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Circostanze attenuanti: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione, il quale contestava la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche. Secondo la Corte, i motivi del ricorso erano generici e invadevano l’ambito del giudizio di merito, riservato esclusivamente ai giudici dei gradi precedenti. La decisione di negare le attenuanti, basata sui numerosi e gravi precedenti penali dell’imputato, è stata ritenuta correttamente e logicamente motivata, e quindi non sindacabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Circostanze Attenuanti: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’applicazione delle circostanze attenuanti generiche rappresenta uno dei poteri più discrezionali del giudice di merito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per chiarire i limiti entro cui questa decisione può essere contestata in sede di legittimità. Il caso analizzato riguarda un ricorso avverso una sentenza di condanna per evasione, dove il punto cruciale era proprio il diniego di tali attenuanti. Vediamo insieme come si è espressa la Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un soggetto, già condannato per il reato di evasione (art. 385 c.p.) dalla Corte d’Appello, decideva di presentare ricorso per Cassazione. La sua doglianza non riguardava la sussistenza del reato in sé, ma si concentrava esclusivamente su un aspetto del trattamento sanzionatorio: la decisione della Corte territoriale di non concedergli le circostanze attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis del codice penale.

La difesa sosteneva che i giudici d’appello avessero errato nella loro valutazione, non tenendo adeguatamente conto delle motivazioni del gesto. L’imputato, infatti, si era allontanato dal luogo di detenzione domiciliare per vendere dei limoni di cui si era illecitamente appropriato. Secondo il ricorrente, tale contesto avrebbe dovuto indurre la Corte a una maggiore clemenza.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione comporta che la condanna della Corte d’Appello è diventata definitiva, e l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La Corte ha stabilito che i motivi presentati dal ricorrente non erano ammissibili in sede di legittimità, in quanto generici e volti a ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa alla Corte di Cassazione.

Le Motivazioni: la Valutazione delle Circostanze Attenuanti e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Il cuore della pronuncia risiede nella netta distinzione tra il giudizio di merito e il giudizio di legittimità. La valutazione sulla concessione o meno delle circostanze attenuanti generiche è un tipico apprezzamento di fatto, rimesso all’esclusiva competenza del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

La Corte di Cassazione ha ribadito un principio consolidato: tale valutazione non può essere messa in discussione in sede di legittimità se è sorretta da una motivazione logica e coerente. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva ampiamente giustificato il diniego delle attenuanti, basando la propria decisione sui ‘plurimi e gravi precedenti penali’ dell’imputato.

Secondo i giudici di merito, la gravità del passato criminale del soggetto era tale da non poter essere bilanciata o attenuata dalla specifica motivazione del reato di evasione (la vendita di limoni rubati). Questa motivazione è stata giudicata dalla Cassazione ‘esauriente e logica’, e pertanto insindacabile. Tentare di contestarla, come ha fatto il ricorrente, equivale a chiedere alla Suprema Corte una nuova e diversa ponderazione degli elementi di fatto, compito che esula dalle sue funzioni.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza conferma che per impugnare con successo in Cassazione il diniego delle circostanze attenuanti generiche non è sufficiente dissentire dalla valutazione del giudice di merito. È necessario, invece, dimostrare un vizio specifico della motivazione, come una sua palese illogicità, una sua contraddittorietà o una sua totale assenza. In mancanza di tali vizi, il ricorso che si limiti a proporre una lettura alternativa dei fatti o a sollecitare un apprezzamento più benevolo della condotta è destinato a essere dichiarato inammissibile.

È possibile contestare in Cassazione la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche?
Sì, ma solo se si lamenta un vizio di legge o una motivazione del giudice di merito che sia manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente. Non è possibile chiedere alla Cassazione una nuova e diversa valutazione dei fatti che hanno portato a tale decisione.

Perché il ricorso in questo caso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano generici e miravano a ottenere una rivalutazione nel merito della decisione del giudice d’appello, contestando il suo apprezzamento sulla gravità dei precedenti penali dell’imputato. Questa attività è di competenza esclusiva dei giudici di merito e non della Corte di Cassazione.

Quali elementi ha considerato la Corte d’Appello per negare le circostanze attenuanti?
La Corte d’Appello ha negato le attenuanti valorizzando i ‘plurimi e gravi precedenti penali’ dell’imputato, ritenendo che questi fossero preponderanti rispetto alle motivazioni specifiche del reato commesso (essersi allontanato per vendere dei limoni rubati).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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