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Colloqui detenuti 41-bis: sì al figlio senza vetro?

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un detenuto in regime speciale che chiedeva di incontrare il figlio quindicenne senza il vetro divisorio. Inizialmente, il Tribunale di sorveglianza aveva concesso l’autorizzazione, ma il Ministero della Giustizia ha presentato ricorso. La Suprema Corte ha annullato la decisione, stabilendo che, per i colloqui detenuti 41-bis, la rimozione del vetro richiede una valutazione molto più approfondita e motivata sui rischi di sicurezza, non potendo basarsi solo sull’assenza di problemi passati, verificatisi proprio grazie alla presenza del vetro.

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Pubblicato il 23 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Colloqui detenuti 41-bis: la Cassazione frena sulla rimozione del vetro per i figli minori

I colloqui detenuti 41-bis rappresentano uno degli aspetti più delicati e rigorosi del regime carcerario speciale, pensati per recidere ogni legame tra i boss e le organizzazioni criminali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riacceso il dibattito sul difficile equilibrio tra le esigenze di massima sicurezza e il diritto alla genitorialità, in particolare quando i colloqui coinvolgono figli minorenni. La Suprema Corte ha annullato un’ordinanza che autorizzava un incontro senza vetro divisorio tra un detenuto e suo figlio quindicenne, stabilendo la necessità di una valutazione dei rischi molto più rigorosa.

I Fatti del Caso

Un detenuto sottoposto al regime del 41-bis aveva chiesto di poter effettuare i colloqui con il figlio quindicenne senza la barriera del vetro divisorio. Una circolare ministeriale consente tale modalità solo per i discendenti di età inferiore ai dodici anni. Nonostante ciò, il Tribunale di sorveglianza aveva accolto la richiesta del detenuto, basandosi su una precedente sentenza della Corte Costituzionale (n. 105/2023). Secondo tale pronuncia, l’impiego del vetro, pur essendo un efficace mezzo di sicurezza, non è imposto in modo assoluto dalla legge e può risultare sproporzionato quando sono coinvolti minori, pregiudicando il loro interesse preminente.

Contro questa decisione, il Ministero della Giustizia ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che l’ordinanza del Tribunale di sorveglianza fosse carente di motivazione e avesse oltrepassato i limiti della sua giurisdizione. Secondo il Ministero, la valutazione del giudice era stata superficiale e non aveva tenuto conto delle imprescindibili esigenze di sicurezza che caratterizzano il regime del 41-bis.

La Decisione della Cassazione sui colloqui detenuti 41-bis

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 36653/2025, ha accolto il ricorso del Ministero, annullando l’ordinanza del Tribunale di sorveglianza e rinviando il caso per un nuovo esame. La Suprema Corte ha ritenuto che la decisione di rimuovere il vetro divisorio non fosse sorretta da un’adeguata analisi dei presupposti.

Il punto centrale della critica mossa dalla Cassazione è che il Tribunale si era limitato a prendere atto di una nota della direzione del carcere, la quale affermava che non vi erano elementi per sospettare una strumentalizzazione del minore da parte del padre. Tuttavia, questa assenza di criticità era una conseguenza diretta del fatto che, fino a quel momento, tutti i colloqui si erano svolti con la barriera protettiva del vetro.

Valutazione del Rischio nei colloqui detenuti 41-bis

La sentenza sottolinea un principio fondamentale: l’assenza di problemi passati non è sufficiente a garantire la sicurezza per il futuro, specialmente quando si modificano le condizioni che quella stessa sicurezza avevano garantito. Rimuovere il vetro divisorio è una decisione che richiede una valutazione proattiva e approfondita, non una mera constatazione dello status quo.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il Tribunale di sorveglianza ha mancato di effettuare un attento bilanciamento tra i diritti del detenuto e del figlio, da un lato, e le esigenze di sicurezza pubblica, dall’altro. La motivazione della decisione annullata è stata definita “solo apparente”, poiché basata su una consequenzialità logica errata.

Per autorizzare un colloquio senza vetro, il giudice deve farsi carico di verificare concretamente l’assenza di rischi. Questo implica un’istruttoria supplementare che può includere:

1. Interpellare nuovamente la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) per un parere aggiornato.
2. Analizzare il contesto familiare del minore e la caratura criminale del genitore detenuto.
3. Considerare l’età più matura del minore, che potrebbe renderlo, anche involontariamente, un veicolo più efficace per la trasmissione di informazioni o ordini.

In sostanza, non basta dire che “non sono emersi elementi ostativi”; il giudice deve attivamente cercare e valutare tutti gli elementi per escludere che il minore possa essere strumentalizzato per aggirare i presidi di sicurezza del 41-bis.

Le Conclusioni

La sentenza della Cassazione non chiude la porta alla possibilità di colloqui senza vetro per i detenuti in regime speciale con figli minori di età superiore ai dodici anni, ma ne definisce i confini in modo molto più stringente. La decisione di rimuovere la barriera protettiva non può essere automatica né basata su motivazioni superficiali. È necessario un giudizio approfondito, realmente argomentato e finalizzato a escludere ogni ragionevole dubbio sulla strumentalizzazione del minore. Questa pronuncia riafferma la priorità delle esigenze di sicurezza nel contesto del 41-bis, imponendo ai giudici di sorveglianza un onere motivazionale particolarmente rigoroso prima di derogare a una delle misure più importanti di questo regime detentivo.

È possibile per un detenuto al 41-bis avere colloqui senza vetro divisorio con un figlio minorenne di età superiore a 12 anni?
Sì, in linea di principio è possibile, ma non è un diritto automatico. La decisione spetta al giudice della sorveglianza, il quale deve autorizzarla solo dopo una valutazione eccezionalmente approfondita e motivata che escluda concretamente il rischio che il minore possa essere strumentalizzato per trasmettere messaggi o ordini all’esterno.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale di sorveglianza?
La Corte ha annullato la decisione perché la motivazione era considerata apparente e insufficiente. Il Tribunale si era basato sulla circostanza che non fossero mai emerse criticità, senza considerare che ciò era dovuto proprio al fatto che i colloqui si erano sempre svolti con il vetro divisorio. Mancava una reale e approfondita analisi dei rischi futuri.

Quali elementi deve valutare il giudice prima di autorizzare un colloquio senza vetro in questi casi?
Il giudice deve condurre una valutazione completa che consideri l’età matura del minore, il suo contesto familiare, la caratura criminale del genitore detenuto e le esigenze di sicurezza. Deve inoltre verificare, anche tramite un supplemento di indagine e interpellando la Direzione Distrettuale Antimafia, se esistono elementi concreti per escludere il pericolo che il minore venga usato come tramite per aggirare le restrizioni del regime 41-bis.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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