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Coltellino multiuso: quando è reato portarlo?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un uomo condannato per furto aggravato e porto abusivo di armi. L’ordinanza conferma che anche un coltellino multiuso è considerato uno strumento da taglio il cui porto è vietato senza un giustificato motivo, e che lasciare oggetti in un’auto parcheggiata costituisce l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Il Coltellino Multiuso: Quando Portarlo Diventa Reato?

Un coltellino multiuso è uno strumento versatile, spesso presente in tasche e zaini per le piccole necessità quotidiane. Tuttavia, la sua natura pratica può scontrarsi con la legge penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce definitivamente quando il porto di questo oggetto cessa di essere una comodità e diventa un reato. Analizziamo insieme la decisione per capire i confini legali e le implicazioni per i cittadini.

Il Fatto: Furto e il Possesso di un Coltellino Multiuso

Il caso ha origine da una condanna emessa nei confronti di un individuo per i reati di furto aggravato e porto abusivo di oggetti atti ad offendere. L’uomo aveva presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello che aveva confermato la sua colpevolezza. I motivi del ricorso erano due: in primo luogo, contestava l’applicazione dell’aggravante del furto su beni esposti alla pubblica fede (oggetti lasciati in un’auto parcheggiata); in secondo luogo, sosteneva che il coltellino multiuso e le forbici trovate in suo possesso non dovessero essere considerati oggetti atti ad offendere ai sensi della legge.

La Decisione della Corte di Cassazione: Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la condanna. La decisione si basa su due pilastri fondamentali: la non specificità dei motivi, che erano una mera ripetizione di quanto già discusso e respinto in appello, e la manifesta infondatezza delle questioni sollevate, sulla base di principi giuridici ormai consolidati.

Le Motivazioni sul Porto del Coltellino Multiuso

La Corte ha affrontato specificamente la questione del coltellino multiuso. Gli Ermellini hanno ribadito un orientamento giurisprudenziale di lunga data: un coltello comunemente detto “multiuso”, essendo dotato di una lama appuntita e tagliente, deve essere considerato a tutti gli effetti uno strumento da punta e da taglio.

Di conseguenza, il suo porto al di fuori dell’abitazione è vietato senza un “giustificato motivo”. Nel caso di specie, l’imputato non aveva fornito alcuna valida ragione che potesse legittimare il possesso dell’oggetto in quel contesto. La Corte ha sottolineato che la versatilità dello strumento non ne esclude la potenziale pericolosità, rendendolo equiparabile a un’arma impropria se portato senza una ragione plausibile e dimostrabile (ad esempio, per motivi di lavoro o per una specifica attività lecita).

Le Motivazioni sull’Aggravante del Furto in Auto

Anche il primo motivo di ricorso, relativo all’aggravante del furto, è stato respinto. La Cassazione ha confermato che la nozione di “necessità” dell’esposizione alla pubblica fede non si limita a situazioni straordinarie, ma include anche le normali incombenze della vita quotidiana.

Lasciare temporaneamente oggetti, anche ingombranti, in un’autovettura parcheggiata sulla pubblica via per attendere ad altre faccende, rientra pienamente in questa casistica. Il proprietario, in quel momento, si affida alla correttezza della collettività per la protezione dei suoi beni. Pertanto, chi commette un furto in queste circostanze risponde del reato in forma aggravata.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche. La prima è che il porto di un coltellino multiuso non è sempre lecito. Sebbene sia uno strumento di uso comune, la legge lo classifica come oggetto atto ad offendere. Per portarlo legalmente fuori casa è indispensabile avere un motivo valido, concreto e dimostrabile, legato a un’attività specifica (lavoro, hobby, escursionismo, etc.). Il semplice possesso non giustificato può integrare il reato di porto abusivo.

La seconda lezione riguarda la custodia dei beni in auto. La sentenza conferma che i nostri veicoli non sono una cassaforte impenetrabile agli occhi della legge. Lasciare oggetti al loro interno, anche per breve tempo, costituisce un’esposizione alla pubblica fede che, in caso di furto, aggrava la posizione del ladro, ma non esime il proprietario dal subire il danno.

È legale portare con sé un coltellino multiuso?
No, non è sempre legale. Secondo la Corte di Cassazione, un coltellino multiuso è considerato uno strumento da punta e taglio. Il suo porto al di fuori della propria abitazione è vietato se non sussiste un “giustificato motivo”, ovvero una ragione valida e dimostrabile legata a specifiche attività lavorative o ricreative.

Lasciare oggetti in un’auto parcheggiata in strada è considerato “esposizione alla pubblica fede”?
Sì. La Corte conferma che lasciare temporaneamente beni in un’autovettura parcheggiata sulla pubblica via, anche per attendere a ordinarie incombenze quotidiane, integra la nozione di esposizione alla pubblica fede. Di conseguenza, un furto commesso in tali circostanze è considerato aggravato.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile anziché essere respinto nel merito?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché i motivi presentati erano una “pedissequa reiterazione”, ovvero una semplice ripetizione, delle argomentazioni già discusse e respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere critiche specifiche e nuove contro la sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse difese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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