LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Colloquio detenuto: la Cassazione decide sulla durata

Un detenuto in regime 41-bis si è visto negare un colloquio prolungato e foto extra per il suo matrimonio. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso, chiarendo che la competenza per autorizzare un colloquio detenuto prolungato per motivi eccezionali spetta al Ministro della Giustizia e non al direttore del carcere, confermando la legittimità delle disposizioni amministrative che regolano tali modalità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Colloquio Detenuto: La Cassazione sulla Competenza per le Visite Prolungate

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, ha affrontato un tema delicato riguardante i diritti dei detenuti, in particolare quelli sottoposti al regime speciale del 41-bis. La decisione chiarisce un punto fondamentale sulla gestione del colloquio detenuto in circostanze eccezionali, come la celebrazione di un matrimonio in carcere, definendo i confini di competenza tra l’autorità carceraria locale e quella ministeriale.

I Fatti di Causa

Un detenuto, in occasione del proprio matrimonio da celebrarsi all’interno dell’istituto penitenziario, aveva presentato un’istanza per ottenere due benefici: un colloquio visivo prolungato di due ore con la futura moglie e l’autorizzazione a effettuare più di una fotografia per commemorare l’evento.

La sua richiesta era stata inizialmente respinta dal Magistrato di Sorveglianza e, successivamente, anche il reclamo al Tribunale di Sorveglianza aveva avuto esito negativo. Secondo il Tribunale, la competenza per autorizzare il colloquio prolungato non era della Direzione del carcere, a cui era stata inoltrata la richiesta, bensì del Ministro della Giustizia. Per quanto riguarda le fotografie, i giudici non avevano riscontrato alcuna compressione di un diritto soggettivo nel limitare il numero di scatti a uno solo.

Contro questa decisione, il detenuto ha proposto ricorso per cassazione, sollevando due questioni di violazione di legge.

I Motivi del Ricorso e le Norme sul colloquio detenuto

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su due principali motivi:

1. Sulla competenza per il colloquio prolungato: Ha sostenuto che, secondo l’articolo 37 del d.P.R. 230/2000, in circostanze eccezionali il Direttore del carcere ha la facoltà di prolungare la durata dei colloqui. A suo avviso, l’assunto del Tribunale di Sorveglianza, che attribuiva tale competenza al Ministro della Giustizia, era errato.

2. Sulla limitazione delle fotografie: Ha eccepito che la circolare del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) che prevede una sola foto l’anno, senza deroghe per eventi eccezionali come un matrimonio, viola i principi di ragionevolezza e uguaglianza (art. 3 Cost.) e la finalità rieducativa della pena (art. 27, comma 3, Cost.). Tale limitazione, non giustificata da motivi di sicurezza, rappresenterebbe un’afflizione supplementare ingiustificata.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso infondato, rigettandolo integralmente. Le motivazioni si concentrano sulla corretta interpretazione delle norme e sulla ripartizione delle competenze all’interno dell’amministrazione penitenziaria.

In primo luogo, riguardo al colloquio detenuto prolungato, la Cassazione ha chiarito che, sebbene l’art. 37 del d.P.R. 230/2000 sia applicabile anche ai detenuti in regime differenziato, una specifica circolare del DAP del 2017 regola la materia. Tale circolare, ispirata al bilanciamento tra la tutela della sicurezza pubblica e quella dei rapporti familiari, stabilisce espressamente che le richieste di colloquio prolungato per motivi eccezionali devono essere inoltrate alla Direzione Generale dei Detenuti per la valutazione da parte del Ministro della Giustizia. Di conseguenza, i giudici di sorveglianza hanno correttamente individuato la competenza ministeriale, rendendo legittimo il rigetto dell’istanza presentata a un’autorità incompetente.

In secondo luogo, pur non soffermandosi diffusamente sul tema delle fotografie, la Corte ha respinto anche questo motivo di ricorso. Richiamando un precedente orientamento, ha implicitamente confermato che le limitazioni imposte dall’amministrazione, come il numero di foto consentite, non costituiscono una soppressione del diritto soggettivo all’affettività, ma ne regolano semplicemente le modalità di esercizio. Tali regolamentazioni rientrano nella discrezionalità dell’amministrazione penitenziaria, a meno che non si dimostri un’irragionevolezza o una sproporzione che nel caso di specie non è stata ravvisata.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio procedurale di notevole importanza per i detenuti in regime speciale: le richieste di deroghe eccezionali, come il prolungamento di un colloquio, devono seguire un preciso iter amministrativo che culmina nella valutazione del Ministro della Giustizia. Non è possibile rivolgersi direttamente alla direzione carceraria per ottenere tali concessioni. Inoltre, la decisione ribadisce che la regolamentazione delle modalità di esercizio dei diritti dei detenuti, se non comprime il diritto stesso in modo irragionevole, rientra nel potere discrezionale dell’Amministrazione Penitenziaria, che deve bilanciare le esigenze del singolo con quelle, prevalenti, della sicurezza pubblica.

Chi è competente a decidere su un colloquio detenuto prolungato per un soggetto in regime 41-bis?
Secondo la Corte, per le richieste di colloquio prolungato basate su motivi eccezionali, la competenza a decidere spetta al Ministro della Giustizia. La richiesta deve essere inoltrata tramite la Direzione Generale dei Detenuti, come specificato dalla circolare DAP del 2/10/2017.

La limitazione a una sola fotografia all’anno per un detenuto è legittima anche in caso di matrimonio?
Sì, la sentenza rigetta il ricorso anche su questo punto. La Corte considera tale limitazione una regolamentazione delle modalità di esercizio del diritto all’affettività, non una sua soppressione, rientrando quindi nella discrezionalità dell’amministrazione penitenziaria.

Una circolare del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) può specificare le competenze previste dalla legge?
Sì, la sentenza applica la circolare DAP che disciplina la procedura per le richieste eccezionali, ritenendo che essa definisca correttamente l’iter e la competenza ministeriale per la valutazione, in coerenza con il principio di bilanciamento tra diritti del detenuto e sicurezza pubblica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati