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Colloqui senza vetro: la Cassazione e il 41-bis

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un detenuto in regime 41-bis che chiedeva di effettuare colloqui senza vetro con un parente anziano. La Corte ha stabilito che, sebbene il vetro divisorio non sia imposto per legge, il suo utilizzo è una misura idonea a prevenire il passaggio di oggetti, scopo primario del regime speciale. La deroga è possibile solo in casi eccezionali, che non sono stati ravvisati nelle generiche condizioni di salute e nell’età avanzata del parente.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Colloqui senza vetro nel regime 41-bis: la Cassazione conferma la linea del rigore

La questione dei colloqui senza vetro per i detenuti sottoposti al regime carcerario speciale, noto come 41-bis, torna al centro di una pronuncia della Corte di Cassazione. Con la sentenza in esame, i giudici supremi hanno stabilito che la deroga alla regola del vetro divisorio rimane una possibilità eccezionale, legata a circostanze specifiche e non a generiche esigenze affettive o familiari. Questa decisione riafferma la priorità delle esigenze di sicurezza volte a recidere ogni legame tra i detenuti e le organizzazioni criminali di appartenenza.

I Fatti del Caso: La Richiesta del Detenuto

Il caso ha origine dalla richiesta di un detenuto, sottoposto al regime del 41-bis, di poter effettuare un colloquio visivo con il proprio avo senza la barriera del vetro divisorio. La richiesta era motivata dall’età avanzata e dalle condizioni di salute del parente. L’Amministrazione penitenziaria ha negato l’autorizzazione, e la decisione è stata confermata sia dal Magistrato di Sorveglianza sia, in sede di reclamo, dal Tribunale di Sorveglianza. Secondo i giudici di merito, le motivazioni addotte dal detenuto non integravano i presupposti di eccezionalità richiesti per derogare alle stringenti misure di sicurezza del regime speciale. Il detenuto ha quindi proposto ricorso in Cassazione, lamentando l’erronea applicazione della legge e il vizio di motivazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la legittimità dei provvedimenti impugnati. I giudici hanno chiarito che, sebbene la legge non imponga esplicitamente l’uso del vetro divisorio, essa prescrive che i colloqui avvengano “in locali attrezzati in modo da impedire il passaggio di oggetti”. L’adozione del vetro a tutta altezza rappresenta, secondo la Corte, una soluzione tecnica legittima e altamente idonea a raggiungere tale scopo, frutto di una scelta discrezionale dell’Amministrazione penitenziaria finalizzata a garantire la sicurezza.

Le Motivazioni: la sicurezza prevale sulla deroga ai colloqui senza vetro

L’analisi della Corte si è concentrata sul bilanciamento tra il diritto alla affettività del detenuto e le inderogabili esigenze di ordine e sicurezza pubblica che caratterizzano il regime 41-bis.

La Funzione del Vetro Divisorio nel 41-bis

Il regime differenziato mira a contenere la pericolosità dei detenuti, impedendo i collegamenti con l’esterno e la veicolazione di messaggi o ordini. In questo contesto, i colloqui familiari rappresentano un momento di elevato rischio. La Corte ha ribadito che il vetro divisorio è lo strumento più efficace per impedire non solo il passaggio di oggetti materiali, ma anche qualsiasi contatto fisico che potrebbe essere sfruttato per scambiare informazioni. La sua adozione, pur non essendo l’unica modalità di controllo astrattamente possibile, è considerata una prassi consolidata e ragionevole.

L’Eccezionalità della Deroga

La possibilità di effettuare colloqui senza vetro è prevista da una circolare del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) come una deroga, da concedersi solo in presenza di “motivi eccezionali”. La Corte ha specificato che tali motivi non possono coincidere con generiche condizioni di salute o l’età avanzata di un parente. Il richiedente ha l’onere di illustrare la specifica rilevanza di tali condizioni, dimostrando perché, nel caso concreto, esse rendano necessaria la deroga. Nel caso di specie, le allegazioni della difesa sono state ritenute troppo generiche e non sufficienti a giustificare un’eccezione alla regola generale.

La Distinzione con i Colloqui con Minori

La difesa del ricorrente aveva richiamato una sentenza della Corte Costituzionale (n. 105 del 2023) che aveva affrontato il tema dei colloqui con i minori. La Cassazione ha però precisato che tale precedente non è applicabile al caso di specie. La tutela del superiore interesse del minore giustifica un bilanciamento diverso degli interessi in gioco, ma non può essere estesa automaticamente ai colloqui tra detenuti e familiari maggiorenni, per i quali le esigenze di sicurezza tornano a essere preponderanti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza consolida un indirizzo giurisprudenziale rigoroso in materia di colloqui per i detenuti al 41-bis. Le conclusioni che se ne possono trarre sono le seguenti:

1. Prevalenza della Sicurezza: L’obiettivo primario del 41-bis è recidere i legami con la criminalità organizzata. Qualsiasi misura, inclusa la modalità dei colloqui, deve essere funzionale a questo scopo.
2. Discrezionalità Amministrativa: L’Amministrazione penitenziaria ha il potere discrezionale di individuare le soluzioni tecniche più idonee a garantire la sicurezza, e l’uso del vetro divisorio è una scelta legittima.
3. Onere della Prova per la Deroga: Chi richiede un colloquio senza vetro deve fornire una motivazione specifica, dettagliata e concreta che dimostri l’eccezionalità della situazione, non essendo sufficienti argomentazioni generiche legate all’età o alla salute dei familiari.

Un detenuto al 41-bis ha diritto a colloqui senza vetro con un familiare adulto?
No, non è un diritto automatico. La regola generale prevede misure, come il vetro divisorio, per impedire il passaggio di oggetti. I “colloqui senza vetro” sono una deroga che può essere concessa solo in presenza di motivi eccezionali e straordinari, che devono essere specificamente dimostrati.

L’età avanzata e le condizioni di salute di un familiare sono considerate “motivi eccezionali” per ottenere un colloquio senza vetro?
Secondo questa sentenza, la semplice allegazione di età avanzata e generiche condizioni di salute del familiare non costituisce, di per sé, un motivo eccezionale tale da giustificare la deroga al regime ordinario dei colloqui con vetro divisorio.

La legge impone specificamente l’uso del vetro divisorio per i colloqui nel regime 41-bis?
No, la legge (art. 41-bis ord. pen.) non menziona esplicitamente il “vetro divisorio”. Richiede però che i locali siano “attrezzati in modo da impedire il passaggio di oggetti”. La Corte ha stabilito che l’uso del vetro è una soluzione tecnica legittima e idonea scelta dall’amministrazione penitenziaria per raggiungere tale scopo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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