esclude la possibilità di considerare il fatto come di lieve entità. Infine, l’ordinanza ricorda le severe conseguenze economiche di un ricorso inammissibile, che comporta, oltre al pagamento delle spese, una sanzione a carico del ricorrente.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non contestava un errore di diritto, ma mirava a una nuova valutazione dei fatti (‘rivalutazione del merito’), compito che non spetta alla Corte di Cassazione. Inoltre, riproponeva le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello.

Perché l’atto di bruciare un solo materasso non è stato considerato di ‘particolare tenuità’?
Non è stato considerato di particolare tenuità perché il fatto è avvenuto in un contesto pericoloso: su una strada pubblica, all’interno di un quartiere residenziale (Zen), e in una discarica abusiva di rifiuti speciali e non. La Corte ha ritenuto che ciò creasse un rischio concreto e non esiguo di propagazione delle fiamme, rendendo l’offesa tutt’altro che minima.

Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
La declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta, per legge (art. 616 c.p.p.), la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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