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Coltivazione stupefacenti: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due individui condannati per la coltivazione di stupefacenti. La Corte ha stabilito che l’eccezione di inutilizzabilità degli atti tardivi è sanata con la scelta del rito abbreviato e che il numero ingente di piante (150) esclude sia la particolare tenuità del fatto sia la concessione delle attenuanti generiche, data anche l’assenza di resipiscenza.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Coltivazione Stupefacenti: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, ha affrontato un caso di coltivazione stupefacenti, confermando la condanna per due imputati e dichiarando inammissibili i loro ricorsi. La decisione offre importanti spunti di riflessione su questioni procedurali, come l’utilizzabilità degli atti d’indagine tardivi in caso di rito abbreviato, e su aspetti sostanziali, quali l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e la concessione delle attenuanti generiche.

I Fatti del Processo

Due individui venivano condannati in primo e secondo grado per il concorso nel delitto di illecita coltivazione di sostanze stupefacenti. Erano stati sorpresi di notte, in una zona di campagna, mentre si accingevano a scoprire una piantagione di marijuana composta da ben 150 piante, oltre a tutto il materiale necessario per la coltivazione (fertilizzanti, sacchi, pompe, ecc.). Alla vista degli operanti, i due avevano tentato la fuga, ma erano stati prontamente identificati e fermati. La difesa degli imputati aveva sostenuto che i due si trovassero sul posto con l’intento di rubare qualche piantina, tesi però ritenuta inverosimile dai giudici di merito.

La Decisione della Corte di Cassazione

Entrambi gli imputati hanno proposto ricorso per cassazione, sollevando diverse censure. Le doglianze riguardavano principalmente l’asserita inutilizzabilità di un accertamento tecnico depositato tardivamente, vizi di motivazione sull’affermazione della responsabilità penale, la mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p. (particolare tenuità del fatto) e il diniego delle attenuanti generiche. La Suprema Corte ha rigettato tutte le censure, dichiarando i ricorsi inammissibili per manifesta infondatezza.

Le Motivazioni: Analisi della Sentenza sulla Coltivazione Stupefacenti

La Corte ha smontato punto per punto i motivi del ricorso, fornendo chiarimenti cruciali su ogni aspetto sollevato.

Sull’Inutilizzabilità degli Atti Tardivi

Uno dei ricorrenti lamentava che l’accertamento tecnico sulla sostanza stupefacente fosse stato depositato dopo la scadenza del termine delle indagini preliminari. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: questo tipo di vizio determina una “inutilizzabilità relativa”, che deve essere eccepita prima dell’ammissione al giudizio abbreviato. Avendo gli imputati scelto tale rito, hanno di fatto accettato lo stato degli atti e sanato ogni eventuale vizio procedurale precedente. La scelta del rito abbreviato implica una rinuncia a contestare la piattaforma probatoria su cui si fonda l’accusa.

La Responsabilità Penale e la Valutazione delle Prove

La Corte ha giudicato infondate le critiche alla motivazione dei giudici di merito. La ricostruzione dei fatti, basata sulle annotazioni di polizia giudiziaria, è stata ritenuta logica e coerente. La tesi difensiva del tentato furto di qualche pianta è stata smentita da elementi concreti: la mancanza di attrezzi idonei al furto e la sicurezza con cui i due si muovevano al buio, indicativa di una familiarità con il luogo. Il tentativo di fuga, inoltre, è stato valutato come un chiaro indizio di colpevolezza.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto nel Contesto della Coltivazione Stupefacenti

Entrambi i ricorrenti chiedevano l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito di escludere tale causa di non punibilità. L’elemento ostativo decisivo è stato individuato nell'”ingente numero di piantine” (150) e nella “conseguente significativa potenzialità produttiva”. Questi dati di fatto, secondo la Corte, sono incompatibili con una valutazione di particolare tenuità del fatto, che richiede una minima offensività della condotta.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche

Infine, la Cassazione ha ritenuto corretta e ben motivata la decisione di non concedere le attenuanti generiche. I giudici di merito avevano evidenziato l’assenza totale di qualsiasi segnale di resipiscenza da parte degli imputati. Per uno di essi, pesava inoltre un precedente specifico. Le argomentazioni difensive sul punto sono state giudicate del tutto generiche e prive di elementi concreti capaci di incrinare la valutazione dei giudici dei gradi precedenti.

Le Conclusioni

Questa sentenza riafferma principi importanti in materia di coltivazione stupefacenti e di procedura penale. In primo luogo, consolida l’idea che la scelta del rito abbreviato comporta l’accettazione del fascicolo del pubblico ministero, sanando le inutilizzabilità relative non tempestivamente eccepite. In secondo luogo, chiarisce che la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può prescindere da dati quantitativi oggettivi, come il numero di piante coltivate, che ne possono escludere l’applicazione. Infine, ricorda che la concessione delle attenuanti generiche richiede elementi positivi di valutazione, come il pentimento, che non possono essere surrogati da mere affermazioni generiche della difesa.

Quando un atto di indagine depositato in ritardo diventa utilizzabile nel processo?
La sentenza chiarisce che l’inutilizzabilità di tali atti è “relativa” e viene sanata se l’imputato non la eccepisce prima dell’ammissione al rito abbreviato. Scegliendo questo rito, l’imputato accetta la piattaforma probatoria esistente.

Perché la Corte ha escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto nel caso di coltivazione stupefacenti?
La Corte ha ritenuto il fatto non di particolare tenuità a causa dell’ingente numero di piante rinvenute (150) e della conseguente significativa potenzialità produttiva, elementi che indicano una notevole gravità della condotta.

Quali elementi hanno portato al diniego delle attenuanti generiche?
La Corte ha negato le attenuanti generiche basandosi sulla valutazione concorde dei giudici di merito, che hanno evidenziato l’assenza di qualsiasi segnale di resipiscenza (pentimento) da parte degli imputati e, per uno di essi, la presenza di un precedente penale specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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