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Citazione diretta per furto: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che per il reato di furto in abitazione si procede con citazione diretta a giudizio. Un Tribunale aveva erroneamente dichiarato nullo un decreto di citazione, ritenendo necessaria l’udienza preliminare. La Suprema Corte ha qualificato tale decisione come ‘provvedimento abnorme’, in quanto crea una paralisi processuale ingiustificata. Annullando l’ordinanza, ha riaffermato che la scelta della citazione diretta per questo tipo di reato risponde a criteri di efficienza del sistema giudiziario, anche a seguito delle modifiche normative sulle pene.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Citazione Diretta per Furto in Abitazione: la Cassazione Fa Chiarezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8931 del 2024, interviene su un’importante questione procedurale, confermando che per il reato di furto in abitazione si deve utilizzare la citazione diretta a giudizio. Questa decisione annulla un’ordinanza di un tribunale di merito che, in contrasto con l’orientamento consolidato, aveva restituito gli atti al Pubblico Ministero, creando una situazione di stallo processuale. Analizziamo i dettagli di questa pronuncia fondamentale per la corretta applicazione delle norme processuali.

Il Caso: un Contrasto sulla Procedura da Seguire

Il caso nasce da un’ordinanza del Tribunale di Vibo Valentia. Il giudice, in composizione monocratica, aveva dichiarato la nullità di un decreto di citazione diretta a giudizio emesso nei confronti di un imputato per il reato di furto in abitazione, previsto dall’art. 624-bis del codice penale. Secondo il Tribunale, l’azione penale avrebbe dovuto essere esercitata attraverso la richiesta di rinvio a giudizio e la conseguente celebrazione dell’udienza preliminare.

Contro questa decisione, il Pubblico Ministero ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che l’ordinanza fosse un ‘provvedimento abnorme’. Secondo il ricorrente, la giurisprudenza della Suprema Corte è chiara nello stabilire che la citazione diretta è la forma corretta per procedere in questi casi, e che la restituzione degli atti al PM determina una paralisi del procedimento superabile solo con l’intervento della Cassazione.

La Procedura Corretta: perché la citazione diretta?

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso del Pubblico Ministero. La sentenza ripercorre l’evoluzione normativa e giurisprudenziale relativa all’art. 550 del codice di procedura penale, che elenca i reati per i quali è prevista la citazione diretta.

Inizialmente, il furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) non era espressamente menzionato. Tuttavia, la giurisprudenza aveva esteso in via interpretativa la procedura della citazione diretta anche a questa fattispecie, assimilandola al furto aggravato (art. 625 c.p.), che invece era incluso nell’elenco e punito con una pena simile.

Successivamente, le leggi n. 103/2017 e n. 36/2019 hanno aumentato le pene per il furto in abitazione, creando una divergenza rispetto al furto aggravato. Nonostante ciò, la Cassazione ha ribadito la correttezza della procedura semplificata. La scelta del legislatore di includere certi reati nel novero della citazione diretta non dipende solo dalla gravità della pena, ma anche da valutazioni di efficienza organizzativa e di ‘identità tipologica’ del reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha qualificato l’ordinanza del Tribunale come ‘abnorme’. Un provvedimento è considerato tale non solo quando è bizzarro o stravagante, ma anche quando, pur apparendo formalmente legittimo, viene emesso al di fuori dei casi consentiti dalla legge, provocando una regressione indebita del procedimento a una fase precedente e creando uno stallo insuperabile.

Nel caso specifico, la decisione del Tribunale di restituire gli atti al Pubblico Ministero per richiedere un’udienza preliminare non prevista, ha generato esattamente questa situazione. La Corte sottolinea che, in base al principio tempus regit actum, la procedura applicabile è quella vigente al momento dell’esercizio dell’azione penale. A quel tempo, la giurisprudenza consolidata già indicava la citazione diretta come rito corretto.

La Corte ha inoltre spiegato che la selezione dei reati per la citazione diretta si basa su criteri ‘economicistici’ e di funzionalità, volti a limitare l’uso delle risorse per i reati che non necessitano del filtro dell’udienza preliminare, ottimizzando così l’accesso al dibattimento per i casi più complessi.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Vibo Valentia per la prosecuzione del giudizio. Questa sentenza rafforza un principio chiave della procedura penale: la stabilità e la prevedibilità dei riti processuali. Stabilisce in modo inequivocabile che il furto in abitazione, nonostante le modifiche sanzionatorie, rientra tra i reati per cui si procede con citazione diretta. La decisione previene la formazione di orientamenti difformi nei tribunali di merito che potrebbero causare ritardi e incertezze, garantendo l’efficienza e l’uniformità del sistema giudiziario.

Per il reato di furto in abitazione si deve procedere con citazione diretta a giudizio o è necessaria l’udienza preliminare?
Secondo la Corte di Cassazione, per il reato di furto in abitazione previsto dall’art. 624-bis cod. pen. si procede correttamente con citazione diretta a giudizio, ai sensi dell’art. 550 cod. proc. pen., senza la necessità di un’udienza preliminare.

Cosa si intende per ‘provvedimento abnorme’ nel contesto di questa sentenza?
Un provvedimento abnorme è un atto del giudice che, pur essendo espressione di un potere legittimo, viene emesso al di fuori dei casi consentiti dalla legge, causando una regressione non consentita del procedimento a una fase precedente e una conseguente paralisi processuale, come nel caso dell’ordinanza che ha restituito gli atti al PM per un’udienza preliminare non prevista.

Le modifiche alle pene previste per un reato cambiano automaticamente la procedura da seguire?
No. La sentenza chiarisce che le variazioni della pena edittale non sono di per sé sufficienti a modificare il rito processuale. La scelta di procedere con citazione diretta si basa su valutazioni più ampie di funzionalità organizzativa e sull’identità tipologica del reato (in questo caso, il ‘genus’ del furto), non solo sulla severità della sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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