LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Circostanze attenuanti negata per pericolosità sociale

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un cittadino straniero contro la condanna per rientro illegale in Italia. La Corte ha confermato il diniego delle circostanze attenuanti generiche, motivandolo con l’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato, la sua pervicacia nel commettere reati della stessa indole e la sua conclamata pericolosità sociale, desunta anche dai precedenti penali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Circostanze Attenuanti Generiche: Quando la Pericolosità Sociale Giustifica il Diniego

L’applicazione delle circostanze attenuanti generiche rappresenta uno dei poteri discrezionali più significativi del giudice penale. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sui criteri che ne giustificano il diniego, sottolineando il peso della pericolosità sociale e dell’assenza di elementi positivi a favore dell’imputato. Il caso riguarda un cittadino straniero condannato per essere rientrato illegalmente nel territorio nazionale poco dopo un provvedimento di allontanamento.

I Fatti del Caso in Analisi

Un individuo, già destinatario di un provvedimento di espulsione, veniva nuovamente trovato illegalmente in Italia a breve distanza di tempo. Il Tribunale prima, e la Corte d’Appello poi, lo condannavano per il reato previsto dall’art. 13, comma 13, del D.Lgs. 286/1998, infliggendo una pena di un anno, un mese e dieci giorni di reclusione. La difesa decideva di ricorrere in Cassazione, lamentando un unico motivo: la violazione dell’art. 62-bis del codice penale, ovvero il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, e un vizio di motivazione su tale punto.

La Decisione della Corte e le circostanze attenuanti generiche

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi. In primo luogo, il ricorso presentava censure non ammesse in sede di legittimità, in quanto mirava a una rivalutazione del trattamento sanzionatorio, scelta discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione era stata ritenuta sufficiente e non manifestamente illogica. In secondo luogo, e nel merito della questione, la Corte ha ritenuto pienamente giustificato il diniego delle attenuanti.

Le Motivazioni della Cassazione sul Diniego delle Attenuanti

La Corte ha specificato che il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente fondato anche solo sull’assenza di elementi di segno positivo meritevoli di considerazione. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano correttamente valorizzato elementi negativi di rilievo:

* La pervicacia: L’imputato aveva dimostrato un’ostinazione nel commettere reati della stessa indole, rientrando in Italia poco dopo essere stato allontanato.
* La gravità del fatto: Il rientro illegale, avvenuto nonostante un rigetto del ricorso contro l’espulsione, è stato considerato un fatto di particolare gravità.
* La pericolosità sociale: I precedenti penali dell’imputato sono stati considerati una conferma della sua pericolosità sociale, un fattore che osta alla concessione del beneficio.

La Corte ha ribadito un principio consolidato, citando una propria precedente sentenza (n. 44071/2014), secondo cui il giudice può negare le attenuanti basandosi sull’assenza di circostanze positive, senza la necessità di individuare specifici elementi negativi, a maggior ragione quando il quadro generale, inclusi i precedenti penali, depone a sfavore dell’imputato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza conferma un orientamento rigoroso della giurisprudenza in materia di circostanze attenuanti generiche. La loro concessione non è un diritto dell’imputato, ma una valutazione discrezionale del giudice che deve essere ancorata a elementi concreti. L’assenza totale di fattori positivi, unita a indicatori di pericolosità sociale come i precedenti penali e la recidiva specifica, costituisce una base solida e sufficiente per negare la riduzione di pena. La decisione evidenzia come il percorso di vita e la condotta complessiva dell’imputato, e non solo il singolo reato, siano determinanti nel giudizio sulla meritevolezza del beneficio.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché le censure sollevate riguardavano il trattamento sanzionatorio, che è una valutazione di merito del giudice, e non erano consentite in sede di legittimità. Inoltre, la motivazione della corte d’appello era stata giudicata sufficiente e logica.

Quali sono i motivi principali per cui le circostanze attenuanti generiche non sono state concesse?
Le attenuanti non sono state concesse a causa della pervicacia dell’imputato nel commettere reati simili, della gravità del fatto, dei suoi precedenti penali e della conseguente valutazione di pericolosità sociale, unita alla totale assenza di elementi positivi meritevoli di considerazione.

È sufficiente l’assenza di elementi positivi per negare le attenuanti generiche?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il diniego delle attenuanti generiche può essere legittimamente giustificato dalla sola assenza di elementi di segno positivo, senza che il giudice debba necessariamente individuare e motivare su elementi negativi specifici.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati